Poeta (m. dopo il 1532), il cui nome d'arte è Antonio Filèremo, figlio naturale legittimo di Spinetta II Fregoso, ch'era stato doge di Genova nel 1461 (m. 1470) e il capostipite dei Fregoso di Milano. Entrò assai presto nella corte sforzesca (1464), ove fu assai benvoluto. Carissimo al padre, di cui era unico figlio maschio, ereditò la maggior parte dei suoi beni, sotto la tutela di Cicco Simonetta (v.). Cavaliere nel 1478, fu cortigiano di Ludovico il Moro e, quando questi fu fatto prigioniero a Novara (1500), si ritirò in solitudine a Colturano, ove morì. Amico di poeti (fra cui L. Ariosto) e poeta egli stesso, lasciò sonetti burleschi e poemetti allegorici, tra cui godettero gran fama i Doi filosofi (1506), nel quale narra un fantastico viaggio per ascoltare il riso di Democrito e il pianto di Eraclito, e la Cerva bianca (1510, sette canti in ottava), nel quale descrive una lunga caccia dietro una cerva che è poi una ninfa, e che si conclude con la visita al tempio del vero amore.