ASTIGMATISMO (dal gr. ἀ privativo e στιγμα "punto")
È un difetto delle immagini d'uno strumento ottico (macchina fotografica, canocchiale, ecc.), o anche dell'occhio. Esso consiste nel fatto che l'immagine di un punto appare più o meno allungata sicché in nessuna posizione essa rappresenta fedelmente l'oggetto. Per l'astigmatismo degli strumenti ottici v. aberrazione.
In oculistica si chiama astigmatismo uno speciale stato di rifrazione dell'occhio, per cui l'immagine d'un punto luminoso non è un punto, ma un circolo deformato e allungato così da ridursi perfino ad una linea. Nell'occhio si distingue un astigmtatismo irregolare e un astigmatismo regolare. Il primo è dovuto principalmente ad alterazioni irregolari della superficie della cornea, quali si possono avere per cicatrici; il secondo, è dovuto a una differenza di rifrazione che si verifica lungo i varî meridiani della cornea, e che è massima in due di questi meridiani perpendicolari fra loro, per la qual cosa in uno di questi si ha un massimo di rifrazione e nell'altro un minimo. Per la rifrazione su una superficie così fatta, si vengono a produrre due fuochi a distanze diverse, in luogo di un fuoco unico, e perciò le immagini degli oggetti riescono sempre confuse. Se la retina viene a trovarsi dove si forma uno dei due fuochi, l'immagine è normale in una direzione, ma è deforme (allungata o accorciata) nella direzione perpendicolare alla prima. Complessivamente risulta una visione difettosa. Vi si rimedia, fino ad un certo punto, con lenti cilindriche, che hanno un potere di rifrazione solo nella direzione perpendicolare al loro asse.