DAL FAVERO, Antonio
Figlio del pittore Vincenzo, nacque a Ceneda (oggi Vittorio Veneto, in prov. di Treviso) il 24 giugno 1842.
Vincenzo risulta iscritto, a diciotto anni, all'Accadernia di belle arti di Venezia nel 1823; fino al 1827seguì le scuole di ornato, architettura, elementi di figura (dove ebbe il secondo accessit nel 1823) e statuaria (n. 97della Matricola generale degli alunni dal 1817-18 al 1852-53, vol. V, presso l'Archivio dell'Accademia di belle arti di Venezia).
Anche il D. frequentò l'Accademia veneziana e, attraverso gli Atti, è possibile ricostruire i premi, le medaglie e gli accessit ottenuti negli anni 1862-1864. Come scultore, eseguì un altorilievo, scomparso, rappresentante Esmeralda, grande al vero, già sullo scalone del palazzo reale di Venezia, realizzato su commissione del marchese di Breme. Pure scomparso è il busto Voluttà di palazzo Morosini, mentre si conservano, sempre a Venezia, le tre statue in gesso, tra cui Rebecca e Fioraia, sullo scalone di palazzo Giovanelli e, a Vittorio Veneto, una S. Augusta nel santuario omonimo e un medaglione in bronzo con Giovanni Demin nella cattedrale.
I suoi principali lavori plastici si trovano a Santa Lucia di Piave, santuario della Madonna del ramoncello (statue di S. Lucia, Immacolata e S. Cuore), e a Vittorio Veneto: altorilievo di Marcantonio Flaminio in piazza Flaminio, Deposizione di Cristo nella chiesa di S. Michele in contrada Salsa, il Monumento a Vittorio Emanuele II (per il quale il D. fu nominato, da Umberto I, cavaliere della Corona d'Italia) e il Monumento a Garibaldi, ora in deposito nei magazzini comunali.
Morì a Vittorio Veneto il 13 ott. 1908.
All'esposizione regionale veneta di Treviso del 1872 il D. presentò due statue, L'operaio e Vanerella, per le quali ebbe una medaglia d'oro dalla Società operaia di Vittorio Veneto; a Venezia, nel 1879, espose il Torotela (Memorie..., 1881, n. 5). Alla mostra nazionale di Milano del 1881presentò una statuetta in gesso e un dipinto, Alla predica; alla mostra di Torino del 1884due tele, Gli allievi e La vacca della nonna, che furono vendute. Inviò inoltre un suo dipinto in dono a Vittorio Emanuele II, che ricompensò l'artista con un gioiello. Della sua produzione pittorica sacra conosciamo l'Assunta nella chiesa di Covolo, una pala con Madonna e santi già nella chiesa di S. Michele in contrada Salsa a Vittorio Veneto (ora al Museo diocesano; qui si trova pure una pala con S. Paolo proveniente dalla chiesa di S. Paolo presso Vittorio Veneto). In questa città ancora si conserva una pala con S. Gottardo nella chiesa omonima; una pala coi SS. Rocco, Antonio e Apollonia è a S. Michele di Ramera presso Coneghano. Aveva inoltre dipinto una pala con S. Augusta per l'oratorio privato della zia a Visnà di Vazzola presso Conegliano, una Madonna e santi (1887) nella parrocchiale di Cozzuolo, la Madonna con i ss. Rocco e Antonio nella parrocchiale di Carpesica, i SS. Pancrazio, Rocco e Apollonia (1892) nella parrocchiale di Montaner e i SS. Pietro e Paolo per quella di Fratta di Caneva.
Fonti e Bibl.: Atti dell'Accademia di belle arti..., Venezia 1862, pp. 121, 127; ibid. 1863, pp. 61, 65; ibid. 1864, pp. 61, 62; ibid. 1865, passim; Memorie della Società veneta promotrice di belle arti, Venezia 1881-84, passim; Catal. ufficiale dell'Esposizione naz. di belle arti del 1881 in Milano, Milano 1881, p. 46; A. De Gubernatis, Diz. degli artisti italiani viventi..., Firenze 1889, p. 154; L. Callari, Storia dell'arte contemp. ital., Roma 1909, p. 307; A. M. Comanducci, Ipittori ital. dell'Ottocento, Milano 1934, p. 173; V. Ruzza, Guida di Vittorio Veneto..., Treviso 1981, pp. 16, 20, 23, 46, 70 ss.; 77, 89-91, 138, 146; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 310 (sub voce Favero, Antonio dal).