ÁVILA (A. T., 39-40)
Città della Spagna centrale (Vecchia Castiglia), posta a 1114 m. sul mare, nell'alta valle dell'Adaja, affuente del Duero, allo sbocco della valle di Ambles, 120 km: a O.-NO. di Madrid. Ebbe nel passato notevole importanza militare, essendo situata su un poggio a guardia d'uno dei passaggi più importanti (attraverso la sierra de Gredos e la sierra de Guadarrama) tra la vuova e la Vecchia Castiglia. Conserva ancora quasi intatti molti ricordi del suo passato.
Data la sua posizione ha clima piuttosto freddo, con inverno lungo e breve primavera; d'estate è località di villeggiatura.
La parte più antica della città è racchiusa ancora entro le granitiche mura medievali, alte 13 m., larghe 4, con 8 porte e 86 torri; esse formano un rettangolo abbastanza regolare (400 per 900 metri) smussato a NE.; il centro è costituito dalla Plaza Mayor, dalla quale si dipartono delle strade radiali verso tutte le 8 porte. La città si è poi allargata verso E. e SE. Essa ha avuto la sua maggiore importanza verso il 1600; contava allora circa 14 mila vecinos (cittadini con diritto di voto) e più di 30 mila abitanti. La cacciata degli ultimi Mori le portò danno e decadde poi sempre più, e invano i Borboni tentarono di farvi fiorire nel sec. XVIII l'industria tessile; solo l'apertura della linea ferroviaria Madrid-Salamanca l'ha un po' risvegliata, ma soprattutto per l'afflusso di visitatori. Nel 1920 aveva 13.700 ab. e 1425 case.
Fu sede di università (1455-1807) ed è tuttora sede di vescovato; è anche meta di pellegrinaggio, essendo la città natale di Santa Teresa (1515-82).
Monumenti artistici. - I monumenti più antichi di Ávila sono diversi toros iberici (grandi pietre scolpite sul luogo a foggia di quadrupede) come quelli di Guisando, e le stele e le iscrizioni romane e arabe incastrate in edifizî moderni. Le mura, con otto porte e 86 robusti torrioni semicircolari, risalgono al sec. XI; ma in alcune parti sono costituite di materiali romani, in altre sono di costruzione moresca. Nella cattedrale, di tipo cluniacense (tav. CXXXVII) principiata fin dal 1150 da maestro Eruchel, sono da ammirare la grande abside fortificata e il ricco portale degli Apostoli; all'interno, il grande altare con pitture di Pedro Berruguete (1499), di Santacruz fiorentino (1507), e di Juan de Borgoña (1508), lavoro d'importanza capitale per la pittura primitiva nella Spagna, e la tomba del vescovo Alfonso de Madrigal, scolpita da Vasco de Zara (tav. CXXXVIII). Altre opere notevoli sono sparse nelle varie cappelle: un ritratto di Garcia Ibañez dipinto dal Greco; una copia della Madonna di Loreto, dall'originale perduto di Raffaello, attribuita a G. F. Penni; e una copia con alcune varianti della Pietà di Michelangelo. Nel tesoro si conserva un pregevole calice in bronzo, argento e smalti, firmato dall'orafo senese Andrea Petrucci (sec. XIV) e un magnifico ostensorio di Juan de Arfe (1571).
La chiesa di S. Vincenzo, cominciata nel 1020 da Alfonso VI e ricostruita alla fine del sec. XVI, è più importante per la scultura romanica che per l'architettura. Faceva parte della prima costruzione una figura femminile che la tradizione vuole sia il ritratto di donna Urraca, ora incorporata nel portale settentrionale, mentre al tardo sec. XII appartengono le sculture che ornano i portali a ponente. Nell'interno è notevole un'arca in pietra della fine del sec. XII con bassorilievi raffiguranti scene della vita di S. Vincenzo. Gotica è invece la chiesa di S. Tommaso, celebre per le pitture del Berruguete e per il mausoleo del principe Don Giovanni, figlio di Ferdinando e d'Isabella, opera stupenda del fiorentino Domenico Fancelli. Tralasciando molti altri edifici romanici e gotici, che con i numerosi palazzi e con le case signorili dei secoli XV, XVI e XVII, dànno un'impronta di nobiltà all'antica Ávila, ricorderemo ancora il Convento dei carmelitani scalzi, che fu eretto sulla casa paterna di S. Teresa e che conserva una statua in argento della santa, attribuita alla scuola del Bernini; e il Convento dell'Incarnazione, dove la "dottoressa mistica" dimorò per 29 anni, e che possiede, tra l'altro, una bella Presentazione nella maniera del Baroccio.
Storia. - La città, di origine fenicia e poi colonia romana, ha avuto varie denominazioni: Abela, Abula, Abila, Abyla e nell'età moderna Ávila. Nel secolo IV d. C. è già ricordato il vescovato di Abula (che nei primi concilî di Toledo diviene Abela e in S. Gerolamo Abila) fondato da S. Secondo; e qui anzi Priscilliano costituì il centro del suo movimento ereticale. Da allora fino al secolo VII siamo privi di notizie sulla città, che nel sec. VIII passa in potere degli Arabi. Riconquistata definitivamente dai cristiani nel sec. XI, fu travolta nelle guerre dinastiche fra l'Aragona e la Castiglia: in tali frangenti, difese contro Alfonso I di Aragona la moglie di lui donna Urraca e il figliastro, Alfonso VII. Favorita nel suo sviluppo da privilegi accordati da Alfonso X e confermati da Giovanni I di Castiglia, Ávila fu nell'anno 1466 centro del movimento promosso dai nobili contro Enrico IV di Castiglia: i congiurati convennero nella città, convocati dall'arcivescovo di Toledo, e procedettero alla pubblica detronizzazione del re, proclamando sovrano suo fratello Alfonso. Ancora una volta, nel 1520, la città prese parte al movimento dei comuneros: in essa si stabilì la Santa Giunta delle comunità di Castiglia per dirigere la lotta.
Da allora, la città decadde. La prosperità economica di Ávila era dovuta ai moreschi e agli ebrei; e pertanto l'espulsione dei moriscos, avvenuta nel 1609 per ordine di Filippo III, fu fatale alle sorti della città. Vi ebbe vita mediocre un'università, creata a mezzo il sec. XVI; ma l'antico splendore di Ávila era scomparso. L'università stessa fu soppressa nel 1807. Oggi, Ávila è città di provincia senza rilievo.
Nel passato, era stata patria di illustri personaggi: da Isabella la Cattolica al duca d'Alba, a Santa Teresa del Gesù, a Alonso Diaz de Montalvo, ecc.
La provincia di Ávila, confinante a N. con quella di Valladolid, a E. con Segovia e Madrid, a S. con Toledo e Cáceres, a O. con Salamanca, è situata proprio nel cuore della Spagna. È vasta 7882 chilometri quadrati con 215.404 ab. (1920), e una densità di soli 27 ab. per km. Prodotti principali sono il grano, il legname, la lana. Vi sono fabbriche di tessuti di lino e di lana, conce di pelli, fabbriche di cappelli.
Bibl.: J. Martin Carramolino, Historia de Ávila y su provincia, Madrid 1873; E. Ballesteros, Estudio histórico de Ávila y su territorio, Ávila 1896; L. Ariz, Historia de las grandezas de la ciudad de Ávila, Alcalá de Henares 1907; M. Galvez, El solar de la raza, Madrid 1913.