Scrittore (Cuenca 1600 circa - Siviglia 1663). Figlio di un ebreo convertito e sospettato di ritorno alla vecchia fede, dovette fuggire in Francia e ad Amsterdam, e nel 1660 fu bruciato in effigie dall'Inquisizione di Siviglia. Tornato clandestinamente in patria, adottò il nome di Fernando de Zárate e compose opere politiche, liriche, drammatiche, tra le quali si ricordano le commedie Celos no ofenden al Sol e A lo que obliga el honor (1642); una raccolta di poesie, Academias morales de las Musas (1642), un romanzo satirico misto di prosa e di versi, El siglo pitagórico (1644); in quest'ultima opera è compresa la Vida de don Gregorio Guadaña, che è però, in realtà, un romanzo picaresco completamente autonomo nel quale predomina la critica del costume.