BATO
. Principe mongolo, nipote di Genghīz Khān. Poiché la legittimità della nascita di Khān era dubbia, così anche B. trovò difficoltà per partecipare all'eredità di Genghīz Khān. Morto questi (1229) e nominato Gran Khān il terzo figlio di lui, Ogotāi (1229-1241), B. ne riconobbe l'autorità e si sottomise a lui senza resistenza. Poi, quando nel 1235 il movimento di conquista dei Mongoli riprese in diverse direzioni, B. fu posto a capo della marcia verso il nord-ovest europeo. Ma B. non godeva di autorità fra i suoi parenti che con lui prendevano patte alla campagna. Nel corso di 4 anni (1237-1241) l'esercito mongolo compì una serie di grandi campagne, sottomettendo la Russia, l'Ungheria e la Bulgaria: ma B. non ebbe parte direttiva nella guerra. Il comandante effettivo era Subutāi, il migliore generale mongolo. La campagna fu tuttavia interrotta: ché quando B. aveva messo il suo campo presso Vienna, gli giunse la notizia della morte di Ogotāi; ed egli fece ritirare gli eserciti mongoli. Dopo alcuni anni di reggenza di Turakina (vedova di Ogotāi), fu eletto Gran Khān il figlio di Turakina e Ogotāi, Guyūk; ma egli morì improvvisamente al principio della campagna (verosimilmente fu ucciso dai partigiani di B.). Nel 1251 fu scelto Gran Khan il figlio di Tulūi Mőngke, col quale B. era in buoni rapporti. Negli ultimi anni di vita l'attenzione di B. fu rivolta agli affari generali dell'impero e il governo dell'Orda d'oro passò di fatto nelle mani del figlio di B., Sartāq.
Bibl.: H. Howorth, History of the Mongols, II, i (1880); I. Curtin, The Mongol in Russia, 1908; E. Bretschneider, Medieval Researches, 1910; N. Verelovskij, Rodoslovnaja tablica pervych cinzigidov Zolotoj Ordy (Tavola genealogica dei primi cingizidi dell'Orda d'oro), in Izvestija otdel. russk. jaz. i slov. Akad. Nauk., 1916; J. Umiński, Niebezpieczeństwo tatarskie w polowie XII w. (Il pericolo tartaro alla metà del sec. XIII), 1922.