ARDINGO (Ardingus, Ardengus, Ardinghus, Hardingus, Ardiggus, Adingus)
Vescovo di Brescia e arcicancelliere di Berengario I, successe sulla cattedra episcopale bresciana ad Antonio (morto nell'891), ma è incerta l'epoca della sua elezione. Alcuni autori la protraggono oltre il 24 maggio 903, basandosi sul fatto che la ricognizione di un diploma regio con quella data ne menziona soltanto il titolo di arcicancelliere e non quello di vescovo: sennonché egli figura già quale presule di Brescia nel febbraio 901, allorquando è presente in Roma tra i vescovi che intervengono al placito tenuto dall'imperatore Ludovico III in favore di Pietro vescovo di Lucca: non è escluso che egli si trovasse in Roma proprio per ricevere la consacrazione dalle mani del pontefice Benedetto IV. Secondo la Historiola di Rodolfo Notaio, A. avrebbe esercitato in Brescia anche il potere civile, essendogli stato conferito il titolo di conte o dall'imperatore Lamberto o da Berengario: ma la tradizione, riprodotta da alcuni cronisti, che quest'ultimo ebbe a creare A. conte di Brescia il 13 ott. 899, durante un suo soggiorno in tale città, è certamente priva di fondamento.
Nessuna notizia è tramandata circa la sua attività pastorale. Nell'ufficio di arcicancelliere è noto dal 5 febbr. 903, poiché il diploma del 7 ag. 902, che ne offrirebbe la prima menzione, è un falso (non si può escludere, per altro, che la recognitio sia desunta da un documento genuino deperdito di uguale data); l'ultimo riferimento sicuro è del 3 ott. 922: lo Schiaparelli per altro propende per ritenerlo in carica fino alla uccisione di Berengario (7 apr. 924).
Non si conosce la data di morte di A.: il Faino erra certamente collocandola nel 906; più verosimilmente il Biemmi la fa risalire agli ultimi giorni di Berengario. Fu sepolto a Brescia nel duomo iemale o Rotonda, presso la porticina che immetteva in San Pietro de Dom, o cattedrale estiva.
Fonti e Bibl.: Rodolfo Notaio, Historiola, in G. M. Biemmi, Istoria di Brescia, II, Brescia 1749, p. XXV; I diplomi di Berengario I, a cura di L. Schiaparelli, Roma 1903, in Fonti per la storia di Italia, XXXV, passim, cfr. Indice; I diplomi italiani di Lodovico III e di Rodolfo II, a cura di L. Schiaparelli, in Fonti per la storia d'Italia, XXXVII, pp. 18-21; B. Faino, Catalogi quatuor compendiarii quos coelum sancta Brixianae Ecclesiae circumplectitur, Brixiae 1658, p. 29; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, IV, Venetiis 1719, col. 536; M. Biemmi. vol. cit., pp.190-195, 199; G. G. Gradenigo [Iohannes Hieronymus Gradonicus], Pontificum Brixianorum series commentario historico illustrata, Brixiae 1755, pp. 139-143; F. Odorici, Storie bresciane dai primi tempi sino all'età nostra, III, Brescia 1854, p. 256, 267 s.; IV, ibid. 1855, p. 75; G. Brunati, Vita o gesta di santi bresciani..., II, Brescia 1855, p. 175; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia..., XI, Venezia 1856, pp. 582 s.; E. Dümmler, Gesta Berengarii imperatoris. Beiträge zur Geschichte Italiens im Anfange des zehnten Jahrhunderts, Halle 1871, pp. 55 s., nota 4; P. B. Gams, Series episcoporum..., Ratisbonae 1873, p. 779; L. Schiaparelli, I diplomi dei re d'Italia. Ricerche storico-diplomatiche, Parte I: I diplomi di Berengario I, in Bullett. d. Ist. stor. ital. per il M. E., XXIII (1902), pp. 10, 12; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300. La Lombardia, parte II, I, Bergamo 1929, p. 193.