arsenico
Elemento chimico, semimetallo. Si trova diffuso in natura soprattutto in combinazione con i metalli come arseniuro (smaltite, löllingite, nichelina) e con lo zolfo come solfuro (realgar e orpimento). Nel ling. comune, il termine indica un qualsiasi composto arsenicale (anche organico), sia con riferimento al suo uso in terapia, risalente al 16° sec. ma oggi pressoché abbandonato (come tonico, nella cura delle anemie, delle leucemie, della lue, dell’amebiasi, in odontoiatria, ecc.), sia soprattutto come potente veleno. L’avvelenamento cronico da a. (arsenicismo) si manifesta con vomito, diarrea, disturbi di circolo, turbe psichiche e sensoriali, lesioni nervose, cutanee, ecc. Può essere dovuto a cause professionali, criminose o accidentali (l’a. è contenuto in alcuni pesticidi, erbici e topicidi); la cura è basata su lavande gastriche, somministrazioni di tiosolfato di sodio per via endovenosa, o di dimercaptopropanolo.