BABUDIERI, Brenno
Nacque a Trieste il 15 maggio 1907 da Antonio Babuder, direttore didattico della amministrazione austro-ungarica, e da Mary Gangadi, insegnante di origine greca.
Conseguita a Trieste la licenza liceale, nel 1925 si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Pavia, alunno per l'intero periodo di studi universitari dell'Almo collegio "Borromeo". Frequentò come interno la clinica medica diretta da A. Ferrata, illustre ematologo, e l'istituto di anatomia comparata diretto da E. Zavattini. Ancor prima della laurea il B. fu autore di sei pubblicazioni, dimostrando in tal modo la sua propensione per la ricerca biologica. Il lavoro I sarcosporidi e lesarcosporidiosi (in Arch. fürProtistenkunde, LXXVI [1932], pp. 421-580), oggetto della tesi di laurea, conseguita nel 1931, rappresentò un punto di riferimento per le successive ricerche sull'argomento.
Un momento determinante nella vita di ricercatore del B. fu rappresentato dall'ingresso in ruolo, nel 1933, nei laboratori di micrografia e batteriologia dell'allora nascente Istituto superiore di sanità, che ben presto sarebbero divenuti laboratori di microbiologia. E proprio in funzione dei compiti di sanità pubblica, il B. orientava i propri studi e ricerche successive. Nel 1934 conseguì la libera docenza in parassitologia medica, e nel 1938 la libera docenza in patologia generale.
Nel 1935 si specializzò presso l'Istituto Carlo Forlanini di Roma in clinica della tubercolosi e delle malattie respiratorie, il che gli consentì di allargare e consolidare le proprie conoscenze anche nel campo della medicina clinica per meglio padroneggiare una ricerca biologica orientata ai fini della sanità pubblica.
Nel 1936 il B. istituì presso l'Istituto superiore di sanità un centro per la leptospirosi, che nel 1956 venne riconosciuto laboratorio di referenza dell'Organizzazione mondiale della sanità e nel 1961 divenne Centro nazionale per la leptospirosi. Le leptospire e la leptospirosi costituirono il motivo principale e ricorrente di una ricerca qualificata a livello internazionale e durata per tutta la vita scientifica, ma egli si impegnò a fondo anche nello studio di rickettsiosi, febbre Q, febbri ricorrenti, influenza, infezioni da clamidie e micoplasmi, toxoplasmosi.
Un numero impressionante di pubblicazioni (348) su riviste, manuali e trattati testimonia il grande impegno del B. nell'attività di ricerca. Nella impossibilità di illustrarla per esteso, è opportuno indicarne alcuni aspetti peculiari.
Fondamentali appaiono le ricerche siero-epidemiologiche sulla leptospirosi delle risaie, dell'uomo e dell'animale, cui seguivano studi e applicazioni sul campo per la profilassi della infezione mediante la preparazione originale di un vaccino polivalente a germi uccisi, che si dimostrava efficace quanto innocuo in una serie di lavori di grande rigore sperimentale (Leptospirosi in provincia di Parma, in Rend. dell'Ist. sup. di sanità, XVII [1954], pp. 79-84, con M. Fiorentino; Leptospirosi nelle risaie del Lazio e della Sardegna, ibid., XVIII [1955], pp. 70-81, con C. Moscovici; Studi sulla leptospirosi delle risaie della valle Padana. Ricerche epidemiologiche e profilassi vaccinale, in Riv. di infortuni e di malattie professionali, XLII [1955], pp. 453-484, con E. Bussinello, E. Baiocchi, A. Salvi, L. Massa; Studi sulla leptospirosi della valle Padana. Osservazioni sulla casistica raccolta nel biennio 1953-54, ibid., pp. 749-769, con E. Bussinello, E. Baiocchi, A. Salvi, L. Massa; Vaccinazione contro le leptospirosi nelle risate italiane, in Boll. e atti dell'Acc. med. di Roma, LXXIX [1956], pp. 89-93, con E. Bussinello). Il B. condusse studi di avanguardia sulla tipizzazione antigenica delle leptospire acquicole, equivalenti saprofite delle leptospire patogene, che più recentemente hanno avuto il riconoscimento di nuova specie microbica, Leptospira biflexa. Grazie a questi studi pionieristici, ripresi da ricercatori in diverse parti del mondo, si sta giungendo alla identificazione di antigeni diagnostici genere-specifici per una più agevole diagnosi immunologica di leptospirosi (Le leptospire acquicole e la loro costituzione antigenica, in Rend. dell'Ist. sup. di sanità, X [1947], pp. 962-980, con I. Archetti; Water Leptospirae in the Diagnosis of Leptospirosis, in II. Int. Symp. on Leptospirae and Leptospiroses in Man and Animals (Lublin 1962), Warszawa 1964, pp. 403-414, con L. Addamiano; Water Strains of Leptospira in the Serodiagnosis of Human and Animal Leptospirosis, in Bull. of the World Health Organization, XXXIX [1968], pp. 925-934, con L. Addamiano).
Notevoli risultati furono conseguiti dal B. negli studi sul metabolismo delle leptospire, con l'identificazione della vitamina B12 quale fattore di crescita del germe (Studi sul metabolismo delle leptospire. Azione della cianocobolamina, di alcuni fattori B12 simili, della metionina e di alcune purine nelle leptospirosi acquicole, in Rend. dell'Ist. superiore di sanità, XXII [1959], pp. 244-259, con O. Zardi; Studies on the Metabolism of Leptospirae Vitamin B12 as a Growth Factor, in Zeitschrift für Vitamin, Hormon und Fermentforschung, IV [1961], pp. 299-309, con O. Zardi). Si può affermare senz'altro che il B. contribuì in modo determinante alla conoscenza delle leptospire e delle leptospirosi.
Nel campo delle rickettsiosi, il B. mise a punto presso l'Istituto superiore di sanità un vaccino contro la Rickettsia Prowazeki per la profilassi del tifo petecchiale, praticata alle truppe del corpo di spedizione italiano in URSS nel corso della seconda guerra mondiale. Il Centro per la rickettsiosi istituito e diretto dal B. negli anni della guerra, divenne nel dopoguerra un importante centro per lo studio di rickettsie, coxielle, clamidie.
Il B. dimostrò per primo l'esistenza di febbre Q nell'America meridionale e nella popolazione italiana; metteva a punto una tecnica diagnostica originale di microagglutinazione per Coxiella e Rickettsia; e conduceva studi approfonditi sulla risposta immune anticorpale in corso in febbre Q (Experimental and Natural Infection of Birds by Coxiella burneti, in Nature, CLXIX [1952], pp. 195-197, con P. Secchi; La reazione di agglutinazione nella sierodiagnosi dell'infezione da Coxiella burneti, in Rend. dell'Ist. sup. di sanità, XV [1952], pp. 584-608, con P. Secchi; Primera prueba de la existencia de la Coxiella burneti en la Republica Argentina, in La Prensa médica argentina, XXXIX [1952], pp. 2231 s., con A. S. Parodi; Ulteriori contributi sull'esistenza di affinità antigeniche fra gli agenti del tracoma e quelli del linfogranuloma venereo-psittacosi, in Boll. della Soc. ital. di biol. sper., XXX [1954], pp. 1348-1351, con G. B. Bietti e M. R. Pannarale; Infezione sperimentale da Coxiella burneti per via alimentare e per via transcongiuntivale, in Rend. dell'Ist. sup. di sanità, XVIII [1955], pp. 65-69, con C. Moscovici; Anticorpi per il virus del gruppo psittacosi-linfogranuloma venereo sul siero di bovini italiani, ibid., XIX [1956], pp. 154-159, con A. D'Amore e C. Moscovici; Ricerche sperimentali su di un vaccino antidermotifico in sospensione oleosa, ibid., pp. 409-418, con I. Archetti; Studies on the Microscopic Slide-Agglutination Test of Q-Fever, in Bull. of the World Health Organization, XIX [1958], pp. 981-994; Recherches expérimentales sur Rickettsia sennetsui de Nisso et Kobayashi, in Archives de l'Institut Pasteur de Tunis, XXXVI [1959], pp. 577-583; The Slide-Microagglutination Test (SMAT) in the Field of Rickettsial and Viral Serology, in Pathologia et Microbiologia, Suppl., XXIV [1961], pp. 11-20; Rapports sérologiques entre Rickettsia sennetsui de Nisso et Kobayashi et l'agent étiologique de la mononucleosis infectieuse européenne, in Nouv. Rev. franç. d'hématol., I [1961], pp. 337-340).
In campo didattico, il B. fu incaricato dal 1964 dell'insegnamento di microbiologia nell'università di Trieste, e dal 1966 direttore incaricato dell'istituto di microbiologia della stessa università e direttore incaricato dei laboratori di microbiologia dell'Istituto superiore di sanità.
Nella sua attività di ricercatore, il B. manteneva stretti rapporti di collaborazione con la comunità scientifica internazionale, quale organizzatore, moderatore, relatore dei più importanti convegni e simposi sugli argomenti da lui studiati.
La malattia a decorso lungo e insidioso che doveva determinare la morte del B., evidenziata nel 1968, non ne ridusse l'attività scientifica, proseguita fino agli ultimi giorni: sono testimonianza le numerose pubblicazioni apparse postume.
Il B. morì a Roma l'11 maggio 1973.
Fonti e Bibl.: Necr. di M. Ricci, in Riv. di parassitologia, XXXIV (1973), pp. 241-242; I. Archetti, in Ann. dell'Ist. sup. di sanità, IX (1973), pp. I-IV; I. Maestro, Commemorazione, in Ass. med. triestina, 28 nov. 1975.