antibiotico
Sostanza chimica in grado di rallentare o arrestare la replicazione di microrganismi quali batteri, funghi o protozoi. Le diverse classi di antibiotici noti hanno differenti meccanismi di azione battericida o batteriostatica. Alcuni di essi (tra cui le penicilline, i carbopenemi e le cefalosporine) causano la lisi della parete cellulare batterica. Un altro gruppo agisce sulla membrana citoplasmatica, mentre altri antibiotici interferiscono con i processi di sintesi degli acidi nucleici (per es., rifampicina e chinoloni) e delle proteine (tra cui tetracicline ed eritromicina), nonché con il metabolismo energetico del batterio (per es., i sulfamidici). L’uso terapeutico di muffe e piante è presente già nella tradizione cinese (2500 a.C.) e nella medicina egizia ed ellenica. L’azione delle muffe del genere Penicillium fu notata per la prima volta nel 1898 dal francese Ernest Duchesne, e poi riscoperta da Alexander Fleming nel 1928; la struttura chimica della penicillina fu descritta negli anni Quaranta dello stesso secolo, e nel 1942 fu usata terapeuticamente per la prima volta. In Germania erano già stati messi a punto i primi ritrovati di sintesi: il salvarsan (arsfenamina, attivo contro le spirochete che causano la sifilide) fu commercializzato già nel 1910, mentre negli anni Trenta furono introdotti i primi sulfamidici (il prontosil rosso, precursore del sulfonamide), antibiotici con uno spettro d’azione relativamente ampio. Il carattere altamente selettivo degli antibiotici, tossici quasi esclusivamente per i microrganismi e non per l’organismo umano, ha di fatto alimentato la speranza di trovare il cosiddetto proiettile magico. La penicillina, prodotta industrialmente già durante la Seconda guerra mondiale per mezzo di grandi colture, e solo successivamente sintetizzata, è attiva contro i batteri gram-positivi. Per la grande utilità, per decenni questi farmaci sono stati utilizzati senza precauzioni, per usi errati (contro malattie virali), o per eccessiva profilassi (come l’impiego sugli animali sani da allevamento a scopo preventivo). Ciò ha causato l’evoluzione di moltissimi ceppi batterici farmacoresistenti. Per questo motivo in molti Paesi la sorveglianza sull’uso di antibiotici è stata aumentata negli ultimi due decenni, anche perché l’introduzione di nuove classi di antibiotici con nuovi target è diventata sempre più rara.