GULLOTTI, Antonino
Nacque il 14 genn. 1922 a Ucrìa, in provincia di Messina, da Benedetto, farmacista e da Angelica Piccolo.
Dal padre, antifascista di simpatie repubblicane, il giovane G. ereditò l'interesse per la politica, che ebbe poi modo di sviluppare negli anni trascorsi a Palermo come studente in giurisprudenza.
Nel dopoguerra si stabilì a Messina, dove conseguì la laurea e iniziò a svolgere attività politica nelle file della Democrazia cristiana (DC), partito all'epoca ancora controllato dai vecchi esponenti del popolarismo prefascista; il G. scelse invece come punto di riferimento della propria azione politica la sinistra di G. Dossetti e, dopo aver ricoperto per un breve periodo la carica di segretario provinciale delle Associazioni cattoliche dei lavoratori italiani (ACLI), assurse rapidamente ai vertici della DC messinese, di cui nel 1951 divenne segretario provinciale. Dopo il IV Congresso della DC siciliana, che si svolse a Messina nel dicembre 1953 alla presenza di A. De Gasperi, il peso politico del G. risultò accresciuto. Nel 1954 l'avvento di A. Fanfani alla segreteria nazionale della DC favorì l'emergere, nel partito siciliano, di una nuova dirigenza di giovani guidati dal G. e da G. Gioia ("i giovani turchi") che portò all'elezione dello stesso G. a segretario regionale.
D'intesa con Fanfani, il G. avviò la trasformazione della DC siciliana da partito di notabili a partito di quadri, perseguendo l'unità tra le varie correnti interne. Questa operazione, che non fu indolore, si rivelò pagante in occasione delle elezioni regionali del 5 giugno 1955, le quali registrarono il brillante successo della DC con una crescita di voti superiore al 7%. Per il G., che già faceva parte del Consiglio nazionale, questo risultato rappresentò un ulteriore passo verso la conquista di un ruolo politico fuori dai confini della Sicilia.
Il 25 maggio 1958 il G. venne eletto per la prima volta alla Camera dei deputati nella circoscrizione Catania-Messina-Siracusa-Ragusa-Enna (Sicilia orientale), nella quale da allora venne sempre candidato, riportando 60.753 voti di preferenza. Nell'ottobre dello stesso anno si trovò a fronteggiare la grave crisi politica che portò alla costituzione del governo regionale siciliano guidato da S. Milazzo, con l'appoggio di democristiani dissidenti, socialisti, comunisti, monarchici e missini; il G., cui vennero imputati errori nella conduzione delle trattative per mantenere in vita il precedente governo regionale presieduto da G. La Loggia, dovette lasciare la segreteria regionale. Da allora, pur continuando a esercitare una sua influenza sulle vicende politiche dell'isola, il G. venne acquistando un ruolo via via crescente nel partito a livello nazionale.
Nel marzo 1959 fu tra i promotori di Iniziativa democratica e, quindi, della corrente dorotea che portò alla segreteria del partito A. Moro. L'anno successivo il G. entrò a far parte della direzione nazionale della DC, assumendo diversi incarichi operativi (diresse le campagne per le elezioni regionali in Sardegna [1961] e in Sicilia [1963], e fu anche responsabile dell'Ufficio problemi grandi centri).
Confermato deputato nelle elezioni del 28 apr. 1963 con 80.202 voti di preferenza, nel corso della IV legislatura fu vicepresidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia. Nel 1965 coordinò i lavori dell'assemblea nazionale organizzativa della DC di Sorrento (30 ottobre - 3 novembre) e l'anno seguente fu nominato responsabile della SPES (sezione propaganda e stampa del partito).
Con le elezioni del 19 maggio 1968 il G. tornò alla Camera, riportando tuttavia un numero di voti preferenziali (91.308) inferiore a quelli ottenuti dal suo compagno di partito e di corrente A. Drago, candidato per la prima volta nella medesima circoscrizione, che ne ottenne ben 113.070.
Drago, che si era accordato con il G. per un reciproco sostegno nelle rispettive province d'appartenenza, sarebbe poi venuto meno all'impegno legandosi a un altro influente esponente doroteo, il palermitano S. Lima. Si aprì allora una serrata competizione in seno alla DC siciliana che ebbe ripercussioni negli equilibri interni del partito a livello nazionale.
Il G., che dopo l'XI congresso nazionale (Roma 27 giugno - 2 luglio 1969) era divenuto segretario organizzativo del partito, fu, con M. Rumor, F. Piccoli e A. Bisaglia, tra i promotori della rottura del gruppo doroteo e della costituzione della corrente di Iniziativa popolare, in rappresentanza della quale, nel novembre di quell'anno, divenne vicesegretario nazionale della DC. Dopo le elezioni del 1972, nelle quali fu candidato come capolista risultando eletto con 126.231 voti di preferenza, iniziò per il G. una lunga serie di incarichi ministeriali.
Ministro dei Lavori pubblici nel II governo Andreotti (26 giugno 1972 - 12 giugno 1973) fu successivamente ministro delle Partecipazioni statali (IV e V governo Rumor, 7 luglio 1973 - 3 ott. 1974), della Sanità (IV governo Moro, 23 nov. 1974 - 16 genn. 1976), nuovamente dei Lavori pubblici (V governo Moro e III governo Andreotti, 12 febbr. 1976 - 16 genn. 1978) e delle Poste e telecomunicazioni (IV governo Andreotti, 11 marzo 1978 - 31 genn. 1979).
Dopo la lunga permanenza al governo, il G., che era stato riconfermato deputato nelle elezioni del 20 giugno 1976 con 127.713 preferenze e del 3 giugno 1979 con 128.580 preferenze, tornò all'attività di partito. Dopo aver contribuito nel 1975 all'elezione di B. Zaccagnini a segretario della DC, nel marzo 1979 riassunse l'incarico di vicesegretario nazionale in un periodo tragico per il partito dopo l'uccisione di A. Moro. Rieletto alla Camera il 26 giugno 1983, fu ministro dei Beni culturali nel I e II governo Craxi e nel VI governo Fanfani dal 4 ag. 1983 al 28 apr. 1987. Il 14 giugno 1987, per l'ottava volta, riconquistò il seggio in Parlamento con 128.753 preferenze.
Il G. morì a Roma il 9 ag. 1989.
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