ARBOGASTE (Arbogastes)
Soldato barbaro, molto probabilmente franco, al servizio dell'Impero. Se ne hanno le prime notizie nel 380, quando Graziano lo inviò con le milizie ausiliarie a Teodosio, che combatteva in Macedonia contro i Goti. Nel 385 ebbe il grado di magister militum; nella guerra contro Massimo, che aveva ucciso Graziano e assunto la corona imperiale in Occidente, combatté con buon successo in Gallia, e uccise Vittore, figlio e collega dell'usurpatore (388). Le provincie occidentali furono allora affidate a Valentiniano II, fratello di Graziano, ma Teodosio volle che a fianco di questo principe fosse Arbogaste, che con le sue virtù militari e il suo tatto politico aveva acquistato grande autorità nell'esercito e nell'amministrazione civile; e divenne, di fatto, l'arbitro della situazione. Quando Valentiniano tentò di sottrarsi a questo giogo e di far valere la sua personalità, A. lo fece uccidere, o, secondo fonti meno attendibili, lo costrinse al suicidio e indusse l'esercito a proclamare imperatore il retore Eugenio (392). Con lui scese in Italia, e, d'accordo col prefetto del pretorio Flaviano, fu il principale ispiratore della politica favorevole al paganesimo, che fu seguita dal nuovo usurpatore. Due anni dopo, Teodosio, che non aveva voluto riconoscere quest'ultimo come collega, mosse con un esercito verso l'Occidente per vendicare il cognato e difendere la fede cristiana. A., che disponeva di forti milizie, attese il nemico presso le rive del Frigido (oggi Vipacco) nella Venezia Giulia. La battaglia durò per due giorni con esito incerto (5-6 settembre 394); la defezione di un reparto di truppe e la violenza della bora che investì in pieno l'esercito di A.. decisero della vittoria di Teodosio: Eugenio fu fatto prigioniero, A. errò due giorni per le montagne e poi si uccise.
Dal complesso delle notizie che abbiamo su A., risultano il suo valore e il suo carattere ambizioso e violento. Per essere stato, pur senza assumere la corona, arbitro dell'impero, può essere considerato il predecessore di Ezio, di Ricimero, di Gundobaldo, che furono, come lui, di origine e di educazione barbarica.
Bibl.: A. Morpurgo, Arbogaste e l'impero romano, in Programma del Ginnasio Comunale di Trieste, 1883; O. Seek, Geschichte des untergangs der antiken Welt., V, Berlino 1913, pp. 235-257; Seeck-Veith, Die Schlacht am Frigidus, in Klio, XIII (1913).