CERETTI, Arturo
Fratello di Celso, nacque a Mirandola (Modena) da Luigi e Maria Malagodi il 5 maggio 1850. Seguì il fratello a Mentana (1867) e in Francia (1870) come volontario garibaldino e poi nelle spedizioni in Spagna (1874) e in Serbia (1875). Qui partecipò ai combattimenti contro i Turchi e venne erroneamente dato per ferito in uno scontro, ma egli stesso provvide a smentire la notizia apparsa sui giornali italiani.
Rientrato in Italia, iniziò l'attività giornalistica collaborando al periodico socialista La Cronaca di Mirandola-Cento-Finale- San Felice (di cui fu anche redattore), il giornale del primo socialismo nella bassa emiliana (gennaio-agosto 1876). Su questo periodico - che poi si fuse con Il Martello di Bologna - pubblicò a puntate la prima Storia del movimento socialista in Italia in cui si ricostruiscono le vicende del nostro socialismo fino alla metà degli anni Settanta, con notizie che hanno il valore di una testimonianza personale e diretta. Da quel momento il C. subentrò al fratello, appartatosi dalla politica militante, nel lavoro di organizzazione e propaganda dell'Internazionale. Nella primavera del 1878, in un momento in cui, dopo i fatti della banda del Matese (aprile 1877), i più noti internazionalisti si trovavano in carcere o in esilio, egli fondò a Modena il giornale L'Avvenire (4 maggio-27 luglio 1878), uno dei più importanti fogli, quasi organo ufficioso, del movimento in questo periodo.
Riportava gli atti della Federazione italiana, corrispondenze locali, lettere e articoli (fra gli altri di Florido Matteucci, Anna Kuliscioff, Oreste Vaccari). Agostino Pistolesi vi pubblicò a puntate una cronaca su Il socialismo in Italia, inserendovi il testo del Testamento di Carlo Pisacane che venne così largamente conosciuto nel movimento socialista.
Il C. tenne in questo periodo corrispondenza con i maggiori esponenti del movimento internazionalista, in gran parte fuorusciti; Emilio Covelli, Serafino Mazzotti, Carlo Monticelli, Alfonso Danesi, Icilio Ugo Parrini, Niccolò Converti. Il suo orientamento, come quello dell'Avvenire, era nettamente anarchico. "Non ispero più che nei diseredati, negli affamati e quindi nell'azione" scriveva a Gallo Galli il 25 ag. 1878. Per la sua propaganda, fatta sulle colonne del giornale, il C. venne arrestato e processato insieme ad altri internazionalisti di Modena e di Reggio, suoi collaboratori (Angelo Canovi, Giovanni Cigarini, Antonio Giglioli Cesatti, Luigi Olivi) sotto l'accusa di cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato e associazione di malfattori. Il processo, svoltosi a Modena dal 15 al 20 sett. 1879, si concluse con una generale assoluzione.
Intanto, dopo la lettera di Costa del 27 luglio 1879, il movimento socialista cercava di aprirsi nuove strade. Anche il C. partecipò a questi tentativi, pur mantenendosi fedele in linea di principio all'anarchismo. Così fu presente alla riunione di Bologna del 14 marzo 1880 in cui Costa espose il suo programma. Il 29 agosto dello stesso anno inviava da Mirandola una lettera alla Società "I figli del lavoro" di Milano, nella quale, aderendo all'iniziativa di un congresso a breve scadenza, escludeva ogni cedimento sui fini ("Forse da anarchici divenire autoritari? forse da collettivisti convertirsi in comunisti?") ma non "onesti compromessi" sui mezzi (La Plebe, 5 sett. 1880). In seguito il C. si trasferì a Milano ed entrò nella redazione del Secolo.
In questo periodo pubblicò anche una tragedia (Parisina, Mantova 1880) e un opuscolo di propaganda sul libero amore (La libera unione, Milano 1882).
Restò molto vicino al gruppo milanese di Enrico Bignami e Osvaldo Gnocchi-Viani ma diradò progressivamente la sua attività. Affetto fin da giovane dalla tisi, morì a Mirandola il 15 luglio 1894.
Fonti e Bibl.: Necrol. in Il Secolo (Milano), 16-17 luglio 1894; e in La Rivista (Ferrara), 18 luglio 1894; P. C. Masini, La Prima Internaz. in Italia nelle carte dei fratelli Ceretti, in Movim. operaio e socialista, XI(1965), pp. 41-80; A. Bassoli, In ricordo di A. C. internazionalista mirandolese, nell'ottantesimo annivers. della sua morte, in Atti e mem. della Deput. di storia patria per le antiche prov. modenesi, IX(1974), pp. 49-55; Bakunin e la Prima Internazionale in Emilia. Mostra documentaria. Reggio Emilia 19 marzo-17 apr. 1977, Reggio Emilia 1977, pp. 39-48; F. Andreucci-T. Detti, Il movim. operaio italiano. Dizionario biografico, II, ad vocem.