banda di oscillazione
Margine all’interno del quale il tasso di cambio tra valute è libero di fluttuare intorno alle parità centrali prestabilite in un accordo monetario internazionale (➔). Questa tipologia di cambio è detta anche semifisso. L’esempio più noto di un regime di cambi semifissi è stato quello del Sistema Monetario Europeo (➔ SME), in vigore dal 1979 al 1999, prima dell’introduzione dell’euro come moneta unica europea.
Nella storia del sistema monetario internazionale, il modello di Bretton Woods (➔), in vigore dal 1944 al 1973, pur essendo un regime di cambi fissi, in cui ogni Paese aderente fissava la propria parità nei confronti del dollaro statunitense, permetteva la fluttuazione del cambio all’interno di una stretta b. di o., pari a ±1%. Alla fine del 1971, in seguito alla sospensione della convertibilità aurea del dollaro, il presidente degli Stati Uniti R. Nixon fece un tentativo di salvare il sistema monetario internazionale, stabilendo la svalutazione del dollaro dell’8% e l’ampliamento delle b. di o. a ±2,25%. Ciò determinò la crisi del sistema di Bretton Woods, che coincise con l’istituzione, nel 1972, del cosiddetto serpente valutario europeo (➔) da parte dei Paesi membri della CEE (➔). L’accordo prevedeva l’impegno degli Stati aderenti di difendere una b. di o. di ±1,125% intorno alla parità, fissata inizialmente nei confronti del dollaro, e dal 1973 tra le valute stesse.
Nel 1978, il serpente valutario fu sostituito dallo SME, che fissava le parità centrali nei confronti di una valuta paniere (➔), l’ECU (➔), e consentiva una b. di o. di ±2,25%. Quest’ultima fu allargata a ±15% in seguito agli attacchi speculativi, che costrinsero la sterlina inglese e la lira italiana a uscire dallo SME. I tassi di cambio dei Paesi aderenti furono fissati definitivamente nel maggio 1998, in vista dell’introduzione dell’euro, il 1° gennaio 1999. Gli accordi europei di cambio prevedono ancora una b. di fluttuazione di ±15% (±2,25% per la corona danese) intorno alla parità con l’euro per le valute in attesa di entrare nel sistema della moneta comune.