CARACCIO, Antonio
Nato a Nardò, in Terra d'Otranto, nel 1630 e morto a Roma nel 1703, appartenne alla famiglia dei baroni di Corano. Quattordicenne, compose un poemetto in ottava rima: Le lacrime d'Alcione. A Napoli si dedicò allo studio delle lettere e della filosofia naturale. Passò poi a Roma, dove servì in qualità di segretario cardinali e famiglie nobili; fra gli altri mons. G. B. Spinola. Fu uomo di molto senno, di grave e austero portamento, di modi distinti, di piacevole conversare. L'opera sua principale è il poema epico L'Impero vendicato; compose anche una tragedia Corradino e un canzoniere. È verseggiatore sobrio e alieno dal cattivo gusto del secolo, ma come poeta non si eleva al disopra del comune.
Bibl.: A. Lombardi, Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII, III, Modena 1829, pp. 323-326; I. Carini, L'Arcadia, Roma 1891, pp. 369-376; A. Belloni, Gli epigoni della Gerus. Lib., Padova 1893, pp. 385-394.