BERARDO
Nacque a Cagli, non sappiamo in quale anno. Il cognome che gli viene comunemente attribuito dalla storiografia, "de' Berardi" o "Berardi", corrispondente a quello di una nota famiglia di Cagli, non compare in nessuna delle fonti a lui contemporanee. Canonico di Osimo e, probabilmente, anche di Cagli, nel 1276 veniva eletto vescovo della sua città da una parte del capitolo, mentre l'altra fazione gli contrapponeva Rainaldo, abate di S. Pietro di Massa in Monte Nerone; la morte di Rainaldo da un lato, e dall'altro l'elezione di B. a vescovo di Osimo, quale successore di Benvenuto, da parte del capitolo di quella città, nel 1283, vennero a troncare il contrasto. L'elezione di B. fu confermata da papa.
Martino IV con una bolla del 18 genn. 1283, dopo che, come nella bolla stessa si precisa, era stata riconosciuta canonica dai cardinali di Albano, di S. Lorenzo in Lucina e di S. Giorgio in Velabro, al cui esame era stata sottoposta; il vescovo di Tuscolo venne incaricato della consacrazione.
Per quanto riguarda l'attività episcopale di B., sappiamo che papa Onorio IV lo incaricò, il 13 febbr. 1286, di consegnareai frati predicatori il monastero benedettino di S. Fiorenzo, monastero che, in piena decadenza sia materiale sia spirituale, già molte preoccupazioni aveva date al vescovo suo predecessore; il 1° giugno 1286 B. venne nominato dallo stesso papa "conservator et defensor" dei frati minori della Marca anconitana. B. fece costruire due palazzi per l'episcopio; cedette al Comune di Osimo i castelli di Storaco e Tornazzano in cambio della villa di Monte Torto, e fondò nel 1287 l'ospedale di S. Bartolomeo di Agugliano. A B. risale inoltre l'iniziativa, sollecitata, a quanto pare, da membri della Curia rc;mana (tra i quali vi era forse anche il futuro papa Niccolò IV), di aver chiesto al Comune di Osimo, il 23 marzo 1284, di inviare una solenne ambasceria a Roma, "pro canonizatione... Benvenuti", il suo immediato predecessore. Diversi atti amministrativi del suo episcopato, per lo più contratti enfiteutici, sono conservati nell'Archivio vescovile di Osimo, nel Protocollo di S. Benvenuto.
Il 16maggio 1288 da Niccolò IV B. venne creato cardinale vescovo di Palestrina: la sua prima sottoscrizione come tale è del 3 settembre. Nel gennaio dell'anno seguente, in base al privilegio concessogli dal capitolo osimano, B. si sceglieva il successore alla cattedra di Osimo nella persona del priore di S. Croce di Fonte Avellana, dapprima, e, dopo il rifiuto di questo, in Monaldo, suddiacono del papa.
Il 22 giugno 1289 Niccolò IV gli affidava una legazione nel Regno di Sicilia. Il papa aveva da pochi giorni incoronato re di Sicilia, a Rieti, Carlo II d'Angiò e lo spingeva all'azione contro gli Aragonesi: la missione principale del legato consisteva nel sostenere l'Angioino, e a tal fine B. venne fra l'altro nominato collettore delle decime sui redditi ecclesiastici, che per tre anni si sarebbero dovute devolvere a favore di Carlo. Una lunga serie di bolle gli conferiva ampi poteri.
Ricordiamo, tra le altre, quella del 22 giugno 1289 con la quale B. veniva nominato legato apostolico "... ut evellas, destruas, dissipes et disperdas, edifices et plantes ac facias auctoritate nostra quaecumque ad honorem Dei et prosperum statum illarum partiuni ac reformationem prosperi status regis et regni..." gli sembri opportuno; e quella, emessa nello stesso giorno, in cui il pontefice affidava a B. l'incarico di indurre al giuramento di fedeltà a Carlo i nobili del Regno, concedendogli anche la facoltà di minacciarli della privazione dei feudi avuti dalle Chiese del Regno, qualora gli sembrasse opportuno.
Benché i suoi compiti di legato pontificio fossero essenzialmente di natura politica, B. si interessò tuttavia direttamente anche alla cura e alla riforma degli enti ecclesiastici del Regno, non mancando di sollecitare da Roma quei provvedimenti che gli fossero sembrati, caso per caso, necessari: fu incaricato infatti, nel novembre 1290, da Niccolò IV, di indagare sull'amministrazione della Chiesa di Melfi da parte dell'arcivescovo Ruggero di S. Severina, accusato dai suoi canonici, nel dicembre fu nominato amministratore della stessa Chiesa; nel febbraio dell'anno seguente citava dinanzi alla Sede apostolica Giacomo Teatino, inquisitore nel Regno di Sicilia e in Benevento, per aver scomunicato il vescovo di Aversa; procedeva alla nornina del vescovo di Capua approvata nello stesso mese, il giorno 10; nel marzo il pontefice gli affidava la difesa della causa del capitolo melfitano contro Roberto di Lavello, e nell'aprile gli concedeva la facoltà di procedere - nonostante l'interdetto che pendeva sulla Sicilia - alla restaurazione dei monasteri della diocesi messinese, in rovina a causa della guerra. Il 13 di quel mese B. era poi incaricato di occuparsi anche della riforma della chiesa di S. Nicola a Bari. Diverse bolle gli conferivano inoltre il compito di provvedere a vescovati danneggiati dalla guerra.
Il cardinale morì durante la sua legazione, nel maggio 1291, presso Ponte Vico nel territorio di Spoleto. Per sua volontà fu fondato e dotato, nella diocesi spoletina, il monastero benedettino di S. Maria de Ponte.
Fonti e Bibl.:Les registres d'Honorius IV, a cura di M. Prou, Paris 1888, nn. 111, 291, 294, 935; Les registres de Martin IV, a cura dei membri de l'Ecole française de Rome, Paris 1901, n. 214; Les registres do Nicolas IV, a cura di E. Langlois, Paris 1886-1893 (v. Indice dei nomi, II, p. 1123); A. Ciaconius-A. Oldoinus, Vitae Pontificum Romanorum et S. R. E. Cardinalium, II, Romae 1677, coll. 266 ss.; L. Martorelli, Memorie storiche dell'antichissima città di Osimo, Venezia 1705, pp. 425 ss.; F. Ughelli - N. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, col. 502; II, ibid. 1717, coll. 818 ss.; P. Compagnoni-F. Vecchietti, Memorie istorico-critiche della Chiesa e dei vescovi d'Osimo, Roma 1782-83, II,pp. 445 ss.; III, pp. 5-25; V, Appendice de' documenti, pp. 104 ss. (nn. LXIV, LXVI); O. Vehse, Benevent und die Kurie unter Nicolaus IV., in Quellen und Forschungen aus ital. Archiven u. Biblioth., XX (1928-29), pp. 63 ss.; E. G. Léonard, Les Angevins de Naples, Paris 1954, p. 172; S. Runciman, The Sicil. Vespers, Cambridge 1959, p. 266; Dict. d'Hist. et de Géogr. Eccl., VIII, coll. 324 ss.