BELLUCCI, Antonio
Pittore e incisore. Nacque a Pieve di Soligo (Treviso) nel 1654, vi morì nel 1726. Fu messo a studiare a Venezia presso il dilettante sebenicese Domenico Difnico, da cui apprese i modi dei cosiddetti naturalisti, tipo Loth e Zanchi, modi che rischiarò con lo studio dei buoni seguaci del Padovanino, in maniera da poter competere, e con vantaggio, per il sugoso pennelleggiare e il focoso comporre, con il più lodato discendente di questa scuola tradizionalista: il Lazzarini. Poco lasciò in Venezia; fra l'altro il gran quadro nel presbiterio di S. Pietro in Castello, con S. Lorenzo che implora la liberazione della città dalla peste, primo annunzio del Settecento, benché dipinto ancora sullo scorcio del sec. XVII. Dai libri della Fraglia si sa che nel 1709 andò a Vienna protetto da Giuseppe I e da Carlo VI e là si vedono stupende sue cose, specialmente nel palazzo del principe di Liechtenstein. Passò poi a Düsseldorf, e, nel 1716, a Londra, ove decorò per l'Elettore Palatino e Maria Luisa di Toscana, la Galleria del Castello. Era di nuovo in patria nel 1722, dove morì lasciandovi un figlio, Giambattista, buon seguace suo. Il B. fu anche incisore, come dimostra un bel ritratto del Correggio, che egli tradusse col bulino.
Bibl.: H. Voss, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, III; U. Ojetti, L. Dami, N. Tarchiani, La pittura del '600 e '700, ecc., Milano 1924; G. Fiocco, La pitt. veneziana del Seicento e Settecento, Verona 1929.