PICCARD, Auguste (XXVII, p. 150)
Il P. si è successivamente dedicato alle esplorazioni sottomarine mediante uno speciale batiscafo da lui costruito nel 1948 con M. Cosyns. Successivamente fece costruire in Italia il batiscafo Trieste, con il quale raggiunse (1953) con il figlio Jacques, nel golfo di Napoli, la profondità di 3150 m; il 23 gennaio 1960 sempre col batiscafo Trieste il figlio Jacques e l'ufficiale della marina americana Don Walsh raggiunsero nella fossa delle Marianne la profondità di 11.521 metri.
Il batiscafo "Trieste" è costituito (v. fig.) da una cabina sferica d'acciaio forgiato ad alta resistenza (spessore circa 9 cm) e da uno scafo metallico contenente circa 100.000 litri di benzina. Il suo funzionamento, ed in ciò consiste la sua originalità, ricorda molto da vicino quello di un pallone aerostatico. Zavorrato in modo che il peso totale superi la spinta archimedea (alla quale la benzina contribuisce per circa 25 t), il batiscafo affonda lentamente; raggiunta la quota voluta, parte della zavorra, costituita da sfere di ferro trattenute elettromagneticamente, viene lasciata cadere sino al raggiungimento dell'equilibrio; la risalita in superficie viene ottenuta lasciando cadere altra zavorra. Poiché la pressione esterna sullo scafo è equilibrata dalla pressione di reazione, interna, sviluppata dalla benzina, la profondità massima raggiungibile è condizionata quasi esclusivamente dalla resistenza allo schiacciamento della cabina: quest'ultima è costruita in modo tale che la suddetta profondità limite può ritenersi essere dell'ordine di 17 km. Gli osservatori, in numero di due, hanno a disposizione, nella cabina, un ampio oblò d'osservazione; due eliche mosse da piccoli motori elettrici ed appositi timoni consentono di manovrare il battello a qualunque profondità.