BOVIANUM VETUS (Pietrabbondante)
Località abitata dai Sanniti Caraceni, il cui appellativo rimane ancora al monte denominato Caraceno, alle cui radici si estendeva l'antica città: il colle stesso costituiva il Capitolium, cinto da mura di costruzione ciclopica formate da massi non lavorati e di dimensioni minori che in altre città italiche. Sul pendio del colle restano molte macerie: sono state dissepolte spade, lance di ferro, paragnatidi, gambiere, ecc. Nello stesso luogo è stato scoperto un teatro, di cui son venuti alla luce l'orchestra, il proscenio, tre gradini della cavea, ciascuno dei quali ha una spalliera e, come ornamento, una zampa di grifo all'estremità; mancano i vomitoria e gli spettatori entravano o attraverso le porte situate alla sommità del muro semicircolare o attraverso due corridoi laterali alla scena. Altre costruzioni sono state scoperte in connessione col teatro. Nello stesso declivio più a N è il tempio: per correggere la pendenza del terreno la parte posteriore della costruzione venne incavata profondamente nella collina, l'antenorè invece venne sollevata di circa un metro. L'area dell'edificio è rettangolare: davanti ad essa sono due altari di grandezza disuguale collocati sulla sinistra dell'asse longitudinale della costruzione. Il basamento, molto grande, è ornato di zoccolo e cornice, tuttora intatti nel lato posteriore. All'angolo S-E del basamento era la gradinata, che si componeva di due rampe che a metà facevano gomito. Sul basamento erano una specie di pronao e la cella, in cui si entrava attraverso una gran porta sul lato orientale. L'interno doveva essere ornato di bassorilievi in terracotta raffiguranti figure alate, maschere bacchiche, meduse, fogliami di cui abbiamo varî frammenti.
A metà della parete destra, a settentrione è un tronco di colonna, forse la base per una statua di un dio. Tutta questa mancanza di euritmia e di regola artistica (gli altari per i sacrifici sul lato meridionale, le scale a S-E, la statua sul lato settentrionale) dipende da ragioni sacrali di orientamento della costruzione (Vitruv., iv, 5; Serv., Ad Aen., 12, 172). Essendo la statua a metà del lato settentrionale, il devoto aveva la statua davanti a sé e l'oriente sulla destra; anche per gli altari collocati sul lato meridionale, il devoto aveva a sinistra il nume ed a destra l'oriente. Ma i motivi che hanno suggerito la posizione della gradinata non sono stati ancora compresi. La fronte dell'edificio doveva essere ad O, secondo l'orientazione normale. Cinque iscrizioni osche provenienti dal tempio lo rivelano di costruzione sannitica.
Addossato alle mura repubblicane si trova un sacello sotterraneo a forma di ferro di cavallo (ninfeo?), con sbocco di una sorgente con copertura a vòlta di massi di peperino cuneati sbozzati a forma di foglia, databile al II sec. a. C.
Si è generalmente ritenuto come proveniente da B., e come tale citato, il ritratto in bronzo di arte italica che si conserva a Parigi alla Bibliothèque Nationale (n. 857) posto in connessione stilistica col cosiddetto ritratto di Bruto (v.) del Museo dei Conservatori in Roma. Esso invece proviene, in realtà, da S. Giovanni Scipioni, località distante in linea d'aria km 18 a N-E da Bovianum.
Bibl.: G. Minervini, Notizie sulle nuove escavazioni in Pietrabbondante, in Bull. Napol., N. S. VI, 1857-1858, pp. 185-190; A. Caraba, Relazione sugli scavi di antichità in Pietrabbondante nel 1872, in Giornale Scavi di Pompei, N. S. II, 1870-73, p. 395-401; A. Maiuri, Scavi nell'area di un tempio italico nell'antica B. V., in Notizie Scavi, 1913. Per il ritratto della Bibliothèque Nationale di Parigi: C. Albizzati, in Historia, II, 1928, p. 618 ss.; G. Colonna, in St. Etr., XXV, 1957, p. 567 (provenienza). Per il supposto ninfeo: Al. Dobosi, Boville, in Ephemeris Dacoromana, VI, 1935, p. 306 ss.; G. Lugli, Nymphaea sive Musea, in Atti IV Congr. Studi Romani, 1935, p. 157 ss.