bearish
agg. inv. Nel linguaggio borsistico, all’insegna dell’orso, relativo a mercato con forte tendenza al ribasso.
• Meno nubi sul lusso. Dopo un 2009 nero, i maggiori gruppi europei del settore si preparano a vivere un anno, il 2010, più sereno in termini di vendite. Certo, si tratterà di una fase ancora caratterizzata da segnali di debolezza. Ma in netto recupero rispetto alle performance degli ultimi trimestri. A dirlo sono gli analisti della banca giapponese Nomura che, incoraggiati da un “trend in fase di stabilizzazione”, hanno alzato il rating sui titoli del comparto da «bearish» a «neutral». (Mariangela Tessa, Repubblica, 26 ottobre 2009, Affari & Finanza, p. 22) • La banca è «bullish» sui titoli di Stato italiani, portoghesi, belgi e austriaci perché hanno prezzi molto bassi e possono attrarre l’interesse degli investitori a caccia di rendimento. Per motivi diametralmente opposti, Natixis è «bearish» sui titoli di Stato tedeschi, finlandesi e olandesi perchè sono estremamente cari, sovrastimati. (Isabella Bufacchi, Sole 24 Ore, 15 luglio 2012, p. 7, Primo Piano) • Forse c’è ancora qualcuno capace di muovere i mercati petroliferi con una frase. Se l’influenza dell’Opec si è un po’ appannata, non sembra venuta meno quella di Goldman Sachs, il cui ultimo report ha contribuito ad arrestare il tracollo dei prezzi. «L’eccesso di offerta ancora non c’è, esiste solo nelle aspettative. I prezzi probabilmente si sono spinti troppo al ribasso», hanno scritto gli analisti della banca (tuttora «bearish» nel lungo termine). (Sole 24 Ore, 18 ottobre 2014, p. 29, Finanza & Mercati).
- Dall’ingl. bearish, a sua volta derivato dal s. ingl. bear ‘orso’.
- Già attestato nel Corriere della sera del 23 febbraio 1993, p. 19, Economia (Eugenio Occorsio).