ascondere
Sia in poesia, sia in prosa, presenta gli stessi valori semantici dell'allotropo ‛ nascondere ' (v.), meno letterario e, anche in D., più comune (le ricorrenze della prima forma sono infatti di circa un terzo inferiori a quelle della seconda). Nel significato di " sottrarre alla vista o alla conoscenza ", " celare ", è presente in Rime CIII 15 Non trovo... loco che dal suo viso m'asconda; Cv IV V 1 spesse volte l'umane operazioni a li uomini medesimi ascondono la loro intenzione; Pd XXVII 66 non asconder quel ch'io non ascondo. Inoltre, con usi figurati, in Pg XXII 95 levato hai il coperchio / che m'ascondeva quanto bene io dico (tu, Virgilio, hai rivelato inconsciamente a me, Stazio, la fede cristiana); Pd XIX 68 Assai t'è mo aperta la latebra / che t'ascondeva la giustizia viva.
Nella forma pronominale, col significato di " sottrarsi, o rimanere celato, alla vista, alla conoscenza ", ha esempi in Rime c 43 ramo di foglia verde a noi s'asconde; CVI 130 ma troppo è più ancor quel che s'asconde perché a dicerne è lado; Cv IV XII 4 chi fu quel primo che li pesi de l'oro coperto e le pietre preziose che si voleano ascondere, preziosi pericoli, cavoe ?; If IX 62 mirate la dottrina che s'asconde sotto 'l velame de li versi strani; e, con valore più propriamente riflessivo, in X 121 Indi s'ascose; Pg XXVI 148 Poi s'ascose nel foco che li affina. In due passi è riferito al sole, col significato di " tramontare ": la leggiadria somiglia al sole dal levante... infimo a tanto che s'asconde (Rime LXXXIII 98); 0 gloriose stelle [la costellazione dei Gemelli] .../con voi nasceva e s'ascondeva vosco / quelli ch'è padre d'ogne mortai vita (Pd XXII 115).
Il participio passato ‛ ascoso ' (latinismo, dal latino tardo absconsus, formato per analogia dal perfetto abscondi, in luogo del classico absconditus) è usato col valore aggettivale di " nascosto ", " occulto ", " celato ": l'altra man tiene ascosa / la faccia lagrimosa (Rime CIV 24); è una veritade ascosa sotto bella menzogna (Cv II I 3; e inoltre II XIV 1 e 16, III I 3, IV Le dolci rime 122); [il sole] la faccia sua a noi tien meno ascosa (If XXVI 27); quella [Beatrice] / cui non potea mia cura essere ascosa (Pd II 27); essempro ch'aia / la sua radice incognita e ascosa (XVII 141).
In If XXXIV 133 il cammino percorso da Virgilio e da D. per risalire dal centro dell'Inferno alla superficie terrestre è ascoso, " nascosto " alla luce, " oscuro "; oppure " situato in località appartata e recondita ".
Nel senso figurato di " difficile a essere inteso ", " avvolto nel mistero ", " inaccessibile ", è presente in Pd XX 90 tu credi queste cose / perch'io le dico, ma non vedi come; / sì che, se son credute, sono ascose, e, analogamente, in XXIV 72 Le profonde cose / che mi largiscon qui la lor parvenza, a li occhi di là giù son sì ascose, / che l'esser loro v'è in sola credenza.
Quale locuzione avverbiale, ‛ in a. ', " segretamente ", (c occultamente ", ha un esempio in Cv IV XXVIII 10, nella traduzione letterale del passo di s. Paolo (Rom. 2, 29) : Non quelli ch'è manifestamente, è Giudeo... ma quelli ch'è in ascoso, è Giudeo.