CANOPPI, Antonio
Figlio di Giovanni e di Gioconda Carretti, nacque a Modena il 4 apr. 1769 e fu battezzato nella parrocchia di S. Giorgio, chiesa immediatamente adiacente al palazzo ducale (Modena, Arch. comun., Registro n. 25dei nati in città dal 1765 al 1770, atto n. 131). Secondo il Manfredini, fu allievo dell'Accademia di Belle Arti di Modena, "poco fece" in quella città e "stette alcun tempo a Venezia". Ma l'attività svolta dall'artista in Italia è tutta da ricostruire: le scarse informazioni che abbiamo sulla vita e sull'attività del C. prima che espatriasse, non ancora trentenne, si trovano nelle vecchie biografie russe (1837 e 1897). Provengono, come pare, dall'artista stesso o dalla sua famiglia; vi è un nucleo di fatti veri, completati però da aggiunte esagerate (egli sarebbe stato allievo del Canova) e talvolta anche false. Secondo queste fonti il padre fu ingegnere idraulico della corte modenese, notizia che sarebbe confortata solo dalla vicinanza al palazzo ducale della parrocchia di S. Giorgio in cui il C. fu battezzato. Spinto dal padre verso le scienze matematiche e l'edilizia, si sarebbe occupato di architettura, pittura, scultura e decorazioni teatrali; ma il suo nome non risulta tra gli scenografi che operarono a Modena negli anni tra il 1770 e il 1805, scrupolosamente annotati da A. Gandini (Cronistoria dei teatri di Modena dal 1539 al 1871, Modena 1873), così come egli non è documentato come allievo all'Accademia di Belle Arti di Bologna. D'altra parte non è rimasta alcuna indicazione del suo passaggio a Venezia e a Milano; a Milano si conservarono per lungo tempo sue scene accanto a quelle di P. Gonzaga, del quale pare sia stato amico, ma non ne resta traccia.
Il C. avrebbe abbandonato l'Italia e si sarebbe rifugiato a Vienna all'arrivo dei Francesi. L'ambasciatore russo, principe Andrej K. Razumovskij (che soggiornò a Vienna in questa carica dal 1790 al 1799 e dal 1801 al 1807), lo persuase ad andare in Russia: il C. giunse nel 1805 a Mosca e ricevette l'appoggio delle famiglie aristocratiche dei Razumovskij, Gudovič, Jusupov, Rostopčin, e altre. Affrescò la grande sala dell'edificio dell'Assemblea dei Nobili (Dvorianskoe Sobranije) con allegorie di vittorie imperiali, pitture illusionistiche in cui apparivano il tempio della Immortalità di Caterina II e l'arco trionfale in onore di Alessandro I (decorazione perduta durante l'incendio di Mosca del 1812). A Mosca fece progetti per il monumento a Požarskij (promotore di una insurrezione contro i Polacchi all'inizio del sec. XVII), per una colonna commemorativa consacrata alla vittoria su Napoleone nel 1812 e per una chiesa ortodossa con ipogeo.
Nel 1812 il C. si trasferi a Pietroburgo, e l'anno seguente venne nominato membro dell'Accademia di Belle Arti di quella città. Essendosi occupato di progetti scenici fin dal suo arrivo nella capitale russa, con l'appoggio del suo predecessore, P. Gonzaga, divenne decoratore ufficiale dei teatri imperiali nel 1815, e in questa carica rimase per parecchi anni; solo fra il 1819 e il 1821, per ragioni di salute, si prese un congedo per riposarsi nel Caucaso.
Morì a Pietroburgo il 1º maggio 1832 (19 aprile del vecchio calendario).
A Pietroburgo, l'attività artistica del C. in vari campi fu molto intensa. Come architetto, fece alcuni progetti legati all'edilizia teatrale e disegni prospettici, e nel 1830 pubblicò l'Opinion d'A.C. sur l'architecture en général et en spécialité sur la construction des théátres modernes (St.-Pétersbourg), in cui afferma la preminenza dell'architettura sulle altre arti. Come pittore dipinse vari quadri di tema religioso (Deposizione dalla Croce), mitologico (Venere con Cupido,Incontro di Enea con la Sibilla sui campi Flegrei,Sacrificio delle baccanti), letterario (Discesa all'Inferno), storico (Vittoria del generale Rajevskij sotto Smolensk nel 1812) e di genere (Vecchietto con torcia accesa), come pure prospettive e vedute (Interno di un convento,Palazzo d'Inverno e L'edificio dello Stato Maggiore a Pietroburgo). Alcuni di questi dipinti, eclettici ma fatti con abilità, si trovano nel Museo dell'Ermitage e in quello Russo a Leningrado.
Le ricerche sovietiche di questi ultimi anni hanno messo in luce l'importanza del C. come scenografo. I suoi progetti sono conservati nel Museo centrale teatrale A.A. Bachrušin a Mosca e nell'Ermitage a Leningrado: vi sono, fra l'altro, schizzi per l'ultimo atto del dramma di V. H. Ducange e Dinaux, Trenta anni ovvero La vita di un giocatore (1827), per il balletto Vendetta e Trionfo d'Amore (1828), per l'opera italiana Olimpia di Spontini (1829) e per l'opera Uccello del fuoco. Fupure autore di decorazioni per il Flauto magico di Mozart e la Semiramide di Rossini, e progettò il sipario del Gran Teatro di Pietroburgo nel restauro dell'edificio dopo l'incendio del 1818, con la rappresentazione della porta di Navra costruita nel 1815. Dai progetti scenici del C., disegnati a penna e ad acquarello, a mano libera e con abilità, e dalle descrizioni delle sue decorazioni da parte dei contemporanei, risulta un'immagine abbastanza chiara della sua arte scenografica. Essa segna il passaggio dello stile neoclassico al romantico. Compaiono spesso edifici prospettici, colonnati, gallerie, portici e interni a volta, sale egizie e carceri, che si richiamano alla tradizione del Piranesi, del Quarenghi e soprattutto di P. Gonzaga; ma il C. introduceva anche, nelle sue decorazioni, edifici contemporanei di Pietroburgo. Tipiche le forti suggestioni romantiche, ottenute sottolineando i valori luministici. Sono fiamme e riflessi di un incendio o di un fuoco, il gioco della luce del sole o della luna: elementi che si ritrovano pure in alcuni suoi quadri, ma solo nelle scenografie assumono carattere personale. Notevole, da questo punto di vista, quella per l'ultimo atto del dramma citato di Ducange e Dinaux, dove si vedeva il protagonista in una poverissima capanna di legno mezza in rovina, mentre penetra all'interno la luce sottile dell'alba.Il C., le cui realizzazioni ebbero importanza anche a livello europeo, alla luce dei recenti studi risulta, accanto e dopo il Gonzaga, il più importante scenografa in Russia nella prima metà dell'Ottocento.
Fonti e Bibl.: Documenti nell'Arch. stor. centrale di Stato a Leningrado e nel Museo teatrale centrale di Stato A. A. Bachrušin a Mosca; Opisanie živopisi,izobretennoj i ispolnennoi Anton Kanoppi v bolšom zale Dvorianskogo Sobranija v Moskve (Descrizione della pittura ideata ed attuata da A. C. nella grande sala della Assemblea dei Nobili di Mosca), Moskva 1812; N. Kukol'nik, in Chudo-žestvennaja gazeta (Gazzetta artistica), 1837, novembre, n. 21, pp. 351-354; F. Manfredini, Delle arti del disegno e degli artisti nella provincia di Modena dall'anno 1773 al 1862..., Modena 1862, p. 11 (erroneam. lo chiama Vincenzo); P. N. Petrov, Sbornik materialov dlja istorii Imperatorskoj Akademii Chudožestv i Ukazatel' k' nemu A.E. Jundolova, S.Peterburg 1864-87, (Racc. di mater. per la storia della Acc. imper. delle arti e ind. di A. E. Jundolov); S. S. Danilov, Russkij dramatičeskij teatr XIX veka (Ilteatro dramm. russo nel sec. XIX), I, Leningrad-Moskva 1957, pp. 130 s. con ill.; M. V. Davydova, Teatral'no-dekoracionnaia i dekorativnaja žipovis' pervoi poloviny XIX v. (La scenografia della prima metà del secolo XIX), in Istorija russkogo iskusstva (Storia dell'arte russa), VIII, 2, Moskva 1964, pp. 376-379 con 2 ill.; N. S., in Russkij Biografičeskij Slovar, VIII, S.Peterburg 1897, pp. 464-66; Bol'šaja Enciklopedija, S. Peterburg 1902, p. 473; Bol'šaja Sovietskaja Enciklopedija, XXXI, Moskva 1937, p. 273; Teatralnaja Enciklopedija, II, Moskva 1963, p. 1118.