APERITIVI (dal lat. aperio "apro")
Taluni dànno questo nome ai purganti blandi. Generalmente s'intendono con esso quelle sostanze che eccitano l'appetito e favoriscono la digestione gastrica. La loro azione terapeutica si suppone dovuta a eccitazione: 1. dei nervi del gusto, da cui risulta, per via riflessa, un aumento della secrezione salivare e gastrica; 2. della mucosa esofagea; 3. della mucosa gastrica. Quantunque, come si vede, non sia con sicurezza noto il loro meccanismo d'azione e quantunque le indicazioni non abbiano sempre una base fisiologica indiscutibile, pure un'antica e lunga esperienza clinica ha consacrato i loro effetti, utili in molte circostanze. E principalmente essi trovano la loro indicazione in quegli stati particolari dell'organismo che sono caratterizzati da una sorta di atonia generale, di cui l'anemia e la anoressia costituiscono i segni più frequenti e più appariscenti. Fra le sostanze più comunemente usate come aperitivi o per preparare degli aperitivi sono principalmente da ricordare gli amari cascarilla, colombo, condurango, corteccia d'arancio, corteccia di china, fava di S. Ignazio, genziana, luppolo, noce vomica, quassia, simaruba, ecc. Ma l'impiego abusivo e inconsiderato di queste sostanze, che, a dire il vero, si usano e si prescrivono un po' a dritto e a rovescio, può portare a un effetto opposto a quello desiderato. Bisogna inoltre astenersi da questi medicamenti all'infuori dei pasti, perché si stancherebbe inutilmente lo stomaco. Anche gli alcalini (p. es. un bicchiere d'acqua tipo Vichy dieci minuti prima del pasto) possono essere considerati come aperitivi (v. eupeptici).