BONIFACIO
Vescovo di Novara; si hanno sue notizie a partire dal 1172: anno in cui, in data 3 novembre, compare presente a un atto di vendita per la canonica di S. Gaudenzio. Non si hanno poi documenti su di lui fino al 1177: ma nel, conflitto fra Papato e Impero dovette schierarsi a fianco di Federico Barbarossa, poiché Bosone, il biografo di Alessandro III nel Liber pontificalis (a cura di L. Duchesne, II, Paris 1955, p. 441) lo nomina fra gli scismatici che rientrarono in seno alla Chiesa in occasione della pace di Venezia di quell'anno, promettendo fedeltà e obbedienza al papa Alessandro. E in effetti B. figura fra i vescovi presenti il 1º ag. 1177 nel palazzo del patriarca di Grado, per assistere al giuramento pronunciato in nome dell'imperatore Federico (Mon. Germ. Histor.,Const. et Acta, I, a cura di L. Weiland, Hannoverae 1893, p. 368).
Nel 1179 è attestato l'intervento di B. al III Concilio lateranense convocato da Alessandro III. Dallo stesso pontefice, in data imprecisata, veniva risolta a favore di B. una controversia sorta con i monaci di S. Silano di Romagnano, che reclamavano la propria autonomia dal potere episcopale; e il 23 marzo 1181 (ma l'anno non è sicuro) Alessandro III confermava lo statuto che B. aveva approvato per la canonica di S. Gaudenzio. Il papa Lucio III gli conferiva poi, il 3 luglio 1183, Insieme col priore di S. Croce di Mortara, l'incarico di dirimere una controversia tra il vescovo di Tortona ed il monastero di S. Maria del Senatore di Pavia, per il possesso della parrocchia di S. Ilario di Voghera (già in precedenza B. si era dovuto occupare di una vertenza fra le due parti, a proposito di un ponte sulla Staffora: vedi Doc. vogheresi dell'Arch. di Stato di Milano, a cura di A. Cavagna Sangiuliani, Pinerolo 1910, pp. 200 ss. nn. 230-233, del 21 febbr. 1183).
Ma particolarmente saldi continuarono a essere i legami di B. con gli Hohenstaufen. Nel corso della discesa in Italia di Federico Barbarossa del 1184-86, troviamo B. figurare come teste in un diploma datato da Treviso, già il 24 nov. 1184 (Stumpf-Brentano, III, p. 739 s. n. 528). Nella questione della discordia fra il Comune di Tortona e il marchese di Gavi, discussa a Pavia il 7 apr. 1185, B. figura, insieme col vescovo d'Asti, quale consigliere dell'imperatore (Ficker, IV, p. 200 n. 157). Poi, per alcuni mesi non è piu documentabile una sua attività alla corte, ma dal luglio ricompare a fianco dell'imperatore, per presiedere più volte giudicati in veste di "vicarius curiae": a Piacenza, il 10 di quel mese (Ficker, IV, p. 201 n. 159), in una vertenza fra la badessa di S. Felice di Pavia ed il conte Uberto di Biandrate; il 23 dello stesso mese (Ficker, IV, p. 201 n. 160), in una causa, discussa probabilmente in San Miniato, interessante i diritti di Camaldoli sull'ospedale dei SS. Martino e Frediano di Pisa. E ancora, sempre per la causa fra S. Felice e il conte di Biandrate, sedeva in tribunale a Pavia il 16 febbr. 1186 (Ficker, IV, pp. 209 s. n. 166). Nel marzo di quell'anno Federico passava anche per Novara, da cui emanava un diploma per Casale (Stumpf-Brentano, II, n. 4451).
Enrico VI fu anch'egli a Novara, nell'ottobre 1187 (Stumpf-Brentano, II, n. 4624). Ma la presenza di B. presso di lui non fu, per questo periodo, particolarmente assidua: B. compare alla sua corte il 17 apr. 1187, a Borgo San Donnino, insieme con molti altri vescovi (Stumpf-Brentano, II, n. 4609). Fu invece costantemente al suo fianco, seguendolo in tutto il suo itinerario, in occasione della discesa in Italia del 1191 per cingere la corona imperiale: seguì allora Enrico non solo a Roma, ma anche nella fallita spedizione estiva nell'Italia meridionale, e nella ritirata al Nord. Anche questa volta dovette fungere da vicario imperiale (nel novembre e nel dicembre: vedi Stumpf-Brentano II, nn. 4717, 4728). Il 4 dicembre, inoltre, a Milano, Enrico VI emanava un "praeceptum pacis" fra Vercelli e Novara (Mon. Germ. Hist.,Const. et Acta, I, p. 487), delegando quali suoi vicari nell'applicazione delle condizioni di pace i vescovi delle due città.
B. dovette morire poco dopo: non si. hanno su di lui notizie posteriori al dicembre 1191. Il nome del suo successore, Ottone, compare per la prima volta in un documento del 1194.
Fonti e Bibl.: J. D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio..., XXII, Venetiis 1778, coll. 216, 463; Historiae patriae monumenta,Chartarum, I, Torino 1836, pp. 871 (n. 555), 927 (n. 599), 978 (n. 649); K. F. Stumpf-Brentano, Die Reichskanzler vornehmlich des X.,XI.,und XII. Jahrhunderts, II, Innsbruck 1865-83, nn. 4416, 4425, 4430, 4434, 4459, 4609, 4668, 4674, 4675, 4686, 4687, 4698, 4700-4704, 4708, 4712-18, 4724-28, 5097a; III, ibid. 1865-81, ad Indicem; Codice diplom. laudense, II, a cura di C.Vignati, Milano 1883, pp. 170 s. (n. 149); Le carte del capitolo di Gozzano, a cura di M. Bori, Pinerolo 1913, pp. 53 s. (n. 36); P. F. Kehr, Italia pontificia, VI, 2, Berolini 1914, pp. 60, 69; Le carte dell'archivio capitolare di S. Maria di Novara, II, a cura di O. Scarzello, G.B. Morandi, A. Leone, Torino 1924, pp. 57 (n. 512), 70 s. (n. 520), 84 s. (n. 536), 95 s. (n. 548), 101 s. (n. 555), 121 s. (n. 577); D. Clementi, Calendar of the diplomas of the Hohenstaufen emperor Henry VI concerning the Kingdom of Sicily, in Quellen und Forschungen aus ital. Arch. und Biblioth., XXXV (1955), pp. 97 s., 100, 102, 105 s., 108 s.; G.Cappelletti, Le Chiese d'Italia, XIV, Venezia 1858, pp. 484 s.; J. Ficker, Forschungen zur Reichs-und Rechtsgeschichte Italiens, I, Innsbruck 1868, pp. 334 ss.; III, ibid. 1870, p. 417; IV, ibid. 1874, pp. 200 (n. 157), 201-204 (nn. 159-162), 209 s. (n. 166), 222 s. (n. 178); C. Bascapè, La Novara sacra, Novara 1878, pp. 333 ss.; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia. Il Piemonte, Torino 1898, pp. 41, 242, 272, 396; W. Wohlfarth, Kaiser Heinrich VI. und die oberitalien. Städte, Heidelberg 1939, pp. 49, 58; F. Cognasso, Novara nella sua storia, in Novara e il suo territorio, Novara 1952, pp. 138, 165 s.; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IX, col. 967.