BUSINCO, Armando
Nacque a Jerzu (Nuoro) l'11 giugno 1886 da Nicolò e da Rosa Corgiolu, e si laureò in medicina e chirurgia a Cagliari nel 1912. Dedicatosi allo studio dell'anatomia patologica sotto la guida di A. Pepere e di F. Vanzetti, nel 1913 fu assistente presso l'istituto di patologia generale dell'università di Cagliari, e dal 1914 al 1925 assistente e poi aiuto nell'istituto di anatomia patologica della stessa università. Ottenuta la libera docenza nel 1922, nel 1925 fu contemporaneamente incaricato degli insegnamenti dell'anatomia patologica per la facoltà di medicina, e dell'anatomia patologica degli animali per la facoltà di veterinaria nell'università di Perugia. Nel 1927 vinse il concorso per la cattedra di anatomia patologica e ne fu nominato professore straordinario all'università di Perugia. Fu poi professore ordinario di anatomia patologica nell'università di Cagliari dal 1928 al 1932, in quella di Palermo dal 1932 al 1935, ancora a Cagliari dal 1935 al 1938; dal 1938-39 fu titolare della stessa cattedra all'università di Bologna fino al 1956. Dal 1946 al 1948 fu anche preside della facoltà medica di Bologna, e dal 1946 al 1957 diresse la scuola di specializzazione in stomatologia.
Formato al metodo anatomo-clinico proprio della scuola italiana, il B. fu un brillante anatomo-patologo, dotato di non comuni capacità didattiche: le sue lezioni al tavolo anatomico erano avvincenti esposizioni di casi clinici, culminanti nelle accurate descrizioni morfologiche, la cui epicrisi rappresentava sempre la sintesi non soltanto dei rilievi autoptici, ma anche delle riflessioni di ordine etiopatogenetico. La sua attività di ricercatore nei vari campi della anatomia patologica e della patologia generale fu sempre guidata dal prevalente indirizzo morfofunzionale e patologico sperimentale, che gli consentì di giungere a significative conclusioni.
Autore di ben centotrentanove pubblicazioni scientifiche, il B. condusse ricerche sull'echinococcosi umana e degli animali domestici, sull'arteriosclerosi, sulla splenomegalia malarica. In un lavoro del 1921 espose un interessante studio, sugli effetti dei gas usati nel recente conflitto mondiale, ed estese la sua indagine ad altre sostanze usate nelle industrie, capaci di esercitare azioni tossiche, mettendo così in evidenza un nuovo problema di ordine forense e sociale (Igas così detti "asfissianti". Contributo anatomo-clinico e medico sociale. Consider. critiche. Cenni storici, in Giorn. di medicina milit., LXIX [1921], pp. 436-508).Di particolare rilievo sono gli studi sul sistema reticolo-endoteliale (Il sistema reticolo-endoteliale, in collab. con A. Severi, in Riv. dibiologia, XI [1929], pp. 331-59), che costituirono la messa a punto delle conoscenze sull'argomento, mirabile per completezza e organicità, ove era già possibile cogliere le premesse dell'evoluzione del concetto di sistema reticolare che il B. svilupperà successivamente nella trattazione dei processi morbosi che in esso hanno luogo. Proseguendo tali ricerche, in collaborazione con G. Giunti studiò la struttura degli alveoli polmonari servendosi della tecnica dell'iniezione intratracheale ed endovenosa, in animali da esperimento, di coloranti vitali. Poté così dimostrare, e la dimostrazione ha trovato successivamente conferma in recenti ricerche di microscopia elettronica, che la parete alveolare è rivestita da uno strato cellulare, considerato di natura epiteliale, ma "dotato di uno specifico destino funzionale" e fornito di "peculiari prerogative proprie sia dei tessuti epiteliali sia degli elementi reticolo-endoteliali"; e mise in luce la presenza nel contesto del rivestimento alveolare e nell'interstizio parieto alveolare di elementi provvisti di capacità fagocitaria e granulopessica (La struttura del polmone (alveolo) alla luce delle vecchie e nuove ricerche,ibid., XV [1933], pp. 521-565).Importanti furono pure i suoi studi sul ruolo del sistema reticolo-endoteliale nella malaria (L'infezione malarica: anatomia patologica, Bologna 1941)e quelli sulle neoplasie del sistema reticolo-endoteliale, che contribuirono alla sistemazione nosografica di tali tumori fino ad allora confusi con quelli del sistema linfatico (I tumori del sistema reticolo-endoteliale, Bologna (1949). In un altro settore, merita di essere menzionata una sua ricerca su un caso di morbo di Basedow in una donna portatrice di colesteatoma ponto-cerebellare e ipotalamico: l'indagine, condotta con estrema accuratezza su millecento sezioni in serie dell'ipotalamo, gli consentì di prospettare l'ipotesi dell'esistenza di alcuni casi di morbo di Basedow, dipendenti da alterazioni primitive dei nuclei, centrali tireogeni verosimilmente situati in corrispondenza delle strutture ipotalamiche, ipotesi oggi ammessa, almeno entro certi limiti, dalla moderna endocrinologia (Colesteatoma ponto-cerebellare e ipotalamico con morbo di Flaiani-Basedow, in Atti e mem. della Soc. romana di chirurgia, II [1940], pp. 409-414).Tra le altre sue pubblicazioni, meritano di essere ricordate: Anatomia patologica dell'apparato digerente, Bologna 1944; Tecnica delle autopsie, ibid. 1944; Trattato di anatomia patologica speciale, diretto in collab. con A. Pepere, Milano 1945-46, in quattro volumi; Anatomia patologica umana, Bologna 1950, in quattro volumi.
Accademico benedettino dell'Istituto di Bologna, medaglia d'oro dei benemeriti della scuola delle scienze e delle arti, il B. fu inoltre membro della Società medica di Bologna, della Società medica lombarda, della Società tra i cultori delle scienze mediche e naturali di Cagliari, della Società italiana di patologia (di questa fu anche presidente dal 1955 al 1957). Fu anche direttore della rivista Archivio italiano dianatomia e istologia patologica. Nel 1944 fu incarcerato per antifascismo a Bologna.
Morì a Cagliari il 4 sett. 1967.
Bibl.: G. Macciotta, A.B., in Rass. medica sarda, LXX (1967), pp. 529-532; G. Giunti, A. B., in Univ. di Bologna. Annuario degli armi accad. 1966-67,1967-68, Bologna 1971, p. 349-350; G. Montaldo, Commemoraz. del prof. A. B., in Boll. della Soc. ital. di patologia, X (1967-68), pp. 319-324; Enc. Ital., App., II, 1, p. 472.