arredamento
Come utilizzare al meglio gli ambienti di un edificio
L'arredamento consente di sfruttare nel modo migliore e di abbellire gli interni di un edificio attraverso la disposizione di mobili e oggetti, e ha una funzione importante non solo nelle abitazioni, ma in tutti i tipi di edifici: chiese, uffici, scuole, negozi e così via. Possiamo distinguere due tipi fondamentali di arredamento. Il primo interviene su un ambiente modificandone la struttura, per esempio spostando o creando muri e tramezzi, o inserendovi elementi decorativi come specchi, stucchi, mosaici, arazzi, tappeti e tendaggi. Il secondo tipo riguarda la scelta e la collocazione dei mobili e di altri oggetti funzionali, per esempio lampade e impianti stereofonici, oppure decorativi, come vasi e soprammobili
Ogni civiltà è contraddistinta da un particolare modo di concepire gli spazi interni degli edifici.
Nell'antico Egitto, a giudicare dalle testimonianze che ci sono giunte, si usavano mobili molto semplici, come casse per contenere oggetti, piccoli sgabelli, tavolini, letti, a volte decorati con avorio o altri materiali preziosi. A questa semplicità si contrapponeva la ricchezza negli edifici monumentali: sedili a forma di trono con intarsi e dorature, letti con piedi a zampa di animale e dotati anche di poggiatesta.
La casa dei Greci era piccola, con poche stanze e senza un locale di rappresentanza equivalente al nostro salotto. Alle pareti erano appesi specchi, anfore, coppe, mentre la disposizione dei mobili cambiava durante la giornata a seconda delle funzioni cui erano adibiti: per esempio, il mobile più importante della casa, il letto (klìne), che compare dopo il 6° secolo a.C., era utilizzato per mangiare, sedersi e scrivere.
Gli scavi di Pompei ed Ercolano ci offrono informazioni preziose sugli arredi delle case presso gli antichi Romani. Esistevano tre diversi tipi di letto: uno per dormire (cubicularis), uno per leggere o studiare (lucubratorius) e uno per consumare i pasti (triclinaris).
Le case dei più abbienti in molti casi avevano le pareti decorate da affreschi con paesaggi o scene di vita quotidiana, che spesso facevano riferimento al mestiere del padrone dell'abitazione; erano frequenti, poi, i pavimenti decorati da mosaici.
Nel mondo cristiano e bizantino iniziarono a definirsi alcune regole di vita che ancora oggi sono valide: i pasti si consumavano seduti su seggiole e sgabelli; il letto quindi cominciò a essere usato solo per dormire e divenne più alto rispetto al pavimento.
Nei primi secoli del Medioevo, almeno fino all'anno Mille, i mobili più usati erano il cassone e la cassapanca, che servivano sia per contenere indumenti sia per sedersi ed erano collocati di solito davanti al tavolo da pranzo, vicino al camino. I re quando si spostavano facevano trasportare i propri mobili, come la seggiola pieghevole chiamata faldistorium.
Intorno all'anno Mille nelle abitazioni private si sviluppa una divisione degli ambienti che, con alcune modifiche, è giunta sino ai nostri giorni: la zona centrale, cioè il salone, dotata di caminetto, era separata dalle camere da letto e dallo spazio dedicato alla preparazione dei cibi, precursore della cucina. I mobili, per esempio la cassapanca, erano caratterizzati da decorazioni geometriche e dalla presenza di elementi in ferro.
Nel passaggio dall'età romanica a quella gotica, intorno al 13° secolo, si nota una diretta derivazione dello stile dei mobili da quello architettonico: le spalliere dei letti, per esempio, vengono decorate con pinnacoli e archi a sesto acuto, tipici degli edifici gotici. Alla fine del Medioevo l'arredamento comincia a svilupparsi in stretto rapporto con le esigenze e le funzioni dell'abitazione: per esempio, nelle regioni più fredde è il sistema di riscaldamento a determinare la forma e la disposizione dei mobili, tanto che nelle regioni alpine la stanza più curata e vissuta è la Stube, chiamata così dalla stufa centrale attorno alla quale si disponevano panche e tavoli.
Nel Rinascimento, a partire dalla metà del Quattrocento, gli arredi di case, palazzi e ville sono influenzati dalle nuove regole dell'architettura: simmetria, proporzioni, uso degli ordini architettonici antichi si notano anche nella forma dei mobili e nella loro collocazione all'interno delle stanze. Nel Quattrocento le abitazioni più ricche hanno alcuni piccoli locali, i cosiddetti 'studioli', con pareti rivestite in legno, spesso intarsiato con raffigurazioni prospettiche; tra i mobili tipici di questo periodo spicca la sedia pieghevole denominata 'Savonarola'.
Nel Cinquecento si assiste a una riscoperta delle decorazioni classiche dell'antica Roma, per cui molti ambienti di palazzi, ville o case signorili sono affrescati con il tipo di decorazione chiamato 'a grottesca'. Tra il Seicento e la metà del Settecento, cioè nel periodo barocco, l'arredamento si conforma alle tendenze delle arti maggiori ‒ pittura, scultura, architettura ‒ ed è caratterizzato da un largo impiego di stucchi, stoffe e specchi su pareti e soffitti; i mobili hanno decorazioni scultoree, smalti e intarsi in materiali pregiati, come madreperla ed ebano. In questo periodo in Francia si sviluppano veri e propri stili di arredamento che prendono il nome dei diversi sovrani: il primo e il più noto sarà lo stile 'Luigi XIV'. Nel successivo 'stile Luigi XV', che inizierà il periodo cosiddetto rococò, i mobili presentano linee curve e si preferiscono oggetti di gusto esotico, come porcellane e mobili laccati dai colori sgargianti, conosciuti grazie allo sviluppo dei rapporti commerciali tra l'Europa e l'Oriente.
Nella seconda metà del Settecento si afferma lo stile neoclassico: le decorazioni si semplificano, le linee dei mobili tornano a essere squadrate e scompaiono intarsi e laccature; come nell'architettura, il modello più seguito è quello dell'antichità classica greca e romana. Nell'epoca napoleonica il cosiddetto 'stile Impero' propone anche modelli egiziani, diventati di moda dopo le conquiste in Egitto.
Nell'Ottocento l'arredamento è caratterizzato da una tendenza eclettica che mescola all'interno di una singola abitazione stili diversi ispirati ai modelli del passato.
La cosiddetta art nouveau, movimento artistico e architettonico nato in Belgio alla fine dell'Ottocento, per la prima volta affrontò il progetto di un edificio disegnando sia le parti architettoniche sia i mobili e gli altri elementi d'arredo, per esempio lampade, tessuti. Tipici di questo movimento, che si diffuse in tutta Europa con nomi diversi ‒ Secessione in Austria, Liberty in Italia ‒ sono i mobili dalle linee sinuose e rotondeggianti. Proprio attraverso l'art nouveau si sviluppò il concetto di una produzione industriale dell'elemento d'arredo, che portò all'odierno industrial design.
Grazie alla scuola del Bauhaus, fondata nel 1919 dall'architetto tedesco Walter Gropius, il progetto del mobile è sempre più legato all'architettura: l'arredo si inserisce nella costruzione e ne diventa parte integrante. Si progettano mobili componibili dalle forme estremamente semplificate, che possono essere combinati in modo diverso per scandire le differenti zone all'interno della casa, sostituendo a volte la tradizionale divisione degli ambienti attraverso i muri.
La razionalizzazione dell'arredamento coincide, intorno agli anni Venti e Quaranta, con il periodo del Movimento moderno in architettura, i cui maggiori esponenti ‒ Gropius, Le Corbusier, Mies van der Rohe ‒ progettano anche una serie di mobili, perlopiù molto leggeri, in acciaio tubolare. Contemporaneamente altri architetti disegnano elementi d'arredo con materiali tradizionali, come il legno, sfruttandone la capacità di curvatura: il finlandese Alvar Aalto, per esempio, è stato il primo a usare il legno compensato.
Dopo la Seconda guerra mondiale la collaborazione tra designer e industria (industrial design) si fa sempre più stretta: ha inizio la produzione di sedie in plastica PVC e in fibra di vetro, con forme influenzate anche dalle nuove avanguardie artistiche, come la pop art. La razionalità dei decenni precedenti viene sostituita da invenzioni formali assai fantasiose concepite da designer che con la loro creatività rivoluzionano case e ambienti di lavoro; a distanza di tre o quattro decenni, pur mantenendo la funzione originaria i loro mobili sono oggi diventati quasi 'opere d'arte' che a volte vengono esposte (per esempio al Museum of modern art di New York).