asfissia
Impedimento più o meno grave, talora mortale, della respirazione. Può avvenire per alterata composizione dell’aria, oppure per accumulo di acido carbonico nel sangue (ipercapnia) o di altri gas irrespirabili. Può avvenire per impedimento alla meccanica respiratoria, cioè per tutte le cause che possono ostacolare l’ingresso dell’aria nelle vie aeree o determinare compressioni gravi, rapide nei polmoni o paralizzare il centro respiratorio o, infine, determinare spasmo o paralisi dei muscoli respiratori. L’a. cronica (o lenta) si ha per le condizioni morbose che compromettono porzioni sempre più estese della superficie respiratoria (tumori, retrazioni polmonari, ecc.). Nell’a. acuta, rimosse prontamente le cause contingenti (allontanato l’individuo dall’ambiente viziato, tolti i lacci nei casi di strangolamento, eseguita la tracheotomia se esistono corpi estranei in laringe), la cura consiste nella respirazione artificiale, inalazione di ossigeno o somministrazione di analettici. Particolari caratteri presenta la cosiddetta a. dei neonati, complicazione spesso legata a parti distocici; si cura con forti stimoli cutanei che eccitano gli atti respiratori, respirazione artificiale, insufflazione di aria, iniezioni di lobelina, ecc. Lo studio dei fenomeni legati all’a. in fisiopatologia è denominato asfissiologia.