BOTSWANA
. Nome ufficiale, assunto all'atto del conseguimento dell'indipendenza (30 settembre 1966), dall'ex protettorato britannico dal Bechuanaland (v. beciuania; VI, p. 466; App. I, p. 213; III, 1, p. 213). Su una superficie di 600.372 km2, il B. contava 608.656 ab. al censimento del 1971 (densità media: 1 ab. per km2). Capitale del nuovo stato è Gaborone (18.436 ab. nel 1971). Nella popolazione, in prevalenza bantu (solo 3900 bianchi e altrettanti tra coloureds e asiatici), prevalgono i Bamangwato (oltre 200.000), seguiti dai Bangwaketse (più di 71.000), dai Bakwena (oltre 73.000), dai Batawana (più di 42.000), dai Bakgatla (31.200). ecc.
Lo stato è suddiviso in 16 distretti, di cui il più popoloso è quello centrale, che ospita oltre il 37% della popolazione e la città con il maggior numero di abitanti, Serowe (43.186).
L'economia primaria è sempre basata sull'allevamento (più del 40% del territorio è a prati e pascoli permanenti; nel 1973 si contavano 2,1 milioni di bovini e 1,5 milioni fra ovini e caprini) e su una scarsa agricoltura, condizionata dalle precipitazioni (nel 1973 si raccolsero 560.000 q di sorgo e miglio e 100.000 q di granturco). La pesca nelle acque interne, nel 1971, rese 15.000 tonnellate.
L'attività estrattiva dà limitati quantitativi di oro, di manganese (35.600 t nel 1971), di amianto, nichel, rame e carbone. Dà inoltre pietre semipreziose e diamanti (2,5 milioni carati nel 1972).
Il commercio con l'estero ha registrato, nel quadriennio 1967-71, un aumento nelle importazioni e nelle esportazioni (costituite, le prime, soprattutto da petrolio, ferro, zucchero, acciaio; le seconde, da bestiame, carni, pellami e minerali).
Vi sono circa 8000 km di rotabili statali e 630 km di ferrovie, ossia il tratto della linea da Città del Capo alla Rhodesia interessante l'area orientale dello stato.
Storia. - L'amministrazione del B. mutò nel corso degli anni Sessanta: sino al dicembre 1961 ne fu responsabile un alto commissario, dipendente dal Commonwealth relations office e competente anche per il Basutoland e lo Swaziland, mentre sul posto agiva un Resident commissioner; dal 1962 il B. ebbe un proprio Queen commissioner, capo dell'esecutivo locale, responsabile di fronte al Colonial office. Le rivendicazioni nazionalistiche vennero espresse soprattutto da parte di rifugiati provenienti dal Sudafrica e dall'Africa del Sud-Ovest: nel 1961 fu costituito il Bechuanaland people's party, ma le prime elezioni, nel 1965, furono vinte dal B. Democratic Party (BDP) fondato dal nobile Seretse Khama, leader della tribù dei Bamangwa. Il 30 settembre 1966 il B. acquistò l'indipendenza, con una nuova costituzione; presidente della repubblica, aderente al Commonwealth, fu eletto S. Khama. Dopo l'indipendenza si è consolidata la posizione del BDP - le elezioni del 1969 e del 1974 non hanno recato mutamenti di rilievo - e quella personale del presidente S. Khama che, pur nel fondamentale atteggiamento conservatore-liberale, ha chiamato a importanti responsabilità anche elementi di sinistra; con moderazione e insieme fermezza ha cercato di ridurre il potere dei capi tradizionali, di promuovere (con provvedimenti del 1973) lo sviluppo dei servizi educativi e sanitari, di compensare le differenze di reddito fra le regioni minerarie, prevalenti nell'area abitata dalla tribù Bamangwato, e il resto del Botswana.
Nel contesto dell'Africa del Sud il B. persegue un delicato equilibrio; per motivi economici e geo-politici non può guastare i rapporti, e in particolare la collaborazione economica, con il Sudafrica e la Rhodesia, facendosi base di operazioni contro quei paesi; d'altronde il B. si è dichiarato contro la politica razzista, accogliendo alcune migliaia di rifugiati. Negli ultimi anni ha rafforzato i rapporti con paesi africani vicini, in particolare con la Zambia (consultazioni permanenti dal 1973) e con la Tanzania; ha stabilito rapporti diplomatici con l'URSS e con paesi dell'est e aderisce al non-allineamento, pur ricevendo l'aiuto americano per la costruzione della ferrovia Francistown-Lusaka.
Bibl.: J. Halpern, South Africa's hostages. Basutoland, Bechuanaland and Swaziland, Harmondsworth 1965; A. Sillery, Botswana. A short political history, Londra 1974.