ANTILOCO ('Αντίλοχος, Antilŏchus)
Figlio di Nestore. Nell'Iliade non ha parte di prim'ordine, ma è raffigurato quale un giovanissimo eroe amabile e quindi caro ai maggiori tra i suoi pari, in ispecie ad Achille. Di giovane è il suo pregio precipuo, la velocità alla corsa. Giovenili e amabili sono persino i suoi difetti, una certa proclività a leggerezze, scusate dal pentimento che tien loro subito dietro: così la sua condotta verso Menelao nelle gare in onore del morto Patroclo non può dirsi del tutto leale, ma egli, appena rimproverato, è pronto subito a fare onorevole ammenda del suo torto. A lui tocca il triste compito di annunziare ad Achille la morte di Patroclo. Il nome, nella perspicuità dei suoi componenti e nella forma metrica comoda, pare rivelarlo libera creazione di poeti esametrici, e quindi si spiega che i poeti della nostra Iliade, liberi dal peso della tradizione, possano effigiarlo con le qualità che più rispondono al loro sentire.
È naturale che una parte più centrale gli fosse assegnata nell'epopea più tarda, e che questa lo facesse perire nell'esercizio di una virtù conforme al suo carattere, l'amore filiale: era celebre la scena della Piccola Iliade, nella quale egli sacrificava la propria vita per salvare il padre dai colpi di Memnone. Questa scena ha ispirato altissimi versi a Pindaro (Pyth., VI, 28) ed è riprodotta in una pittura vascolare.
Nell'Odissea Antiloco è celebre appunto per la sua eroica morte. Ulisse l'incontra nell'oltretomba insieme con i suoi amici Achille e Patroclo: le sue ossa giacciono sotto lo stesso tumulo con quelle dei due amici.
Nella letteratura posteriore Antiloco, che non era, si è detto, figura di leggenda popolare, ha poca parte; si sa quanta importanza avesse nelle tragedie attiche perdute che trattavano di Memnone. La mitografia posteriore cerca di render mirabile la sua prima età, di cui naturalmente non si sapeva nulla, applicandole i soliti motivi novellistici, o narra, per capriccioso amore di novità, le circostanze della sua morte.
Bibl.: Su A., specie sull'A. postepico, è ricco Wagner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, col. 2429. Sulla scena della Piccola Iliade e la sua relazione con l'Iliade, cfr. Bethe, Homer, I, Lipsia Berlino 1914, p. 110; Wilamowitz, Ilias und Homer, Berlino 1916, p. 45; L. Preller e C. Robert, Griech. Heldensage, Berlino 1921-23, p. 1181.