ANGELUCCI, Arnaldo
Nato a Subiaco il 15 apr. 1854, fece a Roma gli studi universitari di medicina e qui si laureò nel 1875. Fu allievo, e poi assistente del celebre fisiologo F. Ch. Boll, e di questa formazione nel campo della fisiologia conservò l'impronta per tutta la vita.
I suoi primi studi riguardano la funzione retinica nel meccanismo della visione. Pubblicò, infatti, una memoria sui movimenti del pigmento e degli elementi della retina per l'azione della luce (Ricerche istologiche sull'epitelio dei vertebrati, in Memorie d. R. Accad. Naz. dei Lincei, classe di scienze fisiche, s. 3, VII (1879-801, pp. 287-316), e altri lavori sullo sviluppo dell'uvea (principale: Sullo sviluppoe sulla struttura del tratto uveale anteriore dei vertebrati, ibid., II, 2 [1877-78], pp. 1031-1057). Proseguendo le ricerche del Boll, di W. K. Kühne e di altri, l'A. illustrava le complesse modificazioni morfologiche e fisico-chimiche della retina per effetto dello stimolo luminoso e osservava che queste modificazioni fisico-chimiche sono rilevabili anche nelle zone del sistema. nervoso centrale che hanno diretto rapporto con la visione e da questi studi traeva una nuova teoria sulla visione. Nel 1881, al congresso internazionale di oculistica di Londra, riportava, con una sua comunicazione, la patogenesi del glaucoma a una alterazione vascolare, concetto che egli stesso confermò e ribadì in seguito per il glaucoma infantile. In questi anni si recò anche in diverse occasioni all'estero per studio e fu così assistente di K. W. Zehender, L. Ranvier, J. M. Charcot, I. F. Meckel, L. M. Javal, H. A. Aubert. Rientrato in Italia, fu direttore della clinica oculistica dell'università di Cagliari (1885-86), di Messina (1887) e di Palermo (1888-1904). Nel 1893 fondò la rivista Archivio di oftalmologia. Nel 1898 individuò per primo nei malati di congiuntivite primaverile una speciale sindrome, nota col nome di "sindrome di A.", caratterizzata da temperamento eccitabile, vampe al viso, cardiopalmo emotivo e tachicardia (Studi una sindrome conosciuta negli infermi di catarro primaverile, in Arch. di oftalmologia,VI [1898], p. 270). A questi anni risalgono gli studi sulla fisiopatologia del simpatico cervicale nei suoi rapporti con l'occhio (Alterazioni tropiche dell'occhio, che nei mammiferi seguono la estirpazione del ganglio cervicale superiore del simpatico, ibid.,I [18931, pp. 3-17) e sulla secrezione dell'umor acqueo e sulla fisiopatologia della nutrizione dell'occhio (Leggi di secrezione dell'umor acqueo ed effetti del loro perturbamento, ibid., X[1902], pp. 201-229). Per questi lavori l'A. ebbe grande rinomanza anche all'estero: fu eletto membro onorario della Société française d'ophtalmologie sin dalla sua fondazione, insieme con E. Fuchs e Th. Axenfeld: nel 1904 ricevette l'incarico di scrivere il capitolo di fisiologia oculare sull'enciclopedia francese di oftalmologia (Physiologie générale de l'oeil, in Encyclop. franç.. d'ophtalmol., II, Paris 1903, pp. 1-143). Nel 1905 passò a dirigere la clinica oculistica dell'ateneo di Napoli, dove insegnò ininterrottamente fino al 1929. Durante la guerra 1915-18 si dedicò interamente al trattamento delle ferite di guerra; in una ispezione al fronte venne ferito. L'A. fu anche pioniere delle ricerche di costituzionalistica nel campo dell'oftalmologia: in particolare dedicò molti studi alla patogenesi del tracoma e sostenne il concetto dell'azione di un eventuale virus o batterio su un terreno organico predisposto dall'ambiente antigienico. Affrontò il problema del tracoma sul piano profilattico e del trattamento non solo dal lato scientifico, ma anche da un punto di vista sociale. Aveva infatti annesso alla sua clinica - nel 1924 - una scuola-sanatorio per bambini tracomatosi e adenoidei e aveva creato un istituto preventorio per la cura scolastica delle malattie costituzionali nell'asilo infantile Francesco Crispi. Pubblicò anche scritti di argomento artistico, che vennero raccolti in due pubblicazioni (La visione nell'arte e l'arte nel meccanismo della vita, Napoli 1923; Psicoanalisi e sublimazione nell'arte, Napoli 1929).
Ritiratosi dall'insegnamento, nel 1929, istituì una borsa di studio per lo sviluppo degli studi oftalmologici e lasciò 500.000 lire per fondare a Subiaco un ospedale che avrebbe portato il nome del figlio Alessandro, studente in medicina, morto a 20 anni.
Morì a Napoli il 30 nov. 1933.
Bibl.: V. Cavara, A. A., in La riforma medica, XLIX (1933), estratto; A. A., in Archivio di oftalmologia, XI,(1934), pp. 425-449; F. de La Personne, A. A., in Archives d'ophtalmologie, LI (1934), pp. 60-62; Necrologio di A. A., in Riv. sanitaria siciliana, XXII (1934), p. 80; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte, I, pp. 30 s.; Encicl. ital., III,p. 305, e Appendice, I, p. 119.