AUTOSCOPIA (dal gr. αὐτός "stesso" e σκοπέω "vedo, osservo")
Nello stato normale di coscienza l'uomo non ha alcuna precisa percezione dei proprî organi interni. Le nozioni che di questi, attraverso il sistema nervoso, giungono ai centri (midollo, bulbo, cervello), sono abitualmente vaghe e indistinte. Se gli organi si ammalano, queste nozioni possono diventare più definite, e, in stati psicofisiologici speciali (ipnosi, sonnambulismo, ecc.), provocare modificazioni di coscienza simili a quelle che si producono attraverso i sensi specifici ordinarî. Il soggetto sembra allora vedere l'interno del proprio organismo: di qui l'appellativo che suole designare il fenomeno.
Bibl.: A. M. J. Chastenet de Puységur, Recherches, expériences et observations physiologiques sur l'homme dans l'état de somnambulisme, ecc., Parigi 1811, p. 50 segg.; J. Du Potet, Manuel de l'étudiant magnétiseur, 4ª ed., Parigi 1868, passim; P. Sollier, Les phénomènes d'autoscopie, Parigi 1903 (fondamentale); Ch. Richet, Traité de métapsychique, 2ª ed., Parigi 1923, pp. 135-36; E. Osty, in Revue Métapsychique, 1929, n. 2, pp. 111-124.