Bollywood
< bòliu̯ud> s. ingl., usato in it. come masch. – Genere cinematografico appartenente alla produzione di consumo indiana, a carattere popolare e musicale, generalmente in lingua hindi, che riecheggia le suggestioni dei musical hollywoodiani, rilette secondo le tradizioni, le cerimonie e le mitologie indiane (il termine b. deriva per fusione da Bombay e Hollywood). Dall'inizio del 21° secolo questa radicata tradizione cinematografica, si è ridefinita, dopo un periodo di crisi, riprendendo la sua sterminata produzione, e accentuando una spettacolarità meno ingenua e uno stile più smaliziato e ironico, rivolto soprattutto al pubblico giovanile. La produzione indiana si è internazionalizzata e non sono mancati i film di B. rivolti a un mercato mondiale, e che hanno fatto incontrare il genere anche con il cinema d’autore. I nuovi film di B. hanno accentuato la suggestione coloristica delle coreografie atletiche dinamiche che tradizionalmente, con il canto, conducono l’intrigo narrativo, melodrammatico, avventuroso, o comico-sentimentale, ma anche sviluppato una maggiore consapevolezza stilistica in cui la fantasia esotica si risolve in un andamento narrativo più moderno i grado di affrontare significati più complessi e talvolta sociali e politici; si orchestra una cifra visiva più vicina alle nuove tecnologie del video, e un'estetica televisiva più occidentalizzata, ponendovi a confronto d’altra parte anche le radici identitarie delle feste e delle tradizioni indiane, così come la storia del Paese. Sono nati film come Asoka (2001) di S. Sivan che dispiega in una grande narrazione storica le vicende del mitico sovrano fattosi monaco buddista, o Lagaan-C’era una volta in India (2001) di A. Gowariker, premio Oscar come miglior film straniero, contaminazione tra kolossal d’autore e stilemi di B., in cui l’ambienzione sotto la dominazione inglese offre l’opportunità di narrare una sfida al gioco del cricket che si fa metafora per l’emancipazione del popolo indiano, non senza riferimenti ai modelli popolari del western alla S. Leone. Parineeta (2005) di P. Sarkaar riprende le tradizionali peripezie sentimentali tipiche di B. in un racconto disteso nel lungo flashback in cui il figlio di un ricco possidente ricorda, in occasione delle imminenti nozze, la storia d’amore con l’antica sposa promessa Lolita che si intreccia con una vicenda di interessi economici. Anche Rab ne Bana Di Jodi (2008) di A. Chopra discioglie in una rutilante coreografia le vicende di una ragazza che resta vedova il giorno delle nozze, salvo trovare il nuovo sposo in un brillante ballerino, di cui scopre una doppia identità. Particolarmente originale Rang De Basanti (2006) di R.O. Mehra in cui lo stile B. si incastona in un metafilm che racconta della volontà di una regista di realizzare un film sulla resistenza indiana durante l’impero britannico, coinvolgendo cinque giovani attori, venendone ostacolata dalla corruzione governativa durante le riprese che avranno un esito tragico. Anche Om Shanti Om (2007) di F. Khan è ambientato nel mondo del cinema e si incentra sulle giovani generazioni affrontando un tema tipicamente indiano come la reincarnazione. Di ispirazione letteraria e occidentale è Saawariya-La voce del destino (2007) , ispirato a Le notti bianche di F. Dostoevskij, mentre Debangg (2010) di A. Kashyap arieggia al genere poliziesco raccontando le gesta di un poliziotto coraggioso ma senza scrupoli soprannominato Robin Hood, alle prese con la giovane malavita di un piccolo villaggio. Il cinema di B. deve il suo successo di pubblico anche ai divi del genere, vere e proprie idolatrate icone. Tra i divi maschili dell'ultimo decennio S. Khan, S.R. Khan (conosciuto come il re di B.), H.Roshan, tra le celebrità femminili, M. Dixit, Kajol, R. Mukherjee, A. Raj.