BIONE, figlio di Diodoro, da Mileto
Scultore ionico. Sappiamo da Diogene Laerzio (IV, 58) che ne parlava il periegeta Polemone (circa il 200 a. C.). Visse tra il sec. VI e il V; distrutta la sua città dai Persiani (494), lavorò per i Dinomenidi di Siracusa. Gli scavi francesi a Delfi hanno rimesso in luce una base firmata con il suo nome: essa reggeva l'ex-voto offerto da Gelone dopo la battaglia d'Imera (480): una Vittoria e un tripode in oro, di cui ci parla Ateneo (VI, 231 F) che riferisce la notizia da Teopompo, senza tuttavia menzionare l'artista. Diodoro Siculo (XI, 26, 7) accenna solo al tripode.
Un altro scultore Bione, da Clazomene o da Chio, sarebbe stato ricordato da Ipponatte (Diog. Laert., IV, 58), e perciò si può crederlo contemporaneo di lui.
Bibl.: W. Amelung, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, IV.