LAVOISIER, Antoine-Laurent
Scienziato francese, a buon diritto considerato come fondatore della chimica moderna, nato a Parigi il 26 agosto 1743, morto ivi l'8 maggio 1794. Fu educato al collegio Mazzarino. Seguì poi i corsi di matematica e astronomia di N. L. de Lacaille, quelli di chimica di G. F. Ronelle e quelli di botanica di B. de Jussieu. Nel 1766 conseguì un premio dell'Accademia delle scienze per una memoria sul miglior sistema d'illuminazione di Parigi. Fece uno studio sui gessi dei dintorni di Parigi e collaborò con J. E. Guettard alla preparazione dell'atlante mineralogico di Francia. Nel 1768 fu nominato chimico aggiunto all'Accademia delle scienze, e poco tempo dopo, assunse l'ufficio di appaltatore generale delle gabelle, ufficio assai lucroso che gli diede rapidamente la ricchezza. Divenne, però, impopolare, per la proposta fatta e dopo qualche tempo attuata di cingere Parigi di mura (mur d'octroi). Nel 1775 assunse anche la direzione della regia delle polveri, nel 1785 fu nominato membro del Comitato di agricoltura, nel 1787 membro dell'assemblea provinciale di Orléans. Qualche anno dopo scrisse un ammirato Traité de la richesse territoriale de la France. A partire dal 1790 fece parte della Commissione di pesi e misure, che doveva fondare il sistema metrico decimale, e della Commissione di tesoreria. Il Terrore però non lo risparmiò. Posto sotto accusa, con tutti gli altri appaltatori generali, per la sua amministrazione, fu condannato alla pena capitale.
Come si è detto, L. può essere considerato il fondatore della chimica moderna. Per quanto sia inesatto affermare che egli abbia introdotto per primo la bilancia nello studio dei fenomeni chimici, avendo avuto in ciò numerosi precursori, è certo che nessuno seppe trarne il profitto che ne trasse lui. Egli stabilì il principio generale della conservazione del peso e fece costruire, secondo sue direttive, bilance perfettissime, per il tempo, della portata di 20-30 kg. e della sensibilità di 5 mg.
Nel demolire le teorie flogistiche (v. chimica: Storia) e nello stabilire i principî fondamentali della chimica moderna, L. si valse largamente dell'opera sperimentale dei chimici pneumatici e degli stessi flogistici. Gli è stata in proposito mossa l'accusa di non aver messo nella dovuta luce l'opera dei suoi predecessori, e specialmente di non aver ricordato la scoperta dell'ossigeno, fatta in precedenza e indipendentemente, da K. W. Scheele e J. Priestley. Ma se il suo contegno al riguardo non è del tutto esente da mende, è certo che egli soltanto comprese per primo in tutta la sua importanza la funzione chimica e biologica dell'ossigeno e ne fece il centro del suo sistema: il fenomeno della combustione per merito suo esce dalla penombra delle teorie flogistiche e gli stessi importanti fatti scoperti dai flogistici ricevono la giusta interpretazione. Le calci non sono elementi ma composti, i metalli e i metalloidi combustibili non sono combinazione delle calci col flogisto ma elementi. A demolire la teoria flogistica Lavoisier fu indotto non solo da una retta interpretazione dei fenomeni chimici, ma dal concetto chiaro che ebbe del calore, ch'egli escluse fosse una sostanza e del quale ebbe una concezione prettamente fisica.
Fra le esperienze più celebri di L. sono quelle effettuate per stabilire la composizione dell'aria e la composizione dell'acqua ch'egli dedusse per analisi scomponendo l'acqua col ferro rovente e per sintesi che effettuò riducendo con l'idrogeno certi ossidi metallici.
Egli studiò anche il fenomeno della respirazione e le fermentazioni; stabilì secondo i concetti moderni la distinzione fra corpi semplici e composti; gettò le basi d'un sistema di nomenclatura; stabilì la composizione qualitativa dei composti organici. Quanto al principio della conservazione della materia, è stato obiettato ch'egli non l'ha enunciato esplicitamente nella sua forma ordinaria, ma esso è disseminato per così dire in tutta l'opera sua.
Ediz.: Al momento della morte il L. stava preparando un'edizione dei suoi scritti: le parti da lui raccolte furono pubblicate nel 1805 a Parigi col titolo di Mémoires de chimie. Edizione completa di tutti gli scritti: Oeuvres de L. publiées par les soins du ministre de l'Instruction publique, voll. 6, Parigi 1864-93.
Bibl.: E. Grimaux, L., 1743-1794, d'après sa correspondance, ses manuscripts, ecc., Parigi 1888; P. E. M. Berthelot, La révolution chimique: L., Parigi 1890, con estratti e analisi delle note di laboratorio del L.; M. Speter, in Bugge, Das Buch der grossen Chemiker, Lipsia 1929.