Vedi BETLEMME dell'anno: 1959 - 1994
BETLEMME (v. vol. II, p. 76)
Nell'area della città antica scavi parziali sono stati condotti unicamente nella zona della Basilica della Natività. Più in particolare, indagini sono state condotte nella piazza della chiesa (1934), all'interno della basilica (1935), nel convento francescano adiacente (1948-1951) e nelle grotte a Ν della Grotta della Natività (1962-1964). Altre indicazioni ci vengono da ritrovamenti occasionali o da ricerche di superficie.
Attraverso B. passano gli acquedotti romani che portavano a Gerusalemme l'acqua di sorgenti situate sulla strada di Hebron. Di notevole importanza è il sifone, del quale si conserva un buon tratto a Ν della città, presso la «Tomba di Rachele», composto di grossi anelli di pietra incastrati l'uno nell'altro; molti di questi portano iscrizioni con nomi di centurioni della decima legione, acquartierata a Gerusalemme dal 135 d.C.
La basilica di B., che si annovera tra le prime costruzioni cristiane promosse dall'imperatore Costantino, era provvista di un atrio esterno, o strada di accesso, pavimentato a grandi lastre di pietra e di un atrio interno mosaicato. Sul portico E, sopraelevato di alcuni gradini, si aprivano le tre porte della basilica. Il pavimento delle cinque navate della basilica era in mosaico (non sono stati trovati resti di alcun altro pavimento che sia possibile attribuire alla fase costantiniana); quello della navata centrale era molto più elaborato nella varietà del disegno e del colore; rimarchevole è la piccolezza delle tessere usate nel campo centrale a motivi geometrici (c.a 200 tessere per dm2). A O dell'aula basilicale si affacciava direttamente, a un livello poco più elevato, la zona sovrastante la grotta venerata, delimitata da strutture la cui formulazione architettonica è impostata sui lati dell'ottagono. Forse più che a un ottagono indipendente, come fu suggerito
in un primo tempo, si deve pensare a una grande conca ottagonale, come sfondo, e a cancelli disposti similmente a ottagono sulla fronte. Al centro, sopra la grotta, si elevava un baldacchino circolare sopra un basamento ottagonale di tre gradini. È dubbio se sotto di esso fosse collocato un altare o se si aprisse invece un oculus sull'interno della grotta. Il pavimento intorno era a mosaico, lavorato con maggiore finezza di quello della navata centrale e con l'aggiunta di motivi vegetali (vite) e animali (gallo, pernice). L'ingresso costantiniano alla grotta pare fosse collocato in testa alla navata della basilica, e permetteva di raggiungere il livello alquanto più basso della grotta mediante una scala a L. Davanti al primo gradino si delineava nel mosaico un emblema quadrato che conteneva il noto acrostico cristologico IXƟYC.
Accanto alla basilica costantiniana si stabilì nel 387 d.C. la comunità dei monaci latini guidata da Girolamo e dalla matrona romana Paola. Il sepolcreto della comunità latina è stato identificato con buona probabilità nelle grotte funerarie (IV-VI sec. d.C.) che si stendono a Ν della Grotta della Natività.
Eutichio, patriarca melchita di Alessandria nella prima metà del X sec., autore di una cronaca in arabo, attribuisce esplicitamente a Giustiniano la distruzione della basilica costantiniana e l'erezione di un nuovo edificio. Si tratta sostanzialmente di quello ancora oggi esistente. Sull'asse N-S fu mantenuta la medesima larghezza totale ma la proporzione fra la navata centrale e le quattro laterali fu modificata in favore di quella centrale. Sull'asse E-O si avanzò, dello spazio di un solo intercolumnio, la posizione della facciata, alla quale si antepose inoltre un ampio nartece. Conseguentemente anche l'atrio ricevette una nuova formulazione. Si rifecero i pavimenti a quota più alta, quello dell'atrio in pietra locale e quello della basilica in marmo bianco venato. Anche le pareti dovettero essere parzialmente rivestite di marmo e, per il resto, di mosaico. La zona soprastante la grotta fu ampliata considerevolmente nelle tre direzioni libere con l'aggiunta di tre spaziose absidi contrapposte e di navate avvolgenti. La costruzione precedente, al centro dell'ottagono, fu coperta da un più ampio «bema» recintato con cancelli anche sul lato E, dove assumeva una forma circolare. Nello spazio restante al di là di questo, una profonda cisterna (Pozzo dei Magi) attirava la devozione dei pellegrini. La doppia entrata laterale alla grotta fu aperta probabilmente in questo tempo, nel posto dove si entra ancora oggi, anche se nella sistemazione attuale degli ingressi si riconosce l'opera dei crociati (XII sec.). All'esterno, sul fianco Ν del nartece (Cisterna di S. Elena) è stata identificata l'area del battistero. Il fonte monolitico si trova deposto, fuori contesto, nella navata più meridionale della basilica. Dietro l'abside principale si apre l'ingresso a una grotticella di forma rotonda con una vaschetta nel mezzo: un bagno forse riservato a scopi liturgici o devozionali.
Sappiamo, dalle fonti dell'epoca, di diversi monasteri esistenti a B. nel V-VI sec. d.C. In due occasioni, recenti lavori edilizi compiuti in città hanno fatto conoscere qualche resto di due edifici di carattere religioso, probabili monasteri, senza permetterne tuttavia l'identificazione con qualcuno di quelli menzionati dalle fonti. Sono soprattutto pavimenti musivi con frammenti di iscrizioni greche rinvenuti presso la scuola di Terra Santa e ai «Pozzi di David». In quest'ultima località si conserva anche un sepolcreto sotterraneo con grandi arcosoli polisomi. Iscrizioni dipinte sulle pareti e qualche graffito ci informano sulla identità dei defunti.
La basilica giustinianea passò indenne attraverso la bufera delle invasioni persiana (614) e araba (634) e al momento dell'occupazione crociata della Palestina essa doveva conservarsi ancora in buono stato, tanto da non richiedere rifacimenti o restauri se non nella decorazione: a tale epoca risalgono infatti le pitture e i bei mosaici ancora in parte visibili. Fu inoltre aggiunta una torre o campanile sul lato Ν della facciata.
Bibl.: B. Bagatti, Gli antichi edifici sacri di Betlemme, Gerusalemme 1952; V. Corbo, Gli scavi di Kh. Siyar el-Ghanam (Campo dei Pastori) e i monumenti dei dintorni, Gerusalemme 1955; E. D. Stockton, Stone Age Factory Site at Arafa, near Bethlehem, in Liber Annuus, XV, 1965, pp. 124-130; L. Vetrali, Le iscrizioni dell'acquedotto romano presso Betlemme, ibid., XVII, 1967, pp. 149- 161; S. J. Sailer, Iron Age Remains from the Site of a New School at Bethlehem, ibid., XVIII, 1968, pp. 153-180; B. Bagatti, Recenti scavi a Betlemme, ibid., pp. 181-237; S. Sailer, The Byzantine Chapel Found at Bethlehem in 1962, ibid., XXII, 1972, pp. 153-168; V. Tzaferis, The Archaeological Excavations at Shepherds' Field, ibid., XXV, 1975, pp. 5-52; B. Bagatti, E. Alliata, Scavo ai 'Pozzi di Davide' a Betlemme, ibid., XXX, 1980, pp. 259-262.