BULGARINI (Bolgarini), Bartolomeo
Il più antico documento riguardante questo pittore senese è dell'anno 1345; ma secondo il Milanesi e il Romagnoli un codice, ora irreperibile, dava notizie d'un pagamento nel 1337 per le copertine dei libri di Biccherna di quell'anno. La notizia del 1345, che ricorda un pagamento per un quadro (Milanesi, p. 49 nota 4), e un'altra del 1349 ci fanno sapere che il B. dipingeva a Siena in questi anni. In un documento pistoiese del 1347-50 (Fabriczy) il B. è indicato come uno dei migliori "maestri di Siena", e si raccomanda che lo si prenda in considerazione, insieme con i pittori fiorentini Taddeo Gaddi, Andrea Orcagna, Nardo di Cione e il senese Iacopo di Mino, per l'esecuzione di un'ancona in S. Giovanni Fuorcivitas.
Nel 1353 il B. ricevette un pagamento per tavolette di Biccherna (per tutta la questione vedi Meiss, 1936, pp. 128-131; 1955, p. 131 n. 35). Nel 1362 egli occupò una carica pubblica (Meiss, 1936, p. 118 n. 2) e nello stesso anno, con "Lucha" (forse di Tommè) e "Iachomo" (forse di Mino), era pagato per aver spostato "la Madonna" nel duomo (la Maestà di Duccio; Milanesi, p. 50 nota). Nel 1363 il nome del B. compare nel Libro delle Capitudini delle Arti (ibid., p. 49); nello stesso anno si fece oblato nell'Ospedale dei frati di S. Maria della Scala (A. Lisini, Elenco dei pitt. senesi..., in La Diana, II[1927], p. 300: Bartolomeo di Bulgarino) e nel 1370 donava all'Ospedale i suoi averi e le sue terre con l'accordo che sua moglie e sua figlia godessero dell'usufrutto finché fossero in vita (Meiss, 1936, p. 119 nota 1). In questo tempo il B. possedeva una casa sita "nel populo di S. Pietro a Vile" (Ovile) in cui abitò fino alla morte, avvenuta il 4 sett. 1378.
Nel 1376 "Frate Bartolomeo Bolgharini" fece parte d'un consiglio per la costruenda cappella della Piazza del Campo (Milanesi, p. 275). Nel decennio 1370-80 il B. dipinse due ancone per la chiesa dell'Ospedale: una, firmata e datata 1371 e ricordata anche da Neri di Donato nella sua Cronaca senese (Rer. Ital. Script., 2 ediz., XV, 6, a cura di A. Lisini-F. Iacometti, p. 653); l'altra, incominciata poco prima di morire, rimase incompleta e fu probabilmente finita da Andrea Vanni o da un altro pittore (Meiss, 1936, p. 121 n. 1). Inoltre, una vecchia tradizione riferisce che la chiesa di S. Francesco in Colle Val d'Elsa possedeva un'ancona dipinta dal B. (ibid., pp. 122 s. nota) e il Vasari, alla fine della vita di Pietro Lorenzetti, ricorda tra i suoi allievi "Bartolommeo Bologhini" che avrebbe dipinto molte tavole e in particolare "quella che è in sull'altare" della cappella di S. Silvestro in S. Croce a Firenze; il Vasari stesso avrebbe ricavato il ritratto del Lorenzetti da uno di mano del B. "in una tavola in Siena".
Queste varie notizie sul B. e il fatto che fu citato dal Vasari dimostrano la sua importanza. Un tempo si identificava con lui l'autore d'un trittico nella chiesa di S. Francesco a Tivoli firmato "Bartolomeus de Senis"; ma nel 1936 il Meiss ha notato che questo trittico è di un pittore debole che non si potrebbe mai mettere alla pari con Iacopo di Mino e tanto meno con Taddeo Gaddi, Nardo o l'Orcagna. Lo studioso propose invece l'ipotesi che il B. fosse l'autore delle opere attribuite da B. Berenson (Ital. Pictures of the Renaissance, Oxford 1932, p. 294) a ("Ugolino Lorenzetti" e da De Wald al "Maestro della Madonna a Ovile", che già nel 1931 (Ugolino Lorenzetti, in Art Bulletin, XIII [1931], pp. 376-397) erano state dallo stesso Meiss riferite ad un unico maestro. L'identificazione di questo con il B. si basa su varie argomentazioni: la tavoletta di Biccherna del primo semestre del 1351, conservata nell'Archivio di Stato di Siena, rivela lo stile di "Ugolino Lorenzetti", e si è già detto che in quest'anno, e molto probabilmente in questo semestre, il B. fu pagato per una tavoletta; secondo i documenti il B. dipinse due importanti ancone per la chiesa dell'Ospedale, e nell'Ottocento l'Ospedale depositò nella Galleria di Siena tre grandi pale che sono della mano di "Ugolino Lorenzetti" (nn. 61, 76, 80); il B. abitò nel popolo di S. Pietro Ovile e nella chiesa di questo nome tutt'oggi è conservata una grande pala con la Madonna,il Bambino e quattro angeli attribuita a "Ugolino Lorenzetti"; in S. Croce a Firenze, dove il Vasari vide un'opera del B., esiste ancora (Museo dell'Opera) un polittico anch'esso attribuito a "Ugolino Lorenzetti"; infine il B. è l'unico seguace di Pietro Lorenzetti nominato dal Vasari, ed è evidente che "Ugolino Lorenzetti" fu il miglior alunno di Pietro che conosciamo.
Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le vite…, a cura di R. Bettarini e P. Barocchi, II, Testo, Firenze 1967, p. 147; II, I, Commento, Firenze 1969, pp. 456-459 (lo chiama Bologhini); G. Milanesi, Docum. per la storia dell'arte senese, Siena 1854, I, pp. 49 s., 275; Siena, Bibl. comunale, L.II.3: E. Romagnoli, Biografia cronologica de' Bell'artisti senesi, II, pp. 505-11 (ms., sec. XIX); C. v. Fabriczy, Ein interessantes Dokument…, in Repertorium für Kunstwissenschaft, XXIII (1900), pp. 496 s.; E. T. De Wald, The Master of the Ovile Madonna, in Art Studies, I (1923), pp. 45-54; Id., P. Lorenzetti,ibid., VII (1929), pp. 154 ss.; M. Meiss, Ugolino Lorenzetti, in Art. Bull., XIII (1931), pp. 376-397; Id., B. B. altrimenti detto "Ugolino Lorenzetti"?, in Riv. d'arte, XVIII (1936), pp. 113-136; E. Carli, Le tavol. di Biccherna e di altri uffici dello Stato di Siena, Firenze 1950, pp. 40 s.; M. Meiss, Nuovi dipinti e vecchi problemi, in Rivista d'arte, XXX (1955), pp. 130-137; U. Morandi, Le Biccherne senesi, Siena 1664, p. 66; E. Carli, Arte senese nella Maremma grossetana, Grosseto 1964, p. 118; B. Berenson, Ital. Pictures of the Renaissance. Central Ital. and North Ital. Schools, I, London 1968, pp. 435-437; II, tav. 64-75; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, II, p. 567 (sub voce Bartolomeo Bolgarini); XXXVII, p. 260 (sub voce "Meister der Ovile Madonna").