BANGLA DESH
(App. IV, I, p. 226)
La Repubblica del Popolo di B.D. è una creazione politica, poiché i suoi confini non concludono uno spazio fisicamente o culturalmente unitario. Comunque la massima parte del territorio coincide con il gigantesco delta del Gange e Brahmaputra e con lo spazio periferico (paradelta), cui s'aggiunge un'appendice costiera sud-orientale affacciata ad arco sul golfo del Bengala.
Quest'appendice è anche la parte più pittoresca del paese. In realtà sia il Gange che il Brahmaputra cambiano nome nel basso corso, rispettivamente in Padma e Jamuna. Il tronco di foce, a correnti riunite, viene indicato come Meghna. L'acqua domina tutto il paesaggio del delta inteso in senso lato. Le cosiddette acque interne − stagni, paludi, laghi, tanks, estuari − assommano complessivamente una superficie di 9324 km2, pari al 6% del territorio nazionale. Ora si hanno dati più precisi e dettagliati anche sulle portate dei fiumi. Il Gange sotto il ponte di Pakshi ha una portata media annua di 11.600 m3/sec, e il Brahmaputra a Bahadurabad di 19.200. In considerazione del clima monsonico, i due fiumi sono in magra nei mesi di febbraio (Brahmaputra) e di aprile-maggio (Gange) e in piena entrambi in agosto.
La gerarchia amministrativa della repubblica del B.D. è assai complessa. Stanno in testa le divisioni, in numero di 4; quindi succedono le 21 regioni ripartite a loro volta in 64 distretti. A decorrere dal 1972 vengono tenuti i censimenti della popolazione, all'inizio di decennio. Per il 1988 la popolazione era valutata a 104.532.000 abitanti, con una densità di 721 per ogni km2. Nessun altro paese al mondo, di pari (o maggiore) ampiezza, ha una densità demografica tanto elevata. L'87ı dei Bengalesi professa la religione musulmana; gli altri sono quasi tutti induisti. La popolazione è in forte aumento. Nel 1987 l'indice di natalità risultava del 34ı e l'indice di mortalità del 12ı; la speranza di vita è di appena 54 anni. Il numero degli uomini supera di quasi 3 milioni quello delle donne. L'analfabetismo, ancora altissimo (67%), tende leggermente a diminuire perché nelle città è invalsa la consuetudine di mandare a scuola anche le bambine. La popolazione urbana è pari al 17% del totale. La conurbazione Dhaka-Narayanganj (la Grande Dhaka) con oltre quattro milioni di abitanti risulta in rapido crescendo e prevale nettamente sugli altri centri urbani.
La configurazione di tutto il paese è ancora tipicamente rura le; anche le città, tranne la parte moderna di Dhaka, hanno in gene re l'aspetto di grossi villaggi. Poiché gran parte del territorio s'inonda all'epoca del monsone, i centri rurali sono costruiti in zone in rialzo, preferibilmente su dossi fluviali attivi o estinti. Tuttavia il paese non è nuovo a grandi catastrofi naturali: ultima in ordine di tempo, il violentissimo uragano che, nella primavera 1991, ha provocato la morte di decine di migliaia di persone e ingenti danni materiali e ambientali.
L'economia del paese è volta ad assicurare un minimo di prodotti alimentari a una popolazione densa e in costante aumento. Si calcola che oggi l'arativo comprenda circa 9 milioni di ha, pari al 63% della superficie territoriale; giova precisare che un buon terzo dello spazio coltivato è sottoposto a una doppia coltura, e cioè a una coltura irrigua estiva detta kharif e a una coltura secca invernale detta rabi.
Le aziende agricole, tutte a conduzione familiare, sono molto piccole e frammentate, con una superficie media di appena 1,40 ha. Com'è di norma nei paesi monsonici, la risaia domina pressoché incontrastata il paesaggio. Di riso (paddy o risone) si producono 240 milioni di q. La usuale conversione da paddy a riso svestito è pari al 66% del peso originario. Si avrebbero così 158 milioni di q di prodotto alimentare, insufficienti per garantire il sostentamento di 100 milioni di persone. Tuttavia la dieta dei Bengalesi è integrata dai legumi che sono tanto comuni quanto il riso. Il pasto viene completato, quando possibile, con pesce pescato nelle acque interne e con verdure. La carne, come cibo poco gradito, è utilizzata soltanto dalla borghesia cittadina.
L'industria si trova ancora a livello di artigianato domestico. Emergono tuttavia alcune imprese di nuovo impianto per la lavorazione della iuta, largamente coltivata in tutto il paese.
Bibl.: Haroun Er Rashid, Geography of Bangladesh, Boulder (Colorado) 1978.
Storia. - La base sociale e politica della comunità musulmana nel Bengala Orientale si divise dopo la partition del 1947 in due correnti distinte: una più propriamente di matrice bengali e l'altra, proPakistan, che si richiamò alle identità storiche islamiche formatesi storicamente fuori del Bengala. La Lega Awami, di cui fu leader indiscusso Mujibur Rahman, si fece portavoce del nazionalismo linguistico bengali. Uno dei principi fondatori della Costituzione della repubblica del B.D. fu il secolarismo visto non come negazione della religione, ma piuttosto come ''non interferenza'', Dharma-niropekshata, usando a proposito il termine più propriamente indù.
Le tendenze islamiche contrarie al secolarismo si rifecero invece al retaggio delle riforme puritane Wahabi e Faraidi dell'inizio del 19° secolo. Il maggiore interesse per la società rurale portò a una peculiare alleanza del fondamentalismo locale con le fazioni comuniste filocinesi, che si dichiaravano islamiche nel nome dell'eguaglianza della umma (la comunità musulmana).
Sulla base di questo panorama socio-culturale si spiegano le fazioni e le alleanze spesso composte, scomposte e ricomposte da decine di partiti e di leaders. Accanto alle fazioni politiche si pongono quelle dell'esercito che si presentò, dopo la distruzione dell'apparato amministrativo e delle classi dirigenti connesse col regime pakistano, come l'unico potere capace di un'alternativa politica.
L'assestamento politico del B.D. dopo il colpo di stato che, nell'agosto 1975, aveva abbattuto il regime di Mujibur Rahman, richiese quasi due anni. La presa del potere (21 aprile 1977) del generale Ziaur Rahman, capo di Stato Maggiore dell'esercito, fu confermata da un referendum tenuto il 30 maggio 1977 e dalle successive elezioni presidenziali del 3 giugno 1978.
Il generale Zia, al momento dell'ascesa al potere, aveva proclamato "l'assoluta fiducia e fede in Allah, nel nazionalismo, nella democrazia e nel socialismo, inteso come giustizia economica e sociale": questi dovevano essere i fondamenti della nuova politica e della vita nazionale.
Zia avviò un processo di liberalizzazione controllata consentendo la ripresa dell'attività partitica e indicendo elezioni politiche per gli inizi del 1979. I partiti che avevano sostenuto Zia nelle elezioni presidenziali si coalizzarono dando vita, nel settembre 1978, al Bangladesh Nationalist Party (BNP) o Bangladesh Jatiyabadi Dal. Il BNP ottenne il 49% dei voti e 207 seggi su 300 nelle elezioni legislative del 18 febbraio 1979, mentre la Lega Awami ne ottenne appena 40. Il BNP si basò essenzialmente sull'appoggio dell'ambiente rurale ottenuto con un programma di aiuti economici (progetti di canalizzazione e di cooperative agricole) e lo stabilimento di una nuova struttura di amministrazione rurale: il Gram Sarkar (il governo di villaggio). Sul piano industriale si avviò un processo di denazionalizzazione.
La politica moderatamente filo-islamica ma non fondamentalista non volle osteggiare l'elemento indù ancora presente nel paese; gli Indù in ef fetti scesero, in dieci anni dall'indipendenza, dal 17% al 12%. Il problema di inserimento più drammatico delle minoranze rimase quello delle tribù dei Chittagong Hill Tracts, area di confine con la Birmania. In particola re i buddhisti Chakma, scacciati dai propri territori (100.000 su 400.000) per la creazione di un vasto bacino idroelettrico, formarono un corpo di guerriglia forte di 6000 uomini.
Un colpo di stato di ufficiali di stanza a Chittagong il 30 maggio 1981 rovesciò e uccise il popolare presidente Zia. Con la loro sconfitta e la successione del vice presidente Abdus Sattar si estinse la schiera dei militari che avevano preso parte alla guerra di liberazione.
Il capo di Stato Maggiore generale Hossain Muhammad Ershad non tardò a prendere a sua volta il potere con un colpo di stato il 24 marzo 1982 dopo ripetute asserzioni che la Costituzione doveva trovare un posto legittimo al potere politico dei militari. Nel 1985 un referendum sulla sua politica gli conferì la legittimità richiesta; le elezioni del maggio 1986 diedero una maggioranza relativa (poi ampliata con gli Indipendenti) al partito che lo sostenne, il Janadal (poi Jatiya Party) che godeva dell'appoggio dell'Islam tradizionale degli ulama e dei pir (dotti e personalità religiose). La Lega Awami e il Jamat-i-Islami parteciparono alle elezioni mentre il BNP le boicottò. Dopo l'abrogazione della legge marziale Ershad fu eletto presidente il 5 ottobre 1986 con l'84% dei voti. Con le successive elezioni del 3 marzo 1988 il Jatiya Party conquistò 252 seggi su 300. Il 7 giugno 1988 passava l'8° emendamento della Costituzione, che impose l'Islam come religione di stato.
L'opposizione è molto frammentata. Un'alleanza di otto partiti collegati attorno alla Lega Awami, guidata da Sheikh Hasina Wajed, figlia di Mujibur Rahman, rimane su posizioni secolariste. L'alleanza di sette partiti che fa capo al Bangladesh National Party guidato da Begum Khaled Zia, vedova di Ziaur Rahman, mantiene invece un atteggiamento favorevole all'Islam, ma ostile al governo di Ershad. A sé stante la Jamat-i-Islami, il partito fondamentalista musulmano. Ershad gioca sui contrasti delle opposizioni (120 partiti nel 1989!) accomunate dalla prospettiva politica di una partecipazione alle elezioni con un governo neutrale. Il presidente Ershad ha continuato la politica agraria del predecessore e quella delle denazionalizzazioni. La riforma agraria ha posto un tetto di 20 acri (60 bigha) alla proprietà individuale e ha concesso una maggiore sicurezza a mezzadri e braccianti. Il reddito pro capite annuo, di 130 dollari, rimane uno dei più bassi del mondo.
Il problema delle ricorrenti inondazioni colpì l'opinione pubblica internazionale e si venne a formare un Consortium for aid to Bangladesh sostenuto dalla Banca mondiale per lo sviluppo. Durante il regime di Ershad si abbatterono inondazioni spaventose nel delta e cicloni sulla costa. Nel 1987 e 1988 un terzo del paese fu allagato; più gravi ancora, per numero di vittime, le conseguenze del ciclone del 30 aprile 1991.
La continuità di tali catastrofi è dovuta in parte alle mutate condizio ni ambientali provocate dalla deforestazione delle pendici himalayane in Assam e nel Tibet e dal flusso delle nuove dighe poste in territorio indiano. Gli aiuti internazionali, in particolare americani, portarono allo stanziamen to nel 1987 di 2,2 miliardi di dollari, quelli del Consorzio per il B.D. a 1983 milioni di dollari. Si è sviluppata un'economia di dipendenza che indebo lisce la già fragile struttura economica del paese. Anche la iuta, principale prodotto di esportazione, subisce continue diminuzioni di domanda sul mercato internazionale.
I problemi coi paesi vicini, soprattutto con l'India, rimasero particolarmente tesi. Nel 1977 col governo indiano del partito Janata si arrivò alla creazione di una Joint Rivers Commission per delimitare i danni provocati dalla diga di Faraqqa sul corso del Gange, con la quale il governo indiano voleva riportare le acque nel corso insabbiato dello Hooghly, ridando vita al porto di Calcutta. I rapporti peggiorarono con la scadenza dell'accordo di Faraqqa (1987) e il rifiuto dell'India di porre il problema del controllo delle acque su un piano internazionale; con l'avvento del regime di V.P. Singh nel 1988 si sono riaperti i negoziati. Insoluto rimase il problema dei profughi Chakma nello stato di Tripura (India). Amnesty International condannò il B.D. nel Rapporto del 1987. Col Pakistan rimane aperta la questione dei Bihari, considerati ''collaborazionisti'' nella guerra del 1971. Alla fine del 1989 ne rimanevano 300.000 nei campi profughi.
La nascita del SAARC (South Asian Association for Regional Cooperation) nel dicembre 1985 con sede a Dhaka (il nuovo nome di Dacca) interessò tutti e sette i paesi del Subcontinente. Nel dicembre del 1990 Ershad fu costretto da imponenti manifestazioni di piazza a rassegnare le dimissioni. Al suo posto le opposizioni nominarono come presidente ad interim Shehabuddin Ahmed. Le elezioni politiche del febbraio 1991 videro a sorpresa l'affermazione del BNP guidato da Khaled Zia, che assunse il ruolo di primo ministro il 20 marzo.
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