ARCHELAO di Cappadocia
Il bisavolo di costui, chiamato pure Archelao, aveva combattuto contro Silla nella guerra mitridatica; l'avo Archelao era stato insignito da Pompeo del sommo sacerdozio di Comana di Cappadocia; il padre, erede del nome e della dignità, aveva preso parte alla cospirazione contro Ariarate di Cappadocia, ed era stato costretto da Cicerone, allora (51 a. C.) proconsole di Cilicia, ad abbandonare il paese, e poi da Giulio Cesare esonerato dal sacerdozio. L'Archelao di cui qui si parla svolse la sua attività durante il periodo del secondo triumvirato, combattendo contro Ariarate X di Cappadocia. Tolto questo di mezzo da Antonio, nel 36 a. C. incominciò in Cappadocia il suo regno, che durò cinquant'anni, fino al 14 d. C. Nel 31 a. C. aveva combattuto ad Azio a fianco di Antonio. Ottaviano vincitore gli lasciò il regno, anzi, nel 30 a. C., gli diede una parte della Cilicia e della piccola Armenia. Nell'anno 1-2 d. C., sposò Pitodoride, vedova di Polemone Pontico, con la quale convisse per tutta la vita. Tiberio, secondo la tradizione, irritato contro Archelao, perché durante il suo soggiorno a Rodi trascurava lui e blandiva Gaio Cesare, lo invitò, appena salito al trono, a Roma per discolparsi dell'accusa di fomentare torbidi nel suo paese, e non lo fece ritornare più in patria. Morì nel 17 d. C., o suicida, o consumato dal male che lo travagliava da parecchi anni, aggravato dalla sua disgrazia. La Cappadocia fu ridotta a provincia romana.
Fonti: Strabone, VIII, p. 355; XII, pp. 555, 540, 556; XVII, 796; Dione Cassio, XLIX, 32, 3; LI, 2; LVII, 17, 74; Appiano, Bell. ciz., V, 7; Marziale, XI, 20; Tacito, Ann., II, 42; Svetonio, Tib., 17; Calig., 1; Vell. Pat., II, 39; Eutr., VII, 11; Aur. Vitt., Caes., 2, 3; Epit., 2, 8.
Bibl.: V. Gardthausen, Augustus und seine Zeit, I, Lipsia 1891, pp. 184, 243, 816 segg.; Th. Mommsen, Röm. Gesch., V, 3ª ed., Berlino 1894, p. 798; A. v. Gutschmid, Kleine Schriften, IV, Lipsia 1893, p. 116; Th. Reinach, Trois Royaumes de l'Asie Mineure, p. 66, Parigi 1888; V. Barclay Head, Hist. Num., 2ª ed., Oxford 1911, p. 633; Wilcken, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II, col. 451.