Nome italiano di Citrus bergamia o Citrus aurantium sottospecie bergamia. Alberetto della famiglia Rutacee, alto fino a 3 m, con rami pendenti, foglie un po’ bollose, piccioli debolmente alati, fiori bianchi, di odore soave. Il frutto (detto anch’esso b.) è un po’ più piccolo di un’arancia ordinaria, sferico o leggermente piriforme: ha buccia sottile, liscia, color giallo limone; contiene 10-15 spicchi a polpa acidula. È d’origine ignota, probabilmente ibrida. In Italia si coltiva fin dagli inizi del 18° sec. su un’area ristretta presso Reggio di Calabria (costa del Mar Ionio), principalmente per ricavarne l’essenza, in due varietà poco diverse: femminella, più piccola, a rami esili, con frutti sferici, lisci (v. fig.); castagnara, più vigorosa, con frutti meno sferici, alquanto rugosi e fruttificazione più costante.
Essenza di b. Olio etereo; liquido di color giallo, da bruno a verde, ottenuto per pressione della parte esterna del pericarpio del b., dotato di odore piacevole e sapore amaro, solubile in alcol. Si estrae poco meno di mezzo chilo d’essenza per ogni quintale di frutti e la produzione si aggira sui 160.000 kg, in gran parte esportati.