BAUDI DI VESME, Alessandro
Figlio di Carlo e di Amata de Courbeau-Vaulserre, nacque a Torino il 23 maggio 1854. Dopo aver seguito studi letterari entrò, nel 1879, quale allievo ricercatore negli archivi di Stato, divenendo sotto-archivista.
Fin dagli inizi il B. si dimostrò incline a ricerche storico-artistiche, seguendo la traccia del Vernazza e di quei cultori di storia patria che in Piemonte, alla fine del '700, avevano dato un particolare impulso alla storiografia artistica fondandola sulla ricerca documentaria, mentre la tradizione, fino allora consistente in "guide", mancava di un apparato critico-storico. In questo senso egli riuscirà a fornire arricchimenti veramente preziosi per la storia dell'arte locale. Il B. intraprese negli archivi piemontesi una vasta e capillare ricerca fra le lettere dei ministri e nei rendiconti della Real Casa, riuscendo a precisare, con documenti di pagamento e lettere di allogazione, le commissioni affidate da casa Savoia a pittori, scultori e architetti; non trascurò le arti minori e si interessò, oltre che della pittura locale, anche dei più vasti rapporti artistici del Piemonte con l'Europa. I suoi primi lavori furono appunto dedicati a Van Dyck ritrattista di casa Savoia e all'acquisto da parte di Carlo Emanuele III della quadreria, del principe Eugenio a Vienna, nucleo importante della Pinacoteca Sabauda.
Nominato nel 1887 vice-direttore della Pinacoteca, il B. ne ebbe la direzione nel 1888, alla morte di C. Arpesani, e nel 1895 fu riconosciuto con il titolo effettivo. Da allora, fino al 1899, la sua attività proseguì secondo una duplice direttiva: da una parte come ricerca documentaria per la storia dell'arte in Piemonte, con riguardo alla pittura arcaica, da Spanzotti a Defendente, e alla pittura del '600 e del '700, per il palazzo e gli antichi castelli reali (con lavori dedicati a Spanzotti e alla sua scuola, a mano a mano procedendo dal Caroto a Sanmicheli, fino ai Van Loo; per la parte riguardante il '600 e il '700, con ricerche intraprese negli archivi francesi, inglesi, e a Vienna, per le lettere di ministri all'estero). D'altra parte attese a un nuovo riordinamento della Pinacoteca (la quadreria di casa Savoia) secondo criteri nuovi, con una schedatura che è rimasta esemplare, e di cui è testimonianza il catalogo pubblicato nel 1899 e, in seconda edizione (oggetto di assidue cure), nel 1909: strumento unico per lo studio di tale complesso e modello seguito da altre pinacoteche. Contemporaneamente il B. studiava la storia dell'incisione in Italia, tenendo come base le raccolte di stampe della Pinacoteca Sabauda, della Bibl. Reale e quelle della sua stessa collezione (ora in parte passata alla Sovrintendenza alle Gallerie del Piemonte); il risultato fu un'opera unica in Italia, Le peintre-graveur, inteso come rigorosa e deferente continuazione dell'opera del Bartsch, che ottenne meritato successo e andò rapidamente esaurita dopo essere stata edita nel 1901 e 1906.
Ritiratosi dalla carica di direttore della R. Pinacoteca e soprintendente degli oggetti d'arte del Piemonte e della Liguria, il B. morì a Torino il 27 ag. 1923. La vendita della sua collezione, e lo stesso annuncio della morte, passarono pressoché sotto silenzio, essendo egli non gradito al regime fascista.
Tra le cariche che il B. accettò con maggiore entusiasmo va ricordata quella di segretario della Deputazione di storia patria (dal 1918); fu anche socio dell'Accademia delle Scienze dal 1901 e commissario per la conservazione dei monumenti artistici del Piemonte. La sua instancabile attività di ricercatore è testimoniata non tanto negli studi a stampa, quanto nelle schede da lui lasciate manoscritte e in parte pubblicate postume dalla Società piemontese di archeologia e belle arti: nel 1928, a cura di A. M. Brizio, la sezione riguardante la seconda metà del sec. XVI; e nel 1932, a cura di L. Rovere, quella dedicata all'arte negli Stati sabaudi ai tempi di Carlo Emanuele I, di Vittorio Amedeo I e della reggenza di Cristina di Francia. Il seguito, per il '600 e '700, ancora in schede manoscritte in deposito presso il Museo Civico di Torino e di proprietà della Società piemontese di archeologia e belle arti, è servito finora di base per numerosi studi sull'arte in Piemonte ed è in corso di pubblicazione, col titolo Schede Vesme (è uscito il I vol., fino alla lettera C, Torino 1963).
Scritti del B.: Van Dyck peintre de portraits des princes de Savoie, in Miscell. di storia ital., XXIV (1885), pp. 99-153; Sull'acquisto fatto da Carlo Emanuele III... della quadreria del principe Eugenio di Savoia, ibid., XXV(1887), pp. 163-256; Torquato Tasso e il Piemonte…, ibid., XXVII (1889), pp. 45-132; Martino Spanzotti maestro del Sodoma, in Arch. stor. d. arte, II (1889), pp. 421-423; Saggio d'iconografia sabauda..., in Atti d. Soc. di archeol. e belle arti per la prov. di Torino, V (1889), pp. 157-208; Il primo maestro di Bernardino Lanino, in Arch. stor. d. arte, III (1890), pp. 79-90; I Van Loo in Piemonte, ibid., VI (1893), pp. 333-368; Giovan Francesco Caroto alla corte di Monferrato, ibid., s. 2, I (1895), pp. 33-42; Matteo Sanmicheli scultore e architetto cinquecentista, ibid., pp. 274-321; Chi era il padre di Matteo Sanmicheli, ibid., s. 2, III (1897), pp. 275-280; La R. Pinacoteca di Torino (con amplissima appendice: Inventario de'quadri di Sua Altezza Reale..., del signor Antonio della Cornia..., pp. 35-68), in Le Gall. naz. ital., III (1897), pp. 3-68; Catal. della R. Pinacoteca di Torino, Torino 1899 e ibid. 1909; recensione a Wauters: Le Retable de S.te Walburge commandé à B. v. Orley par la Confrérie de la S.te Croix de Furnes (n. 194 della R. Pinacoteca di Torino), in L'Arte, III (1900), p. 132; Di alcune monete, medaglie e pietre dure intagliate per Emanuele Filiberto duca di Savoia, Torino 1901; Le peintre-graveur italien. Ouvrage faisant suite au "Peintre-graveur" de Bartsch, Milan 1906(ristampa anastatica, Torino 1963); in collaborazione con C. Frati e C. Cipolla: Il Messale miniato del cardinale d'Aragona (codice d. Bibl. Naz. di Torino), Torino 1906; Un quadro inedito del Sodoma, in Miscell. di studi storici in onore di A. Manno, Torino 1912, II, v. Indice; Paralipomeni tiepoleschi, in Miscell. di scritti varii in onore di R. Renier, Torino 1912, v. Indice; Baldassare Mathieu, pittore di Anversa, in Atti d. Accad. d. scienze di Torino, XLIX (1913-14), p. 1018; Nuove informazioni intorno a Martino Spanzotti - I principali discepoli del pittore M. Spanzotti, Torino 1918; Un quadro perduto di F. Goya, Lucca 1918; Il "Maestro della Trappola per sorci". Tentativo di identificazione, in L'Arte, XXIV (1921), pp. 175-180; La famiglia del pittore Defendente Ferrari, in Boll. d. soc. piem. di arch. e belle arti, VI (1922), pp. 1-8; La famiglia del pittore Macrino d'Alba, ibid., pp. 9-24; Per le fonti della storia dell'arte piemontese, in Atti del X Congresso internazionale di storia dell'arte in Roma [1912], Roma 1922, pp. 501-506; Oeuvres d'art exécutées en France au cours du XVIIe siècle pour les princes de Bourbon-Soissons et de Savoie-Soissons, in Actes du Congrès d'histoire de l'art..., Paris 26 septembre-5 octobre 1921, Paris 1924, II, 1, pp. 74-83.
Bibl.: A. Venturi, A. B. di Vesme, Saggio di iconografia sabauda, in Arch. stor. d. arte, II (1889), p. 385; G. De Nicola, A. B. di Vesme, Le peintre-graveur italien (recens.), in L'Arte, IX (1906), pp. 235 s.; L. Rovere, A. B. di Vesme, in Boll. d. soc. piemontese di archeol. e belle arti, VIII (1924), pp. 41-44; A. M. Brizio, Manoscritti del conte A. B. di Vesme riguardanti l'arte in Piemonte nella seconda metà del sec.XVI, in Atti d. soc. piemontese d'archeol. e belle arti, XI(1928), pp. 93-326; M. Pittaluga, Arti e studi in Italia nel '900. Gli storici dell'arte, II, in La Nuova Italia, I (1930), pp. 452 s.; E., Dervieux, L'opera cinquantenaria della R. Dep. di storia patria di Torino, Torino 1935, v. Indice; S.Lodovici [S. Samek Ludovici], Storici, teorici e critici delle arti figurative (1800-1940), Roma 1942, p. 46.