BARIA (barya)
Popolazione dell'Eritrea occidentale, occupante il territorio formato dall'impluvio sinistro del torrente Tocolai e dalla valle del Maraf, dell'Amideb e del Mogareb, afluente del Barca, con principale centro abitato in Mogolo. Ridotta oggi in tale ristretta zona, dovette un tempo costituire uno dei principali elementi etnici fra i monti Abissini e il Nilo; le leggende dell'Eritrea abissina sogliono indicare i Baria come i più antichi abitatori dell'altipiano; il fiume Atbara, 'Ασταβόρας nei geografi greci, sembra aver da essi ricevuto il suo nome, poiché ast- significa "acqua, fiume". Soggetti dapprima all'impero aksumita, poi al regno di Soba, poi a quello dei Funǧ, e, dopo l'occupazione di Cassala da parte degli Egiziani, anche a costoro, in realtà i Baria diedero agli Abissini cristiani e ai Begia uno dei maggiori campi per le razzie e per l'incetta degli schiavi, triste privilegio che divisero con i loro confinanti, i Cunama, tanto che la parola bāryā è passata, in abissino, a significare "schiavo"; il popolo rimase pressoché distrutto, e soltanto la dominazione italiana poté salvarne gli ultimi avanzi.
Nel naufragio del popolo, persino l'uso dell'antico nome è sparito presso i superstiti: oggi i Baria sono così chiamati soltanto dagli Abissini; da sé stessi si chiamano Aarà Barà quelli abitanti nelle medie valli dell'Amideb e del Maraf e Barà Ocurà quelli del Mogareb, mentre è detta nera (o nere) bena la loro lingua (v. oltre). Per ordinamenti civili (a base strettamente democratica, senza capi), per istituti privati (con famiglia poggiante sui matriarcato), per la religione pagana, i Baria, fino a tempi recentissimi, furono uguali ai Cunama, dai quali neppur si distinguono per tipo etnico, mentre sostanzialmente distinte ne sono le lingue; si è fatta perfino la supposizione che gli attuali Baria, più che autentici discendenti del popolo così chiamato, sieno dei Cunama assoggettati in antico dai Baria, e assimilatisi con essi. Dalla prima metà del secolo XIX l'islamismo ha fatto grandi progressi fra loro, alterandone l'antica fisionomia.
La lingua. - Il Baria o Barea (nere bena o nera bena "lingua dei Nere"), parlato all'est dell'Atbara e al nord del Mareb, sarebbe secondo Delafosse una lingua sudanese insieme col Nuba, Cunama, Tubu, Kanuri, ecc. (gruppo Nilo-Ciad). Ma L. Reinisch nella prefazione alla sua opera Die Barea-Sprache (Vienna 1874) dimostrò che questa lingua presenta notevoli affinità con le lingue Agau (alto Cuscitico, gruppo camitico), benché non vi sia ora connessione geografica (v. un riassunto degli argomenti del Reinisch, in A. Trombetti, Elementi di Glottologia, Bologna 1923, p. 39 segg.). Minore è l'affinità col Begia, che pure è geograficamente vicino. Si suppone perciò che i Baria abitassero anticamente presso le regioni dell'Abissinia. dove ora abitano le popolazioni Agau.
Bibl.: A. Pollera, I Baria e i Cunama, Roma 1913; W. Munzinger, Ostafrikanische Studien, Schafflhausen.
Per la lingua, l'opera fondamentale è ancora quella citata di L. Reinisch (grammatica, testo e vocabolario) compilata su materiali manoscritti di Werner Munzinger Pascià.