BLATTA (anche piattola, scarafaggio; lat. scient. Blatta L.; fr. cafard, cancrelat; sp. cucaracha; ted. Schabe, Küchenschabe; ingl. cockroach)
Nome comune degli Ortotteri cursori, costituenti il sottordine dei Blaitidi. Corpo nero od oscuro, appiattito, molliccio; testa depressa, nascosta almeno in parte dal pronoto; zampe lunghe, atte alla corsa; le anche (coxae) robuste inserite sulla linea ventrale; tarsi di cinque articoli con unghie terminali; le tre paia di zampe, di regola, sono poco differenti tra loro.
I pezzi della bocca sono atti a rodere e masticare; le antenne sono lunghe e setacee, le elitre variamente sviluppate secondo le specie, talvolta assenti; quando esistono non si riuniscono nel riposo lungo la linea mediana, ma si incrociano in modo che l'elitra sinistra ricopre in parte la destra; le ali hanno forma varia, ma il loro modo di plicatura si accorda a quello tipico degli Acridî e degli altri Ortotteri; spesso sono assenti o rudimentali. L'addome, depresso nel senso dorso-ventrale, largamente inserito alla base e poco mobile, comprende 11 segmenti non tutti completi; in entrambi i sessi esistono cerci. Le blatte depongono le uova racchiuse in ooteche o nidamenti, comunemente scambiati per uova. L'ooteca è una specie di borsa, consistente ed elastica, di color nerastro, portante in alto una sorta di carena ove sono già predisposti i fori d'uscita delle larve; un setto mediano la divide in due compartimenti, ciascuno dei quali contiene un numero determinato di uova, secondo la specie; essa si forma in apposita camera incubatrice della madre, ove il pacchetto già bene ordinato delle uova è rivestito di una sostanza organica che indurisce all'aria; l'emissione di questa voluminosa teca (circa 1 cm.) può durare parecchi giorni, e la si vede allora sporgere all'estremità dell'addome; una volta deposta, è abbandonata, e la madre muore poco tempo dopo. Le larvette appena schiuse sono bianche; così pure sono di un bianco latteo i grossi individui dopo ogni muta
I blattidi sono quasi tutti terrestri e cattivi volatori; per lo più vivono al buio e sono attivi solo di notte, per ciò hanno, oltre agli ocelli, occhi composti molto sviluppati; fuggono la luce, preferiscono i luoghi tiepidi e stanno spesso in società, senza però formare veri stati. Abitano nei boschi sotto le foglie morte; ma talune specie coabitano con l'uomo, infestando case, magazzini, ecc., pochissimo gradite, non solo per i danni che cagionano, ma anche per l'odore nauseante dovuto al secreto di speciali glandole addominali.
Comune nelle case è la Blatta orientalis L., di arca 20 mm. di lunghezza, bruno-nerastra; il maschio è alato, la femmina priva di ali e con rudimenti di elitre. Si suppone provenga dai paesi orientali, e, a quanto pare, va soppiantando in Europa la Phyllodromia (Blatta) germanica L., più piccola (11-13 mm.) di un colorito generale giallo-biondiccio; con ali in entrambi i sessi, anch'essa molto diffusa in tutto il globo. Importata in Europa con la navigazione e qui acclimata è la Periplaneta americana Fabr. (fr. cancrelat): di grandi dimensioni (28-32 mm.), di colorito ferruginoso, con elitre ed ali oltrepassanti l'addome in entrambi i sessi. In campagna vivono blattidi di piccole dimensioni dei generi Ectobia Westw., Aphlebia Br., ecc. In Europa si contano poco più di una trentina di specie; ma esse ammontano a più di 2000 in tutto il mondo. I blattidi sono tra gl'insetti più antichi, e furono molto abbondanti nel Carbonico, nella quale epoca costituivano quasi esclusivamente la popolazione entomologica delle foreste. Le blatte odierne debbono perciò riguardarsi come un piccolo residuo di una più estesa fauna.
Non è facile disfarsi degli scarafaggi: la lotta si fa in svariati modi: oltre alla caccia diretta, si usano trappole consistenti in vasi smerigliati all'interno, interrati nel suolo e innescati con liquidi dolci e aromatici; si usano altresì esche spalmate di preparati arsenicali e fosforici, come pure polveri e liquidi insetticidi polverizzati, e il solfuro di carbonio. In parecchie case si allevano ricci, grandi mangiatori di blatte.
Bibl.: Oltre le opere generali di entomologia e quelle sugli Ortotteri: L. Miall e A. Denny, The structure and life-history of the Cockroach (Periplaneta orientalis), Londra 1886; R. Shelford, Studies of the Blattidae, in Trans. Entom. Soc., Londra 1906 e 1907; J. Wille, Biologie und Bekämpfung der deutschen Schabe, Berlino 1920.