ASCENSORE (IV, p. 787)
Per gli ascensori moderni si impiegano quasi esclusivamente argani elettrici con puleggia di aderenza mediante i quali il sollevamento viene ottenuto sfruttando l'aderenza delle funi entro scanalature della puleggia motrice.
Il freno è generalmente a ceppi, azionato talvolta, anziché da un elettromagnete, da un servomotore elettrico che ha una maggiore silenziosità di funzionamento; esso viene inserito e alimentato in parallelo al motore di sollevamento (fig.1).
Per assicurare la esattezza di fermata della cabina ai piani e correggere automaticamente i dislivelli che si verificano in conseguenza dell'elasticità delle funi, l'argano è integrato da uno speciale dispositivo detto livellatore, particolarmente usato nel caso di ascensori a grande traffico, cioè con elevata velocità e notevole portata, oppure di montacarichi, nei quali il carico venga portato con carrelli. Questo livellatore consiste in un vero e proprio argano sussidiario che consente la velocità ridotta, con apposito motore elettrico azionante un riduttore sussidiario accoppiato con l'argano principale a mezzo di innesto a frizione. L'arresto all'esatto livello si ottiene mediante contatti elettrici montati sulla cabina ed azionati da respingenti disposti nel vano di percorso; per evitare urti e rumori ai piani di passaggio, si adottano contatti retrattili, che un servomotore mantiene ritirati durante la corsa.
Recentemente hanno preso considerevole sviluppo, specie in America, impianti nei quali la puleggia di aderenza dell'argano è calettata direttamente sull'albero del motore, senza alcun organo intermediario di riduzione. In tal caso il motore di sollevamento è a corrente continua ed a basso numero di giri, alimentato da un gruppo motogeneratore, in cui un motore trifase, inserito sulla rete, aziona una dinamo ed una eccitatrice coassiale. Con questa apparecchiatura è possibile ottenere elevate velocità facilmente graduabili alle fermate e agli spunti e una grande precisione di fermata, regolando la tensione di alimentazione del motore di sollevamento con l'agire sulla eccitazione della dinamo; è possibile così arrivare a velocità di 5÷6 m/sec. contro i 2,50÷3 m/sec. degli impianti con argani a riduzione (per case di abitazione la velocità comunemente adottata si aggira sui 0,80 m/sec.).
Gli apparecchi di sicurezza contro le cadute, per velocità di esercizio superiori a 0,85 m/sec, anziché ad azione istantanea vengono realizzati con smorzatori idraulici o con dispositivi di serraggio a tenaglia, i quali assicurano una frenatura progressiva. Esistono inoltre particolari dispositivi mediante i quali il bloccaggio sulle due guide viene ottenuto con azione perfettamente sincrona e con una uniforme ripartizione degli sforzi.
Le funi di sospensione adottate comunemente sono di acciaio al crogiolo ad alta resistenza, composte. di 6 od 8 trefoli (v. funi metalliche, XVI, p. 177). Attualmente vengono impiegate funi speciali, nelle quali non tutti i fili hanno lo stesso diametro e che hanno dimostrato durata notevolmente superiore ai tipi normali.
In Italia le disposizioni di legge che riguardano gli ascensori per uso privato (decr. n. 600 del 31 agosto 1945) stabiliscono che il rapporto fra il diametro minimo di avvolgimento delle funi (diametro delle pulegge) e il diametro delle funi non deve essere inferiore a 40 e che il rapporto fra il diametro delle pulegge e quello dei fili di maggior diametro costituenti la fune non deve essere inferiore a 500. Secondo queste disposizioni le funi, in numero mai inferiore a 2, devono essere calcolate in base alla tensione statica massima, non tenendo conto delle sollecitazioni di flessione e con un grado di sicurezza almeno uguale a 12.
Per la sicurezza di esercizio sono ovunque adottate serrature elettromeccaniche delle porte ai piani, le quali hanno lo scopo di evitare che l'ascensore possa funzionare se tutte le porte non sono chiuse e di impedire che una porta possa venire aperta se la cabina non si trova ferma dietro di essa. La prima funzione è assolta da contatti elettrici inseriti nel circuito di manovra, mentre la seconda è ottenuta a mezzo di un catenaccio meccanico controllato dalla cabina a mezzo di apposita sagoma. Di tali serrature si costruiscono svariatissimi tipi che devono corrispondere sovente alle norme stabilite dai regolamenti dei diversi paesi: in Italia, per esempio, è prescritto che i contatti elettrici siano del tipo a distacco obbligato.
Per l'apertura e la chiusura della porta della cabina - operazioni che opportuni dispositivi rendono contemporanee a quelle dell'apertura e chiusura della porta del piano - sono ora spesso adottati servomotori che agiscono contemporaneamente. La chiusura è impedita, nel caso che una persona stia entrando in cabina, da sistemi a cellula fotoelettrica o da pedane mobili.
In questi ultimi tempi hanno assunto grande diffusione le manovre collettive a registrazione, specialmente in impianti con traffico intenso e gran numero di piani; con queste manovre la cabina esegue tutti i comandi effettuati sulla bottoniera di cabina o sui pulsanti dei varî piani.
Con la manovra collettiva semplice (adottata quando si ha esclusivamente traffico tra il piano terreno ed i singoli piani) a ciascun piano viene sistemato un bottone di chiamata; l'ascensore, in salita, esegue solo le fermate per le quali sono stati premuti dei pulsanti in cabina: dopo che questa ha raggiunto il piano più alto di chiamata, inizia la corsa di discesa fermando ai piani dai quali sono state registrate delle chiamate (per discesa).
Con la manovra collettiva universale (quando si ha anche traffico tra piano e piano) si hanno a ciascun piano intermedio un pulsante per la salita e uno per la discesa; la cabina risponde sempre alle chiamate che giungono dai piani per lo stesso senso di marcia nel quale sta viaggiando, purché naturalmente essa sia ancora in tempo a eseguire l'arresto e non abbia già raggiunto il carico completo; i comandi non eseguiti rimangono registrati per una corsa successiva.
Manovre ancor più complesse, diffuse specialmente in America, vengono adottate per batterie di più ascensori in guisa che alle chiamate dai piani risponda solo la cabina più prossima purché già in moto nel senso di marcia richiesto.
Grande importanza assumono le segnalazioni ai piani, di cui si hanno svariatissimi tipi, dalla semplice segnalazione di "occupato", a quelle di "posizione" e di "destinazione" della cabina e di "consenso" per indicare che la chiamata è stata registrata; negli impianti in batteria vengono collocati appositi indicatori a due luci i quali segnalano il senso in cui ripartirà la prima cabina in arrivo.
Il funzionamento automatico dell'ascensore è controllato, nei tipi correnti, da invertitori di piano, disposti entro il vano di percorso ed azionati da sagome montate sulla cabina.
Negli impianti più moderni e particolarmente quando vengono usate le manovre più complesse, gli invertitori di piano vengono raggruppati su speciali selettori montati nel locale del macchinario, nei quali opportuni organi mobili, comandati direttamente dalla cabina, ne ripetono in scala ridotta il movimento. Nei selettori, sono accentrati tutti i comandi elettrici compresi quelli di manovra e di segnalazione. Uno di questi apparecchi, dei quali si hanno svariatissimi tipi costruttivi, è illustrato nella fig. 2.
Bibl.: C. Volpi, L'ascensore moderno, Milano 1944; F. A. Annett, Electric Elevators, Londra 1935; R. S. Phillips, Electric Lifts, Londra 1939.