BENTIVEGNA (Bentivegni), Bentivegna
Nato probabilmente prima del 1230, quasi certamente da famiglia di Todi, è spesso descritto quale fratello del cardinale Matteo di Acquasparta: ma questa ipotesi è quasi certamente errata, mentre più probabile appare una sua parentela con Angelario Bentivegna. Ottenne il magistero in teologia ed entrò nell'Ordine dei frati minori. Fu per qualche tempo rettore dell'ospedale di Todi (1255) e "custos" della Provincia francescana dell'Umbria. Cappellano domestico del cardinale di Palestrina Stefano, nel 1266, del card. Gian Gaetano Orsini, poi Niccolò III, il 18 dic. 1276 fu creato vescovo di Todi.
Il B. fu notato per ulteriori promozioni, quando il cardinale Orsini divenne papa nel 1277. "Intimus amicus" del. pontefice, secondo Salimbene, che lo conobbe e che parla di lui in un breve passo che merita una citazione integrale: "Hie fuit ex ordine minorum et lector in theologia et pulcher homo et bonus et honestus et intiInus amicus domni papae Nicholai tertii, qui etiam fecit eum cardinalem, quia aliquando habitavit cum eo et ordinem suum affectuose dilexit". Tra i beni registrati nel testamento dei B. viene ricordato un anello "che appartenne al sìgnor nostro Niccolò di santa memoria".
Il 12 o 13 marzo 1278 il B. fu nominato cardinale-vescovo di Albano e nuovamente divenne confessore personale di Niccolò III. Il 26 sett. 1279 fu delegato quale capo della penitenzieria apostolica, incarico che mantenne per il resto della sua vita: la sua attività è testimoniata in un registro, o'libro di formule, giunto sino a noi, che contiene il testo di sessantun lettere da lui inviate in qualità di penitenziere capo. La maggior parte di questi documenti riguardano dispense per filiazioni illegittime, ordinazioni irregolari, mancata osservanza dell'interdetto, casi di violenza da parte di ecclesiastici e di laici nei riguardi di altri ecclesiastici, apostasie e dispense matrimoniali. La tendenza del B. fu di ridurre le pene richieste inizialmente: il registro lascia nel lettore l'impressione di un amministratore coscienzioso e benevolo e ci conferma la caratterizzazione succitata di Salimbene. Meno ben documentata la restante attività del cardinalato del Bentivegna. Si sa che collaborò con Niccolò III e con il cardinale Girolamo Masci (il futuro Niccolò IV) nello stendere la bolla Exiit qui seminat (1279), che fu un tentativo di risolvere i dissensi interni dell'Ordine francescano col definire gli obblighi sull'osservanza, da parte dei francescani, della povertà.
Il B. divenne commendatario della chiesa romana di SS. Giovanni e Paolo (1288); fu incaricato di numerose legazioni minori e diventò decano del sacro collegio.
Come cardinale continuò a interessarsi degli affari di Todi, poiché il Comune aveva fatto ricorso a lui in relazione alla scomunica di alcuni cittadini tudertini, nonché per il tentativo di assicurare l'esenzione dalla giurisdizione del rettore del Patrimonio di S. Pietro nella Tuscia (settembre-ottobre 1278). Nel suo testamento (del giugno 1286: con codicilli del 7 nov. 1286, 3 maggio 1288 e 25 marzo 1289) il B. faceva numerosi lasciti a chiese e a fondazioni religiose di Todi, e in particolare ai frati minori. Egli lasciava inoltre i suoi numerosi paramenti liturgici e alcuni libri ai francescani di Todi, oltre a diversi lasciti a parenti (il testamento menziona il fratello Simone, otto nipoti maschi, otto nipoti femmine e due bisnipoti). Morì nel 1290.
Fonti e Bibl.: Salimbene, Cronica, a cura di F. Bernini, II, Bari 1942, p. 197; Todi, Bibl. Com., G. Guazzaroni, De i vescovi tudertini, ms. del sec. XVIII, ff. 79 v; L. Leonij, Inventari o dei codici della Comunale di Todi, Todi 1878, pp. 78-85 (ma cfr. il ms. in Todi, Archivio Comunale, Arm. IV, Cas. V., n. 17. Il testamento prova in modo altamente probabile che la famiglia del B. è originaria di Todi, poiché menziona il cardinale Matteo quale esecutore soltanto in un codicillo del 1289 e non come parente dello stesso B.; A. Tenneroni, Inventario di sacri arredi appartenenti ai card. Bentivenga e Matteo B. d'Acquasparta, in Arch. stor. ital., s. 5, II (1888), pp. 260-66; L. Leonij, Cronaca dei vescovi di Todi, Todi 1889, pp. 63 s.; C. Eubel, Der Registerband des Cardinalgrosspönitentiars Bentevenga, in Arch. für Katholisches Kirchenrecht, LXIV (1890), pp. 3-69 (l'intr. contiene la migliore biogr. sul B.); A. van den Wyngaert, in Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., VIII, Paris 1935, col. 281.