BONIFACIO VII papa (in realtà antipapa)
Era il diacono Franco, figlio di Ferruccio, che Crescenzio di Teodora, cacciato il papa imperiale Benedetto VI, volle insediare come papa nazionale sulla cattedra di S. Pietro (giugno 974). Ma il trionfo della parte crescenziana fu di breve durata, giacché il conte Sicco, missus di Ottone II, riprese il sopravvento in Roma; e poiché Benedetto VI era stato strozzato in prigione, fece eleggere un nuovo papa. Bonifacio VII, costretto ad uscire di Roma un mese dopo la sua tumultuosa elezione, si rifugiò a Costannnopoli portando seco quanto di prezioso gli fu possibile. Continuò però a proclamarsi legittimo papa; e quando, morto Ottone II (7 dicembre 983) a Roma, profittando della minorità di Ottone III, il partito dei Crescenzî riprese forza, Bonifacio ritornò nell'aprile 984, s'impadronì di Giovanni XIV e lo chiuse in Castel S. Angelo, dove morì quattro mesi dopo. L'autorità del papa in Roma restò eclissata da quella di Giovanni Crescenzio detto il Nomentano, che assunse il titolo di patrizio. Bonifacio morì improvvisamente nel luglio 985; ed il popolo oltraggiò il suo cadavere trascinandolo ignudo per le vie della città fino al Campo Laterano presso la statua equestre di Marco Aurelio. All'indomani i chierici gli diedero sepoltura. Aveva pontificato, dopo il suo ritorno, un anno e undici mesi.
Bibl.: Hefele-Leclercq, Hist. des Conciles, IV, p. 833 segg.; Duchesne, Les premiers temps ecc., p. 354 segg.; Lib. Pontif., ed. Duchesne, II, lxxvi, p. 257; G. Bossi, I Crescenzi, Roma 1915, p. 31 segg.; P. Fedele, Ricerche per la storia di Roma e del papato nel sec. X, in Arch. Soc. Romana storia patria, XXXIII-XXXIV (1910-11).