CAPPONI, Bernardo
Nacque nel 1758 a Barbana d'Istria da famiglia di origine fiorentina. Compiuti gli studi a Padova, venne chiamato appena ventiquattrenne a fungere da medico comunale a Lussinpiccolo. Oltre a esercitare la professione il C., intelligente e intraprendente, s'impegnò a dare consigli e suggerimenti ai padroni di barche e ai capitani lussignani, esortandoli a estendere le loro relazioni d'affari e ad associarsi fra loro per poter più agevolmente formare capitali per il grande cabotaggio e per suddividere insieme i rischi. Con l'appoggio di amici triestini e veneziani, egli poté costituire in Lussinpiccolo una prima società commerciale, che acquistò una grossa nave e la mise sotto carico per conto sociale. Purtroppo la nave affondò in circostanze rimaste ignote, ma il C. perseverò nei suoi propositi: nel 1794 si fece promotore della Società istitutrice delle scuole pie, il cui capitale doveva servire a stipendiare gli insegnanti d'una scuola pubblica elementare e nautica, sull'esempio di quelle di Perasto e di Trieste, e inoltre di un Cancello di sicurtà, con agenzie a Venezia, Trieste e Fiume, per assicurare le navi contro i rischi del mare e fornire capitali "a lucro".
Con gli interessi ricavati si doveva istituire una farmacia pubblica, sovvenzionare i soci bisognosi, dotare fanciulle povere e meritevoli, acquistare libri per fondare una biblioteca circolante, e macchine e strumenti di fisica e nautica per la scuola. Mentre il Cancello di sicurtà dava i suoi primi frutti, e veniva eretto in posizione dominante l'edificio scolastico o seminario, la Società prosperava grazie a un cospicuo lascito di 3.000 ducati. Ma soltanto nel 1804, dopo la caduta della Repubblica veneta, l'edificio scolastico poté essere inaugurato, venendo arricchito in seguito anche d'una sezione ginnasiale.
Dopo la pace di Presburgo, con il passaggio dell'Istria e della Dalmazia ex venete al Regno d'Italia, Lussinpiccolo e Lussingrande, prima dipendenti da Ossero, costituirono un comune autonomo, cui venne preposto nel 1805 il primo podestà nella persona del Capponi. Il nuovo comune contava 5.500 abitanti, varie compagnie d'assicurazione marittima, un istituto nautico e un cantiere. Purtroppo per le misure del blocco continentale e del controblocco inglese, il commercio languiva o si riduceva al contrabbando. La occupazione inglese ridiede temporaneo spazio al commercio, mentre restavano in vigore le leggi napoleoniche. Ritornata l'isola sotto il controllo del provveditore generale della Dalmazia, questi non tardò ad innalzare il C., caldo fautore del regime napoleonico e d'ogni iniziativa di progresso, a vicedelegato per il cantone del Quarnero.
In questa carica però egli, per dare esecuzione agli ordini del governo, suscitò non lievi malumori nella popolazione, che vedeva lesi i propri interessi ed offesi i sentimenti religiosi e civili. Nel giugno 1807 il C. venne costretto a sottrarsi con la fuga alle minacce di alcuni scalmanati, ma pochi giorni dopo, un'adunanza di duecento capifamiglia decise di chiedere perdono al vicedelegato e al governo. Il C. accettò le scuse e capeggiò anzi una delegazione "per riparazione" a Zara.
Riaccesasi la guerra nel 1809, l'isola dovette fornire i primi marinai alla flotta da guerra; poco dopo venne nuovamente occupata dalle forze inglesi, e con la pace di Schönbrunn restituita ai Francesi che la fecero rientrare nelle Province illiriche di nuova costituzione. Al maresciallo Marmont, che vi era preposto, il C. con due colleghi fece visita a Fiume nel febbraio 1810 per esprimergli i sentimenti di devozione del comune e l'aspettazione di provvedimenti atti a ristorare la città dei danni subiti durante il conflitto.
Il C. non fu però riconfermato a cariche pubbliche: la Società delle scuole pie e i fondachi, rimasti senza rendite, cessarono ogni attività; l'edificio stesso del seminario venne distrutto da un incendio (1813). Con la nuova guerra e la caduta di Napoleone, successe un nuovo periodo di miseria e la trasformazione della scuola privata in scuola obbligatoria di lingua tedesca. Solo dopo il 1830 la marineria lussignana riprese slancio per opera di don Stefano Vidulich, parroco ed armatore, dei Cosulich e dei Martinolich. Ma ormai il vecchio C., sospetto alle autorità, si era estraniato dalle attività pubbliche; egli morì in Lussinpiccolo nell'anno 1834.
Bibl.: M. Nicolich, Storia documentata dei Lussini, Rovigno 1871, p. 208; F. Vidulich, Lussinpiccolo, Parenzo 1884, pp. 56-58; P. Stancovich, Notiziedegli istriani viventinel 1829 distinti per lettere, arti edimpieghi, a cura di F. Glezer, Parenzo 1884, p. 76; G. Gerolami, L'isola marinara, Udine 1951, pp. 117-179 passim, 345; G. Gerolami, Tre pionieri dellamarina lussignana, in Pagine istriane, s. 3, II (1951), 5, pp. 10-14; 6, pp. 31-35.