Duhamel, Antoine
Compositore francese, nato a Valmondois (Parigi) il 30 luglio 1925. Dalla fine degli anni Cinquanta ha composto oltre sessanta colonne sonore, in particolare instaurando negli anni Sessanta e Settanta una proficua collaborazione con i registi francesi della Nouvelle vague. Nella musica per il cinema ha investito quel patrimonio maturato nel corso della sua formazione, a fianco dei maggiori esponenti delle avanguardie francesi dell'epoca, che ha messo efficacemente a frutto anche nella produzione per le sale da concerto e per le scene, proseguita parallelamente a quella cinematografica. L'impegno nel cinema ha affinato la sua padronanza di varie tecniche e stili musicali che, unita a una particolare sensibilità nei confronti del mondo dell'immagine, gli ha consentito di creare colonne sonore perfettamente integrate nei film cui ha collaborato, e al tempo stesso di ampliare il proprio vocabolario compositivo.
Compì gli studi musicali al Conservatoire national supérieur de musique di Parigi, con J. de la Presle, O. Messiaen, N. Dufourcq e privatamente con R. Leibowitz, e studiò inoltre musicologia e psicologia alla Sorbonne. Alla fine degli anni Quaranta fu attivo nel Club d'essai, gruppo di ricerca sulla musique concrète. Direttore artistico dei Discophiles français negli anni Cinquanta, e impegnato nella formazione dei giovani musicisti, nel 1980 è stato uno dei fondatori della École nationale de musique di Villeurbanne, che ha diretto fino al 1986. Nel 1977 aveva vinto il premio Georges Enesco per Animus-anima, versione da concerto di un balletto realizzata per J. Babilée, e nel 1997 ha invece ottenuto il Grand prix de la musique symphonique della SACEM (Société des Auteurs, Compositeurs et Éditeurs de Musique).
Dalla sua formazione, in particolare con Leibowitz, è derivato l'interesse per il serialismo che però, nella prassi compositiva, non si rivela mai esclusivo. Oltre infatti a non aver mai veramente abbandonato la tonalità, ha inserito nei suoi lavori riferimenti agli stili più disparati, dal jazz al vaudeville. Accanto a musica da camera, brani per orchestra (che comprendono alcune suites tratte dalle colonne sonore per il cinema) e musica vocale, nel suo catalogo un posto di rilievo spetta ai molti lavori di teatro musicale (opere, balletti, musiche di scena), nei quali emergono, come nel cinema, le ricche sfaccettature del suo stile compositivo. Aveva cominciato a comporre per il cinema nel 1956, dapprima con alcuni cortometraggi, cartoni animati, pubblicità, poi nei primi lungometraggi, collaborando in questo periodo con registi come Albert Champeaux e Philippe Condroyer. Tra gli altri incontri di rilievo in questi anni va ricordato quello con Jean-Daniel Pollet, con cui avviò una collaborazione duratura, da Gala (1961) e dal primo importante successo di Méditerranée (1963), fino a Ceux d'en face (2001), passando tra gli altri per L'acrobate (1975) e Contretemps (1988). Negli anni Sessanta, periodo di maggiore impegno nel settore, e ancora negli anni Settanta, D. compose musiche importanti per altri registi, come Alexandre Astruc (Evariste Galois, 1967), Bertrand Tavernier (l'episodio Une chance explosive del collettivo La chance et l'amour, 1964, L'amore e la chance; Que la fête commence, 1975, Che la festa cominci…; La mort en direct, 1980, La morte in diretta), Jean-Luc Godard (Pierrot le fou, 1965, Il bandito delle undici), François Truffaut (Baisers volés, 1968, Baci rubati; L'enfant sauvage, 1970, Il ragazzo selvaggio; Domicile conjugal, 1970, Non drammatizziamo… è solo questione di corna), Laurent Heynemann (La question, 1977), Frank Cassenti (La chanson de Roland, 1978). Insieme a Condroyer, uno dei registi con i quali D. ha stabilito un rapporto più duraturo, ha lavorato a Tintin et les oranges bleues (1964) e La coupe à dix francs (1974). Dagli anni Novanta, oltre a comporre nuove colonne sonore per Tavernier (Daddy nostalgie, 1990; Laissez-passer, 2002) e altri, ha collaborato a più riprese con il regista spagnolo Fernando Trueba per El sueño del mono loco (1990; La scimmia impazzita), Belle époque (1992), El embrujo de Shangai (2002).
Antoine Duhamel, in "CinémAction", janvier 1992, 62, pp. 49-53; M. Cury, Visite à Antoine Duhamel, Paris 1999.