AUTOTOMIA (dal gr. αυτός "stesso" e τέμνω "taglio")
In molti animali accade che, in seguito ad uno stimolo, parti del corpo si distaccano e poi vengono rigenerate. Esaminiamo il processo sistematicamente, nei diversi gruppi di animali, cominciando da quelli inferiori.
Nei Celenterati frequentemente si osserva l'autotomia dei tentacoli. Così in molte attinie basta una debole azione meccanica per provocare il fenomeno. Nelle colonie di polipi idroidi la temperatura bassa o altre condizioni sfavorevoli, provocano il distacco di alcune parti.
Così pure, fra i Gefirei, la Phoronis può, per condizioni sfavorevoli di vita, perdere la parte anteriore del corpo; e così accade in molte forme di un gruppo affine a questo animale, nei Briozoi.
Tra gli Echinodermi, le stelle di mare possono perdere, per autotomia, un braccio o più braccia, e poi riformarle. Tra gli Oloturoidi, la Synapta, maltrattata meccanicamente, comincia col formare un anello di contrazione verso la parte posteriore del corpo, eliminandola; poi, se il maltrattamento continua, un altro piccolo pezzetto viene eliminato. E così continua, finché tutto il corpo cilindrico viene ridotto in piccoli pezzetti. Si ritiene che il pezzo anteriore sia, in ogni caso, capace di rigenerare il resto del corpo, mentre gli altri pezzi non sarebbero dotati di questa capacità. Più curioso ancora è il caso della Holothuria, nella quale il maltrattamento provoca l'espulsione dei visceri, per l'apertura cloacale. Il canale digerente si spezza dopo contrazione anulare, in corrispondenza di un punto determinato, situato nella parte anteriore. I visceri vengono poi riformati; anche in natura accade certamente questo fenomeno, perché non è eccessivamente raro il caso di trovare un'oloturia col canale intestinale esilissimo in via di rigenerazione.
Fra i Turbellarî e i Nemertini possono con facilità essere autotomizzati pezzi più o meno grandi del corpo, come la faringe nei Turbellarî, la proboscide nei Nemertini.
Negli Anellidi, i Policheti possono con facilità eliminare appendici del corpo, come tentacoli, cirri, ecc. Possono anche perdere alcuni segmenti posteriori, fenomeno che si produce pure tra gli Oligocheti, nel comune lombrico. In talune specie basta uno stimolo relativamente leggiero per provocare la contrazione e l'autotomia. Il Lumbriculus può, per l'influenza di condizioni esterne mutate, dividersi in due o più parti che rigenerano la parte mancante. Si ha qui, come in altri casi, il passaggio tra l'autotomia e la riproduzione agamica per scissione.
Anche nei Molluschi possono in talune specie distaccarsi con facilità tentacoli o porzioni di essi.
Negli Artropodi è molto diffusa l'autotomia delle appendici, le quali posseggono speciali punti di minor resistenza, dove il distacco è molto facile. E la rottura può accadere per opera dell'animale stesso, in conseguenza di stimoli esterni e maltrattamenti.
Tra i Vertebrati, il caso più noto è quello comunissimo della lucertola. Se una lucertola viene acchiappata per la coda, essa si libera della coda stessa, che possiede, come le appendici degli Artropodi, un punto di rottura, situato vicino alla base. La contrazione dei muscoli provoca ivi il distacco in pochi secondi e la coda poi si rigenera. Una vera autotomia non si osserva nei Mammiferi; tuttavia i topi, quando vengono acchiappati per la coda, se questa viene continuatamente stretta dalla morsa della trappola, riescono talvolta ad eliminarla; la pelle è facilmente rompibile per la stretta, e la colonna vertebrale si spezza con facilità, con l'aiuto dell'animale stesso che rode. Poi crescono i peli più lunghi del consueto nella parte terminale spezzata, ma non si ha una rigenerazione del pezzo perduto.
Non è possibile dare una spiegazione unitaria di tutti i casi di autotomia. In taluni, come in quello della lucertola, si ha un effetto utile evidente: l'animale perde la coda, ma salva la vita. Si noti che in questo caso la coda, una volta abbandonata, si divincola attivamente, in maniera che, se la lucertola è afferrata da un carnivoro inseguitore, la coda dà al carnivoro l'impressione vivace della preda vivente; esso si arresta per mangiarla, e intanto la lucertola fugge. Può darsi che anche gli altri casi, come quello dell'oloturia che abbandona i visceri, abbiano un simile significato, abbandono cioè di alcune parti che possono soddisfare il nemico carnivoro, per salvare intanto la vita. Non questo significato ha l'autotomia provocata da modificazioni di temperatura o dall'insorgere di altre cattive condizioni. In taluni casi si può notare che essa ha qualche somiglianza con la riproduzione per scissione, dovendosi però questa intendere in senso lato (v. rigenerazione).