MONTAGNANA, Antonio Paolo
– Nacque a Venezia il 9 luglio 1707 da Lorenzo e da Domenica Frena e fu battezzato il 24 luglio nella parrocchia di S. Salvador.
Il padre, nato a Lendinara nel 1678, si era sposato il 25 nov. 1703 nella chiesa veneziana di S. Salvador; era uno dei fratelli maggiori del noto liutaio polesano Domenico Montagnana trapiantato a Venezia nella medesima parrocchia, come è possibile evincere dagli studi che hanno ricostruito l'albero genealogico di questo fabbricante di strumenti ad arco (Vianello). Fantasiosa pare dunque l'attribuzione al M. dell'origine dalla città di Montagnana proposta da Schmidl.
Si può ragionevolmente presumere che la consuetudine professionale dello zio liutaio con gli ambienti musicali di Venezia a partire dagli anni Venti del '700 abbia favorito l'avvio della carriera del M. come cantante. Questa congettura pare compatibile con la notizia, riportata da Agricola e da Gerber, del M. come allievo di N. Porpora, maestro all'ospedale veneziano degli Incurabili dal 1725 al 1733, oltre che autore delle due opere, Mitridate e Siface, con cui debuttò a Roma al teatro Capranica nella stagione di carnevale del 1730 (Diario ordinario di Roma). Questa fu la stagione teatrale in cui esplose la grande rivalità tra Porpora e L. Vinci, di cui rende conto Marpurg. Dopo una scrittura al Regio di Torino nel carnevale 1731 dove si esibì, oltre che nel Poro di Porpora, anche nell'Ezio di Riccardo Broschi a fianco di Farinelli (C. Broschi), altro notissimo allievo di Porpora, egli venne ingaggiato a Londra a partire dall'autunno 1731 al King's Theatre, gestito da G.Fr. Händel, probabilmente per sostituire il basso Giovanni Commano. Questo contratto venne forse posto in essere grazie alla mediazione dell'ambasciatore inglese a Firenze Francis Colman, che ebbe un ruolo attivo nell'arrivo a Londra del Senesino (F. Bernardi) e di altri cantanti negli stessi mesi (cfr. Peake; Marx, pp. 707 s.).
Il debutto del M. in questa città avvenne il 13 nov. 1731 in una ripresa del Tamerlano di Händel nel ruolo di Leone (Marx, p. 708). Dall'analisi condotta da Lester su alcune significative parti scritte per il M. da Händel, dalle lusinghiere parole dedicategli da Agricola, dalle numerose righe che Burney gli dedicò in svariati punti della sua History of music e non solo, nonché dalla testimonianza dell'amateur scozzese Sir John Clerk (cfr. Johnson), che rimase impressionato dalla potenza della sua voce in occasione dell'esecuzione dell'Orlando di Häendel il 24 maggio 1733, si possono desumere le notevoli qualità vocali e interpretative di cui era dotato il M. in questi anni.
Il M., oltre che essere a proprio agio nelle colorature, si distinse per la perfetta padronanza dei vari registri vocali, da quello più grave a quello più acuto, cui poteva giungere attraverso salti improvvisi e ben dominati, come è esemplificato, tra gli altri brani, dalla celebre aria Fra l'ombre e gl'orrori nell'händeliano Sosarme del 1732, che il compositore riprese e adattò, calibrandola per le caratteristiche del basso veneziano, da un pezzo scritto per la serenata Aci, Galatea e Polifemo del 1708 (Dean, 1990). La sua duttilità interpretativa fu determinante per ispirare la creazione di ruoli come, per esempio, quello di Zoroastro nell'Orlando del 1733, appositamente aggiunto per lui nel plot al fine di arricchire i marchingegni drammaturgico musicali di Händel e dei suoi collaboratori. La sua capacità di rendere con efficacia una maggiore varietà di «affetti» rispetto al suo predecessore Giuseppe Maria Boschi, specialista soprattutto delle «arie di sdegno» secondo Lester, fece accrescere d'importanza i ruoli affidati alla voce di basso nelle opere e negli oratori haendeliani dei primi anni Trenta del '700, come si può capire esaminando le partiture dei lavori interpretati dal M. (Ezio – dove cantò, tra l'altro, una splendida aria concertata colla tromba del virtuoso Valentine Snow – Esther, Deborah, Admeto, Sosarme, Flavio, ecc.).
Nella seconda metà del 1733 il M., probabilmente rompendo un contratto già firmato, secondo quanto dichiarato da S. Johnson in un pamphlet satirico del febbraio 1734 (Harmony in a Uproar; cit. in Burney, 1785, p. 19), non cantando il ruolo che in Athalia Händel aveva scritto per lui, accettò con il Senesino, Paolo Rolli e altri l'ingaggio offertogli al Lincoln's Inn Field Theatre, che un gruppo di nobili aveva affittato in aperta polemica e diretta concorrenza con Händel. Qui tornò a esibirsi con Porpora e Farinelli anche dopo che l'Opera of the nobility, sul finire del 1734, si trasferì al King's Theatre di Haymarket, in una serie di opere, in parte impasticciate, con musica di J.A. Hasse, Broschi, e altri.
Da un commento in una lettera che scrisse Mary Pendarves Delany ad Ann Granville il 27 nov. 1736 («Montagnana roars as usual»), pare emergere l'immagine di un interprete non molto raffinato. Tuttavia, tale giudizio negativo deve essere inquadrato in un più generale commento negativo su tutti gli interpreti dell'Opera of the nobility cui veniva contrapposta, esaltandola, la qualità dei cantanti presenti nel teatro gestito da Händel, come è lecito attendersi da una fervente ammiratrice del sassone quale era l'autrice della lettera (cfr. Manson Myers e Marx, p. 708).
Quando, dopo il fallimento nel 1737 dell'Opera of the nobility, il M. tornò a lavorare per qualche tempo con Händel (per la compagnia gestita dall'impresario John Jacob Heidegger), la sua voce doveva aver probabilmente perso un po' di estensione e agilità, come lascerebbero pensare i ruoli scritti per lui da Händel in Faramondo, Alessandro Severo e Xerses del 1738.
Nel 1739, dopo l'ennesimo fallimento dell'impresa di Londra, il M. si trasferì a Madrid, dove entrò a far parte della effimera compagnia del teatro del Caños del Peral. Divenne ufficialmente membro della cappella reale spagnola il 19 maggio 1740. Secondo Morales (p. 245), Farinelli non fu estraneo alla chiamata del M., a lui ben noto ormai da molti anni. Fino al 1746 partecipò, oltre che alle attività istituzionali della cappella reale, a un serie di opere e serenate d'occasione date nei vari siti reali spagnoli (come Aranjuez ed El Pardo), di cui dà conto, tra gli altri, Cotarelo y Mori. In quell'anno, alla morte di Filippo V, fece parte di un gruppo di italiani (tra cui Mariano Bufalini, Francesco Giovannini e Giuseppe Canovani) che si associarono con musici esterni alla cappella reale per creare una propria struttura concorrenziale, all'istituzione nel tentativo di emanciparsi dagli ordini del «Festero» che organizzava ufficialmente i trattenimenti reali. Gli altri membri della cappella fecero però loro causa e, il 9 sett. 1746, il M. e i suoi sodali furono esclusi dai servizi e condannati al pagamento di un'ammenda di 200 ducati (2200 reales). Essi si appellarono al nuovo re, Ferdinando VI, che, grazie all'intercessione di Farinelli, li reintegrò nella cappella, fece togliere la sanzione, ferma però restando l'obbedienza al Festero (Morales, pp. 345 s.).
Nel 1746, contrariamente ai suoi compagni (che ebbero il saldo di quanto dovuto solo nel 1756), il M. ricevette a titolo eccezionale tutto il suo ingaggio (ibid., p. 110). Il prestigio di cui il M. godeva è testimoniato dall'entità del suo compenso (22.588 reales all'anno nel 1747; ibid., p. 500) che, seppur neanche minimamente paragonabile a quello di Farinelli (135.000 reales annui; ibid., p. 240), era comunque uno dei più alti tra quelli percepiti dai musici al servizio dell'istituzione madrilena.
Il M. morì il 27 genn. 1751 a Madrid nella sua casa in Calle de los Preciados presso la parrocchia di S. Martin. Fu seppellito in abiti da terziario francescano secondo quanto stabilito dal testamento.
Data di morte e nome completo del M. cantante si ricavano, oltre che dai necrologi di musici morti a Madrid pubblicati da Subirá (p. 213) e da Fernández García (p. 110), dal testamento (Madrid, Archivo histórico de protocolos) reso noto da Morales (p. 504). Sulla scorta di questo atto, redatto il 20 febbr. 1742, pubblicato post mortem nel maggio 1751 e reso esecutivo su incarico del testatario dal musico Domenico Porretti e dal concittadino Giuseppe Cassina, è possibile risalire, tra l'altro, ai nomi dei genitori, della moglie, Isabella Montini, e della figlia, Domenica, beneficiaria dei beni del Montagnana.
Fonti e Bibl.: Venezia, Archivio storico della Parrocchia di S. Salvador, Registri dei battesimi, vol. 10, c. 130; Registri dei matrimoni, vol. 7, 1699-1792, p. 16 (matrimonio di Lorenzo Montagnana); Diario ordinario di Roma, n. 1942, 14 genn. 1730, p. 2; n. 1954, 11 febbr. 1730, p. 2; Madrid, Archivo histórico de protocolos, Juan Antonio Rodado, protocolo 17106, cc. 66-71; J.F. Agricola, Anleitung zur Singkunst, Berlin 1757, p. 28; F.W. Marpurg, Kritische Briefe über die Tonkunst, I, Berlin 1760, pp. 225-227; Ch. Burney, Sketch of the life of Handel, in Account of the musical performances in Westminster Abbey, and the Pantheon, May 26th, 27th, and June the 3rd and 5, 1784. In commemoration of Handel, London 1785, p. 19; Ch. Burney, A general history of music from the earliest ages to the present period, London 1789, pp. 702, 771, 773, 777, 781, 788, 791, 818, 822; R.B. Peake, Memoirs of the Colman family including their corrispondence with the most distinguished personages of their time, London 1841, pp. 14-20; E. Cotarelo y Mori, Origines y establecimiento de la ópera en España hasta 1800, Madrid 1917 pp. 121-123, 129-131, 135, 140, 142, 144, 153; R. Manson Myers, Mrs. Delany: an eighteenth century Haendelian, in The Musical Quarterly, XXXII (1946), pp. 12-36; A.B.Y. Long, The Opera of nobility, diss., University of Oxford, 1951, passim; O.E. Deutsch, Händel: a documentary biography, New York 1955, passim; J. Subirá, Necrologias musicales madrileñas (años 1601-1808), in Anuario musical, XIII (1958), p. 213; W. Dean, Haendel dramatic oratorios and masques, New York-Oxford 1959, ad ind.; Id., Haendel and the opera seria, Berkeley 1969, ad ind.; D. Johnson, Music and society in Lowland Scotland in the eighteenth century, London 1972, p. 59; M.-T. Bouquet, Storia del teatro Regio di Torino, I, Il teatro di corte dalle origini al 1788, Torino 1976, pp. 130 s.; R. Strohm, Essays on Haendel and Italian opera, Cambridge 1985, ad ind.; Händel Handbuch, IV, Kassel 1985, pp. 231, 271; W. Dean - J.M. Knapp, Haendel's operas 1704-1726, New York 1987 pp. 28, 348, 402 s., 430, 440 s., 473, 504, 556, 562, 566, 568, 571; W. Dean, Essays on opera, New York 1990, p. 71; D. Burrows, Handel, Oxford 1994, pp. 132, 155, 167, 199, 216, 232, 451; R. Strohm, Francesco Corselli's operas for Madrid, in Teatro y música en España (siglo XVIII). Actas del Simposio internacional, Salamanca… 1994, a cura di R. Kleinertz, Kassel 1996, pp. 94, 105; J.J. Carreras, «Terminare a schiaffoni»: la primera compañía de ópera italiana en Madrid (1738/9), in Artigrama, XII (1996-97), pp. 99-122; R. Vianello, Precisazioni biografiche su D. Montagnana, «Lauter» nella Venezia del XVIII secolo, in D. Montagnana, «Lauter in Venetia», Cremona 1998, pp. 123-132 e aggiornamenti in http://www.comune.lendinara.ro.it/domenico-montagnana/218-la-vita.html; M. Fernández García, Parroquias madrileñas de San Martin y San Pedro el Real: algunos personajes de su Archivo, Madrid 2004 p. 110; J.M. Lester, A. M.: progression of a Handelian bass, diss., Florida State University, 2006; N. Morales, L' artiste de cour dans l'Espagne du 18e siècle: étude de la communauté des musiciens au service de Philippe 5. (1700-1746), Madrid 2007, pp. 31, 110, 245, 247, 344-346, 493, 495 s., 500, 535, 537, 539, 541, 543; H.J. Marx, Händel und seine Zeitgenossen. Eine biographische Enzyclopädie, in Das Händel-Handbuch, I,2, Laaber 2008, pp. 707-709; R. Strohm, Händels Opern in europäischen Zusammenhang, in Händels Opern, ibid., II,1, Laaber 2009, p. 10; A. Jacobshagen, London: Händel als Opernkomponist und Unternehmer, in Händels Opern, ibid., pp. 55, 57; I. Brandenburg, Sängerinnen und Sänger in Händels Opern, in Händels Opern, ibid., p. 120; T. Seedorf, Virtuosität und Performativät, in Händels Opern, ibid., p. 131; Händels Opern, ibid., II, 2, Laaber 2009, pp. 146, 181, 229, 239, 243, 255, 260, 384, 387-389, 391-394, 429; Händels Oratorien, Oden und Serenaden, a cura di M. Zywietz, ibid., III, Laaber 2010, pp. 83, 226, 233, 249, 493, 534; E.L. Gerber, Historisch-Biographisches Lexicon der Tonkünstler…, I, Leipzig 1790, col. 964; P.H. Highfill Jr. - K-A. Burnim - E.A. Langhans, A Biographical dictionary of actors, actresses, musicians, dancers, managers, and other stage personnel in London, 1660-1800, X, Carbondale & Edwardsville Illinois 1984, p. 284; K.J. Kutsch - L. Riemens, Grosses Sängerlexikon, Bern-München 1997, pp. 2413; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, p. 119; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, V, p. 152; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Indici, II, p. 442; The New Grove Dict. of music and musicians, XVII, p. 11; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil, XII (2004), col. 366.