BRATTIARIUS
Brattiarius (o anche bractearius, bracteator, blattarius) era in Roma l'artigiano che batteva i metalli in sottilissime lamine, foglie (bracteae, laminae, lamellae). Quelli che battevano l'oro, i battiloro, erano anche chiamati aurifices brattiarii (C. I. L., vi, 9210). I foglietti d'oro che servivano sia per la doratura di oggetti per la toreutica e statue (si trova la specificazione di brattiarii inauratores, C. I. L., vi, 95), sia per parti ornamentali di gioielli, per corone formate di elementi imitanti i rametti delle corone vegetali, costituivano una categoria specializzata di operai dell'oreficeria (v. aurifex) e della statuaria (v. aeraius) assieme agli inauratores (v. inautator), ai caelatores (v. caelator). Come tali dovevano lavorare alle dipendenze degli aurifices e degli argentarii. Sono epigraficamente testimoniati per la sola città di Roma e per il primo secolo dell'Impero. In un gruppo di loculi di un colombario, un b. (C. I. L., vi, 6939) e un auri aceptor (C. L L., vi, 9212) sono liberti di uno stesso patrono. Una dedica di due liberti, forse fratelli, rende noto un collegium di brattiarii znauratores (C. I. L., vi, 95). Era un mestiere esercitato anche dalle donne, forse in famiglia per conto di terzi, come fanno pensare due iscrizioni funerarie di coniugi brattiarii (C. I. L., vi, 6939, 9211).
Negli autori il termine, di uso tardo, si trova nel IV sec. Nel trattato di astrologia di Firmico Materno è previsto sotto quali segni zodiacali nascano i brattiarii: (Mathes., viii, 16) erunt aurifices bratteatores, inauratores, plasticatores, margaritarii (cfr. id., 26). Nel Corpus Iuris i blattarii sono gli ultimi artefici nominati nell'elenco di coloro che vengono esentati da Costantino dai munera (Cod. Iust., x, 61, 1), elenco in cui sembra che i membri siano disposti in ordine di importanza.
Le iscrizioni relative a brattiarii sono in tutto 6 e tutte sembrano riferirsi a liberti; una, senza nome proprio e sulla base di un bassorilievo rappresentante un battiloro in attività, circondato dagli strumenti caratteristici del mestiere, forse aveva funzione di insegna o di decorazione di una bottega o di locali di un collegio (C. I. L., vi, 9210).
Brattiarii
Abbreviazioni: lib. = liberto; iscr. fun. = iscrizione funeraria; iscr. v. = iscrizione votiva.
C. Fulcinius Hermeros (lib., Roma, I-II sec. d. C., iscr. fun., C. I. L., vi, 921 1).
Fulvia Melenia (lib., Roma, I-II sec. d. C., iscr. fun., C. I. L., vi, 9211).
A. Furius ... (lib., Roma, I sec. d. C. ?, iscr. fun., C. I. L., vi, 33836).
Q. IIordonius Pannychus (lib., Roma, I sec. d. C., iscr. v., C. I. L., vi, 95).
Q. Hordonius Primigenius (lib., Roma, I sec. d. C., iscr. v., C. I. L., vi, 95).
Septicia Rufa (lib., Roma, I sec. d. C., iscr. fun., C. I. L., vi, 6939).
A. Septicius Apollonius (lib., Roma, I sec. d. C., iscr. fun., C. I. L., vi, 6939).
Bibl.: O. Jahn, in Berichte d. Sächs. Ges. d. Wiss., XIII, 1861, p. 307; E. Saglio, in Dict. Ant., I, 1873, p. 747 ss., s. v. Brattea ou Bractea; E. De Ruggiero, Diz., I, 1894, p. 1025, s. v.